La forza di una nuova visione

L’innovazione si fonda sulla capacità di trasgredire

Umberto Veronesi

Insegnare a conoscere la conoscenza è la partita antropologica che si gioca nell’educazione.

Ciò che deve essere superato deve essere anche conservato, tutto ciò che deve essere conservato deve essere rivitalizzato.

Se insegnare è insegnare a vivere, secondo la giusta massima di Jean-Jacques Rousseau, è necessario individuare le carenze e le lacune del nostro insegnamento attuale per affrontare problemi vitali come quelli dell’errore, dell’illusione, della parzialità, della comprensione umana, delle incertezze che ogni esistenza incontra.

La scuola e l’università insegnano alcune conoscenze, ma non la natura della conoscenza, che porta in sé il rischio di errore e di illusione, poiché ogni conoscenza, a cominciare dalla conoscenza percettiva fino alla conoscenza tramite parole, idee, teorie, credenze, è nello stesso tempo una traduzione e una ricostruzione del reale. In ogni traduzione c’è il rischio di errore così come in tutte le ricostruzioni. Siamo continuamente minacciati dal commettere errori senza saperlo. Siamo condannati all’interpretazione, e abbiamo bisogno di metodi affinché le nostre percezioni, idee, visioni del mondo siano il più possibile affidabili.

Del resto quando consideriamo le certezze, comprese quelle scientifiche, dei secoli passati e quando consideriamo le certezze del ventesimo secolo, vediamo errori e illusioni da cui ci credevamo guariti. Ma nulla ci dice che siamo immunizzati da nuove certezze vane, da nuovi errori e illusioni non individuati. Inoltre, la rarefazione del riconoscimento dei problemi complessi, la sovrabbondanza dei saperi separati, dispersi e parziali, la cui dispersione e parzialità sono a loro volta fonti di errore, tutto ciò ci conferma che il problema della conoscenza è un problema chiave della nostra vita di individui, di cittadini, di esseri umani nell’era planetaria.

Da qui la necessità vitale di introdurre, dalle prime classi fino all’università, la conoscenza della conoscenza. Quindi, insegnare a vivere non è solo insegnare a leggere, scrivere e far di conto, né solamente insegnare le conoscenze basilari utili della storia, della geografia, delle scienze sociali, delle scienze naturali. Non è concentrarsi sui saperi quantitativi, né privilegiare la formazione professionale specializzata: è introdurre una cultura di base che includa la conoscenza della conoscenza