Teoria
Pendolo semplice, pag 91. Secondo me il libro commette qualche abuso di notazione nella derivazione dell'equazione del pendolo. Mi pare che confonda archi orientati e vettori. La posizione del pendolo può essere specificata con un arco orientato x, misurato rispetto al punto più basso dell'oscillazione. Essendo l'arco orientato, la posizione x può essere sia positiva che negativa. L'intensità dell'accelerazione è (approssimativamente) proporzionale al valore assoluto posizione, con costante di proporzionalità data da g/l. L'accelerazione però è "di richiamo", nel senso che tende a riportare la posizione nel punto di equilibrio, x = 0. Quindi l'accelerazione ha segno opposto alla posizione, e si può scrivere a = –g/l x.
Effetto Coriolis: le figure a pag 97 e la spiegazione correlata sono un po' fuorvianti e vanno prese in maniera molto qualitativa. Innanzitutto nel testo andrebbe sottolineato che il ragazzo non tira la palla verso il suo amico, ma un po' alla sua destra, per compensare la rotazione (questo si vede dalla sequenza B, nel sistema di riferimento rotante, ma non viene detto da nessuna parte nel testo o nelle didascalie). Se il ragazzo tirasse in avanti (come sembra dire il testo a pag 96) la velocità iniziale della palla avrebbe una componente dovuta alla velocità tangenziale. La sua traiettoria sarebbe comunque una retta, ma non passerebbe per il centro della giostra. Inoltre andrebbe fatto notare che il ragazzo è molto bravo a compensare la rotazione, perchè il fatto che la palla passi per il centro significa che il ragazzo ha lanciato la palla con una vy che cancella esattamente la velocità tangenziale. Detto questo rimane da notare che le due sequenze A e B non illustrano la stessa situazione da due punti di vista, come invece suggerisce la didascalia 40. Infatti la palla arriva in due punti diversi della giostra. La sequenza B andrebbe corretta in modo che anche in quel caso la palla finisca nella nicchia nera. È utile vedere i video illustrativi sull'effetto Coriolis nella sezione "relatività".
Pendolo di Foucault, fig. 47 pag 99: nonostante sia annotato chiaramente nella figura, mi pare necessario sottolineare che la freccia non indica il senso di rotazione della "piattaforma" circolare, ma quello del piano di oscillazione del pendolo, che è verticale e quindi perpendicolare alla pagina. Bisognerebbe inoltre ricordare che il sistema di riferimento ruota in senso antiorario, visto che Parigi si trova nell'emisfero boreale. È utile immaginare che l'esperimento sia condotto al Polo Nord anziché a Parigi, per comprendere meglio il succo della questione senza essere distratti dalle proiezioni dovute alla latitudine.
Problemi
12: i risultati sono arrotondati in maniera ambigua. Dovrebbero essere scritti con 2 c.s. (ma nella notazione ambigua usata gli zeri delle unità non sono c.s.)
18: i risultati sono arrotondati in maniera ambigua. Dovrebbero essere scritti con 3 c.s. (ma nella notazione ambigua usata gli zeri delle decine e delle unità non sono c.s.)
25: il risultato viene fornito con 3 c.s., ma dovrebbe averne una, oppure l'angolo dovrebbe essere 8,00°.
26: il risultato viene fornito con 3 c.s., ma dovrebbe averne due (oppure il coefficiente di attrito dovrebbe averne almeno 3);
29: i risultati forniti nel caso dell'osservatore esterno sono errati. Lo svolgimento di questa parte del problema è incomprensibile. I risultati corretti sono: spazio percorso in salita 4,6 m, spazio percorso in discesa 0,3 m (arrotondati al numero di c.s. corretto).
30: il problema è formulato in maniera ambigua. Non viene specificata la posizione della girandola durante il moto: la girandola ruota in un piano verticale perpendicolare alla direzione del moto. Inoltre nella soluzione la traiettoria nel sistema di riferimento di un osservatore esterno viene definita "molla", forse per una traduzione superficiale. Il termine corretto è "elica" e il suo passo deve essere dato con 2 c.s.: 0,80 m.
34: il risultato viene fornito con un numero errato di c.s., 7,8 s anziché 7,81 s. Segnalazione di M. Molineris, 3CSA 19/20.
37: il risultato fornito, 0,39, è errato. Il risultato corretto è 0,32. Segnalazione di E. Pugliese. Lo svolgimento per gli insegnanti è errato, essenzialmente perché il risolutore non traccia il diagramma di c.l., non introduce un sistema di riferimento, e quindi sbaglia i segni nel secondo principio della dinamica.
51: il testo dell'esercizio é molto ermetico, impreciso e comprensibile solo a chi ha fatto molti esercizi. Nel testo si dovrebbe specificare che quella data é la massima velocità a cui l'auto A puó affrontare la curva senza slittare. Analogamente, la velocitá richiesta é quella massima a cui l'auto B puó affrontare la curva senza slittare.
57: il problema così come è formulato è indeterminato. Qualunque tempo superiore a 45 s fa sì che la valigia non scivoli. Il testo dovrebbe essere più preciso, soprattutto perchè il libro è rivolto a studenti di 16/17 anni. La domanda dovrebbe suggerire che il tempo ricercato è un tempo minimo, al di sotto del quale lo scivolamento della valigia non può essere bloccato dall'attrito statico.
Par. 8 - La forza elastica. Il capitolo 2 contiene pochissimi esercizi sulla dinamica del moto armonico. La maggior parte degli esercizi dal 58 al 68 si riferisce a situazioni statiche. Praticamente sono gli stessi esercizi che gli studenti risolvono in prima. Solo i problemi 63 e 68 del par 8 si riferiscono alla dinamica del moto armonico. Lo stesso vale per gli esercizi di riepilogo. Il 90, il 101 e il 104 sono esercizi di statica.
76: il risultato dovrebbe essere dato con 2 c.s. (7,0°).
91: i risultati sono forniti con 4 c.s. Poiché l'accelerazione ha 2 c.s., anche i risultati devono averne 2. Segnalazione di L. Pezzilli, 3DSA 21/22. La notazione corretta non è 1606 N e 2632 N, bensì 1,6 kN e 2,6 kN (in alternativa è possibile usare la notazione scientifica al posto del prefisso standard "k").
88: la tensione sembra essere data con 4 anzichè 3 c.s. In realtà l'ultimo zero non è una c.s., contrariamente alla convenzione accettata.
103: il quesito non è formulato in maniera chiara. Ciò che il problema chiede è l'angolo oltre il quale la cassa non si muove indipendentemente dall'intensità della forza applicata. Per risolverlo non bisogna assumere che l'uomo eserciti una forza di intensità data, ma esprimere l'intensità della forza in funzione dell'angolo. Si osserverà che la forza cresce indefinitamente quando l'angolo si avvicina ad un certo valore.