Dachau

IL PRIMO LAGER

Inizialmente poteva contenere 5.000 persone al massimo, poi venne ingrandito con il lavoro degli stessi internati (ebrei, zingari, preti, pastori e cittadini tedeschi ostili al regime) e in certi momenti di affollamento superò i 50.000 prigionieri.

Dachau fu il primo lager nazista, difatti, già il 21 Marzo 1933 (dopo la nomina di Hitler a cancelliere del Reich il 30 gennaio del medesimo anno), Heinrich, presidente della polizia di Monaco di Baviera - aveva reso noto, nel corso di una conferenza stampa, che nella vecchia fabbrica di munizioni di Dachau sarebbe stato aperto, il 22 Marzo, il primo campo di concentramento per funzionari comunisti e socialdemocratici.

Fu sul cancello dello Jourhaus – l’edificio del comando e l’ingresso principale del campo – che comparve per la prima volta la beffarda scritta “Arbeit macht frei”, tragico simbolo di una delle principali tecniche di eliminazione adottate nei lager, del lavoro estenuante in condizioni durissime e della scarsa alimentazione.

"Il lavoro rende liberi"

Ciascuna baracca era concepita per 208 persone ma, talvolta, ve ne stiparono 1.600, con prevedibili effetti sulle condizioni igieniche e la diffusione di malattie infettive. Alcune baracche avevano destinazioni particolari, in una furono concentrati i religiosi, alcune erano adibite a infermeria, in una (la baracca X) si tenevano allucinanti esperimenti “medici” per testare la sopravvivenza a farmaci, al freddo, alla mutilazione, al soffocamento ecc., quasi sempre con effetti letali sugli internati utilizzati come cavie umane.

Nei dodici anni della sua esistenza vennero registrati al campo di Dachau 206.000 prigionieri. Non è possibile stabilire il numero dei prigionieri non catalogati. Quanti siano stati veramente i morti di Dachau - comprese le vittime di singole esecuzioni, di fucilazioni di massa e delle ultime marce verso la morte di migliaia di detenuti - non si saprà mai con certezza. Al momento della liberazione si trovarono nelle baracche di Dachau, spaventosamente sovraffollate, oltre 30.000 sopravvissuti di 31 paesi diversi.


  • Eden Miccichè

  • Silvia Siracusa