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Le attività di didattica a distanza, come ogni attività didattica, richiedono la costruzione ragionata e guidata del sapere attraverso l’interazione tra docenti e alunni. Qualsiasi sia il mezzo attraverso cui la didattica si esercita, non cambiano il fine e i principi. Nella consapevolezza che nulla può sostituire appieno ciò che avviene in presenza, si tratta pur sempre di dare vita a un “ambiente di apprendimento” che deve essere creato, alimentato, rimodulato di volta in volta.
La didattica a distanza prevede uno o più momenti di relazione tra docente e discenti, attraverso i quali l’insegnante restituisce agli alunni il senso di quanto da essi operato in autonomia, utile anche per accertare, in un processo di costante verifica e miglioramento, l’efficacia degli strumenti adottati.
È necessario, quindi, procedere ad attività di valutazione costanti, secondo i principi di tempestività e di trasparenza, che devono informare qualsiasi attività di valutazione.
La valutazione ha sempre un ruolo di valorizzazione, di indicazione di percorsi e metodi su come procedere con approfondimenti, recuperi, consolidamenti, ricerche, in un’ottica di personalizzazione che responsabilizzi gli allievi. Nel valutare “a distanza”, bisogna tenere conto che agiamo in un contesto completamente diverso da quello della didattica in presenza. Un contesto nel quale occorre considerare numerose componenti, tra cui la componente tecnologica (tipologia di hardware usato, tipologia di connessione), la componente socioeconomica e la componente psicologica.
In questa prospettiva, particolare rilievo assume la valutazione delle competenze trasversali come:
imparare ad imparare
collaborare e partecipare
competenze digitali
È necessario, quindi, affiancare ai criteri valutativi relativi alla padronanza dei linguaggi disciplinari, parametri di valutazione che rilevino i seguenti aspetti:
resilienza
creatività
originalità
tenacia
empatia
pazienza
capacità di fare squadra
solidarietà
impegno per il bene comune
Ad ogni griglia di valutazione disciplinare dovranno, quindi, essere aggiunti degli indicatori relativi alle competenze trasversali, in base alle diverse attività valutate, come imparare ad imparare, collaborare e partecipare, e alle evidenze come la resilienza, la creatività, l’originalità, la tenacia, l’empatia, la pazienza, la capacità di fare squadra, la solidarietà e l’impegno per il bene comune.
Inoltre, bisognerà porre attenzione alla personalizzazione dei percorsi di apprendimento non solo verso gli alunni con bisogni educativi speciali, ma anche verso chi ha problemi di disponibilità di strumenti tecnologici o di connettività (per i quali la nostra scuola oggi è in grado di dare delle risposte concrete, mettendo a disposizione dispositivi di ultima generazione acquistati con i fondi ministeriali e con i contributi dei privati, che, al momento, hanno fatto donazioni per un totale di € 1.500,00).
In sintesi , bisogna valutare per migliorare, attraverso il rispetto delle seguenti linee guida:
Documentare le proprie osservazioni valutative (cd. valutazione formativa in itinere, propedeutica alla valutazione finale);
Adottare criteri di ampia flessibilità, valorizzando i processi;
Attuare una “funzione proattiva della valutazione”, riconoscendo i progressi compiuti dall’alunno, gratificando i passi effettuati, cercando di far crescere in lui le “emozioni di riuscita”, che rappresentano il presupposto per le azioni successive;
Annotare i livelli di impegno, di responsabilità, di puntualità, di autonomia, la capacità di organizzarsi e documentarsi, la partecipazione attiva;
Dare un riscontro alle famiglie relativamente alle competenze che stanno emergendo in queste settimane: lo spirito di iniziativa e di rielaborazione, le competenze civiche, la capacità di soluzione di situazioni problematiche (problem solving) connesse alla Didattica a distanza;
Osservare e valutare le norme di buon comportamento degli alunni in Rete e durante le lezioni;
Evitare valutazioni negative per coloro che hanno difficoltà oggettive a seguire la Didattica a distanza, laddove il problema della carenza delle infrastrutture informatiche rischia di accrescere le disuguaglianze in una situazione in cui l’accesso alla conoscenza è strettamente connesso alla fruibilità della Rete.