Libro del mese

Guida galattica per autostoppisti

Nato come spettacolo radiofonico, poi libro, film, trilogia in cinque parti... L'universo di Douglas Adams continua ad affascinare e far sognare i suoi lettori, tanto da essere celebrato ogni 25/5 con il Towel day

INCIPIT: È un fatto importante, ancorché comunemente noto, che le apparenze molto spesso ingannano. Per esempio, sul pianeta terra, l'uomo ha sempre pensato di essere la specie più intelligente del pianeta, quando invece era la terza. Secondi in ordine di intelligenza: i delfini, i quali, alquanto singolarmente, erano a conoscenza da tempo dell'imminente distruzione del pianeta terra. Avevano tentato più volte di avvertire l'umanità del pericolo, ma i loro segnali venivano interpretati come simpatici tentativi di colpire il pallone o fischi per ottenere succulenti bocconcini. Così alla fine decisero di lasciare la terra coi loro mezzi. L'ultimo messaggio in assoluto venne interpretato come un incredibilmente sofisticato tentativo di doppio salto mortale rovesciato nel cerchio fischiando l'inno americano, ma in realtà il messaggio era questo: "addio e grazie per tutto il pesce".

LA GUIDA GALATTICA: «In molte delle civiltà meno formaliste dell'Orlo Esterno Est della Galassia, la Guida galattica per gli autostoppisti ha già soppiantato la grande Enciclopedia galattica, diventando la depositaria di tutto il sapere e di tutta la scienza, perché nonostante presenti alcune lacune e contenga molte notizie spurie, o se non altro alquanto imprecise, ha due importanti vantaggi rispetto alla più vecchia e più accademica Enciclopedia: Uno, costa un po' meno; Due, ha stampate in copertina, a grandi caratteri che ispirano fiducia, le parole "NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO". [...] E, nel caso in cui ci fosse un'inesattezza tra quanto riportato nella Guida e la Vita, ricordate che in realtà è la vita ad essere inesatta.»

La gabbianella ed il gatto

Profondamente leggero, come solo una favola può essere

Incipit:

"Banco di aringhe a sinistra!" annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della Sabbia Rossa accolse la notizia con strida di sollievo.

Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l'oceano, sentivano il bisogno di rimettersi in forze, e cosa c'era di meglio per questo di una buona scorpacciata di aringhe?

Volavano sopra la foce del fiume Elba, nel mare del Nord. Dall'alto vedevano le navi in fila indiana, come pazienti e disciplinati animali acquatici, in attesa del loro turno per uscire in mare aperto e poi far rotta per tutti i porti della Terra.

A Kengah, una gabbiana dalle piume color argento, piaceva particolarmente osservare le bandiere delle navi, perchè sapeva che ognuno rappresentava un modo di parlare, di chiamare le stesse cose con parole diverse. Link

Il pendolo di Foucault (U. Eco)

Un gruppo di amici, una casa editrice, i cavalieri templari... la storia, e la Storia, cambia se vista attraverso il filtro della Grande Cospirazione Mondiale! Una cavalcata tra realtà e mistero grazie alla quale scopriremo come il nostro sguardo cambia la trama stessa del mondo Link

INCIPIT:

Fu allora che vidi il Pendolo.

La sfera, mobile all'estremità di un lungo filo fissato alla volta del coro, descriveva le sue ampie oscillazioni con isocrona maestà.

Io sapevo – ma chiunque avrebbe dovuto avvertire nell'incanto di quel placido respiro – che il periodo era regolato dal rapporto tra la radice quadrata della lunghezza del filo e quel numero π che, irrazionale alle menti sublunari, per divina ragione lega necessariamente la circonferenza al diametro di tutti i cerchi possibili – così che il tempo di quel vagare di una sfera dall'uno all'altro polo era effetto di una arcana cospirazione tra le più intemporali delle misure, l'unità del punto di sospensione, la dualità di una astratta dimensione, la natura ternaria di π, il tetragono segreto della radice, la perfezione del cerchio.

Ancora sapevo che sulla verticale del punto di sospensione, alla base, un dispositivo magnetico, comunicando il suo richiamo a un cilindro nascosto nel cuore della sfera, garantiva la costanza del moto, artificio disposto a contrastare le resistenze della materia, ma che non si opponeva alla legge del Pendolo, anzi le permetteva di manifestarsi, perché nel vuoto qualsiasi punto materiale pesante, sospeso all'estremità di un filo inestensibile e senza peso, che non subisse la resistenza dell'aria, e non facesse attrito col suo punto d'appoggio, avrebbe oscillato in modo regolare per l'eternità.