Riflessioni dei nostri studenti
"La matematica é la mia passione fin da quando sono piccola, l’ho sempre vista come un gioco e mi é sempre venuta abbastanza naturale, per questo non mi é mai risultato pesante, anzi spesso anche divertente, studiarla. In particolare mi appassionano i problemi a cui mi sono avvicinata alle medie perché mi permettono di esplorare ancora di più la matematica, di unire alla pura logica molta creatività e soprattutto di non essere costretta a seguire un procedimento standard, ma poter trovare molte strade diverse per arrivare ad un unico risultato. Quando risolvo un problema, soprattutto se di una certa difficoltà, mi sento fiera di me e motivata a imparare sempre cose nuove.
Quando invece non riesco a risolvere un problema talvolta sono un po’ frustrata, ma molto più spesso questo mi ricorda che ci sono ancora moltissime cose che non so e per questo mi incentiva a migliorarmi e a ritentare quel problema quando avrò studiato di più finché non riuscirò a risolverlo."
Margherita P.
"Fin da quando ero piccolo mi è sempre piaciuto svolgere calcoli a mente: spesso si trattava di moltiplicazioni, addizioni e sottrazioni fino alle centinaia. Ci si sedeva in salotto dopo cena, in presenza di molti parenti e mi davano delle operazioni a mente, oppure chiedevano di calcolare quando fossero nati sapendo l'età. Quando davo il risultato tutti i membri della famiglia erano contenti, sorridevano e si complimentavano ed io, volendo renderli ancora più orgogliosi, chiedevo altri calcoli. Quando ho iniziato le elementari, quindi, sapevo già far di conto e la matematica era la mia materia preferita. Sapevo dell'esistenza di gare di matematica per le quarte e le quinte elementari, (sarebbero le écolier di Kangourou), ma non partecipai mai. La mia prima gara fu quella in seconda media, il Kangourou Benjamin: riuscii a qualificarmi per la finale a Cervia e arrivai settimo. Da quel momento mi sono sempre allenato e ho cercato di migliorare il più possibile. Risolvere i problemi è fantastico: la soddisfazione nel trovare la risposta, o meglio, l'idea che porta alla risposta, è immensa. Ci si sente invincibili, soprattutto se il problema sembrava impossibile. Quando non trovo la soluzione di un problema sento il bisogno di continuare a cercarla; dopo una gara continuo a pensare ad un problema irrisolto. Non posso andare avanti facendo finta di nulla, come se tutto andasse bene: devo trovare la soluzione." Roberto R.
"La passione per la matematica per me è nata in seconda media, anche se non me ne sono reso conto subito. Trovavo facile ciò che molti miei compagni trovavano difficile come espressioni, frazioni e semplici problemi. In seconda poi ho avuto l’occasione dì partecipare ai giochi Bocconi (organizzati dalla scuola) e mi sono piaciuti, quindi li ho rifatti anche in terza.
Mi sono avvicinato ai problemi delle gare all’inizio della prima liceo quando ho cominciato gli allenamenti, prima non ne avevo mai risolti del genere. Quello che mi piace della risoluzione del problema è la parte dì creatività e di strategia insolita che viene applicata.
Risolvere i problemi per me è soddisfacente ma è anche un modo per tenermi allenato. Soprattutto nelle gare a squadre, risolvere i problemi con qualche compagno raddoppia la felicità, anche erché è importante saper lavorare in squadra.
Quando non riesco a risolvere un problema mi succede senza farlo apposta dì pensarci mentre non ho nulla da fare. Anche dopo le gare, mi capita dì provare a risolvere i problemi che non ho svolto per mostrare a me stesso che con un po’ più dì ragionamento ce l’avrei fatta. Oppure in qualche caso divento un po’ invidioso se qualcuno non troppo più bravo dì me è riuscito a farlo e io invece sono bloccato."
Matteo B.