I laghi di Revine, situati nella provincia di Treviso, sono due specchi d'acqua di origine glaciale, noti per la loro bellezza naturale e la ricchezza storica. Si trovano nella vallata tra Revine Lago e Tarzo e sono composti dal Lago di Santa Maria e dal Lago di Lago (o di San Giorgio).

Sono alimentati da sorgenti sotterranee e sono circondati da una vegetazione tipica delle zone umide, con canneti e altre piante acquatiche che forniscono un habitat ricco di biodiversità.

Il paesaggio circostante, caratterizzato da colline verdeggianti e da borghi pittoreschi, offre un'immediata immersione nella natura. Quest'area è riconosciuta come un Sito di Importanza Comunitaria (SIC), sottolineando il valore ecologico della regione.

I laghi non sono solo importanti dal punto di vista naturale, ma anche archeologico. La presenza di villaggi palafitticoli risale al Neolitico e all'Età del Bronzo, evidenziando come questi luoghi fornivano riparo e cibo agli antichi abitanti. La creazione del Parco Archeologico Livelet ha reso possibile la ricostruzione di capanne su palafitte, permettendo ai visitatori di vedere come si viveva in quel periodo. 

Ad oggi, i laghi di Revine sono una meta ideale per gli amanti della natura e delle attività all'aperto. È possibile cimentarsi in escursioni, birdwatching e fotografia naturalistica. In estate, i visitatori possono godere di paesaggi suggestivi con ninfee e una vegetazione rigogliosa.

L'estate scorsa il sito si è arricchito dal leone alato di Martalar: una scultura realizzata con il legname recuperato della tempesta del Vaia e da rami di vigne situata a Fratta di Tarzo, alta 7 metri di altezza per 10 di lunghezza si regge in piedi su se stessa col capo dritto e con uno sguardo fiero.

Inoltre, eventi culturali come il Lago Film Fest, che si tiene in estate attira turisti da ogni parte, combinando arte, natura e storia in un'atmosfera unica.

I laghi di Revine sono un luogo di grande bellezza, dove la storia incontra la natura in un abbraccio perfetto. L'esplorazione di questi luoghi permette di scoprire non solo la varietà paesaggistica, ma anche l'eredità culturale di un passato lontano.

Giulio Caberlotto 2A