Quali indicatori di performance?
Per comparare la capacità delle scuole di preparare per gli studi universitari si sono presi in considerazione due indicatori:
Media dei voti conseguiti agli esami universitari, ponderata per i crediti formativi di ciascun esame per tenere conto dei diversi carichi di lavoro ad essi associati;
Crediti formativi universitari ottenuti, in percentuale sul totale previsto.
Se considerati congiuntamente, i due indicatori sono in grado di dirci non solo quanti esami hanno superato gli studenti una scuola (velocità negli studi) ma anche come li hanno superati (profitto degli studi).
Sono entrambi aspetti cruciali del successo nei percorsi universitari: superare tanti esami ma con voti bassi farà conseguire un titolo di scarso valore, perché molte cose che andavano imparate non sono state apprese adeguatamente; specularmente, prendere ottimi voti ma in tempi lunghissimi e ben superiori alla durata legale del corso di studi, spesso riflette un amore per il perfezionismo che non sempre si concilia con le esigenze di rapidità e concretezza della società contemporanea. Una recente ricerca della Fondazione Agnelli (I nuovi laureati. La riforma del 3+2 alla prova del mercato del lavoro, Editori Laterza, Bari, 2012) ha rivelato che i datori di lavoro tengono in forte considerazione l’età di conseguimento della laurea e spesso preferiscono laureati molto giovani, sebbene non a pieni voti, a laureati con voti alti ma sulla soglia dei trent’anni.
Per queste ragioni offriamo per la comparazione anche un indicatore sintetico che tenga conto al contempo della media e della percentuale di crediti conseguiti: l’Indice FGA.
L’Indice FGA riporta i due indicatori sulla stessa scala (da 0 a 100) e dà loro lo stesso peso (50%/50%).
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