Sede

La storia dell’Istituto 

L’Istituto Statale “F. Forti” fu costruito a Monsummano Terme nel 1990, diviso dalla sede di Borgo a Buggiano (presso la villa di Bellavista). Nell’anno scolastico 1996/97 diventò sede autonoma con il trasferimento della Presidenza e della Segreteria a Monsummano Terme.

Nel 1998 la Provincia di Pistoia, attraverso un concorso progettuale del nostro istituto, riconobbe il “Forti” come la sede più idonea a trasmettere l’aspetto turistico del territorio, attraverso un percorso formativo moderno e con un solido impianto culturale.

Ed è per questo motivo che l’Istituto “Forti” è considerato una presenza altamente qualificata nel campo dell’istruzione e della formazione in campo economico, giuridico e aziendale.

Tanto che ha attivato, nell’anno scolastico 2000/2001, il nuovo percorso di studi “Progetto assistito ITER” (diploma di Perito Tecnico per il Turismo), l’unico nella provincia e il secondo a livello regionale.

Con l’attuale riforma, i due percorsi dell’Istituto “Forti” confluiscono nel settore economico: indirizzo “Turismo” e indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”(AFM), anche con le articolazioni “Relazioni internazionali per il marketing”(RIM) e “Sistemi informativi aziendali”(SIA). È possibile inoltre intraprendere il corso serale dell’indirizzo turistico, al fine di formare anche gli adulti.

Attualmente la sede “Forti” è un plesso unico con l’Istituto “Marchi” di Pescia. 


Francesco Forti

Apparteneva ad una illustre famiglia: il padre era un nobile pesciatino, Anton Cosimo Dante Forti, la madre era una benestante ginevrina, di fede calvinista, Sara (detta Sérine) Simonde de Sismondi, sorella del celebre storico, critico, economista con cui era arrivata a Pescia nel 1795.

Era nato a Pescia il 10 novembre 1806 e fu avviato agli studi presso il locale Seminario; da evidenziare infatti che i genitori, di religione diversa, riuscirono a sposarsi dopo mille traversie burocratiche, avendo fatto un patto inedito per l’epoca: Sara avrebbe avuto completa libertà di culto (infatti praticò sempre la sua fede e si fece seppellire nel cimitero protestante di Livorno), ma i figli avrebbero avuto un’educazione cattolica.

Francesco – che non intendeva intraprendere la carriera religiosa – passò poi al collegio dei Padri Scolopi di Firenze dove poté frequentare ed apprezzare lo zio Charles (Jean C. Leonard de Sismondi). Nel 1822 si trasferì a Pisa dove si laureò nel ’26 in Diritto criminale e canonico; ritornò quindi a Firenze dove fece amicizie importanti: Pietro Giordani, Gino Capponi, Giuseppe Giusti. Conobbe anche Giacomo Leopardi, ma soprattutto avvicinò gli intellettuali liberali che ruotavano intorno al celebre Gabinetto Viesseux e collaborò alla rivista “L’Antologia”. Dal ’32 divenne magistrato presso la Ruota criminale, mentre dal ’37 fu auditore del Magistrato supremo (occupandosi di cause non criminali). Risale a questo periodo un’altra importante amicizia, quella con il pesciatino Leopoldo Galeotti, giovane avvocato e uomo politico, che lo aiutò nella pubblicazione di varie opere a carattere giuridico. Riuscì a concludere la stesura di due dei previsti quattro volumi delle Istituzioni Civili, opera in cui si era proposto di tracciare la storia delle istituzioni italiane, nelle sue connessioni con la più ampia realtà culturale e civile del paese, i Trattati inediti di giurisprudenza e una Raccolta di conclusioni criminali.

Francesco morì di malattia a Firenze il 23 febbraio 1838, a soli 32 anni, senza lasciare eredi; questo ramo della famiglia Forti, si estinse perché l’altro fratello sopravvissuto (Pietro) si era dedicato alla carriera ecclesiastica.

Fu seppellito presso la Villa “Il Riposo”, a Sant’Allucio (comune di Uzzano), residenza di campagna della famiglia dove già si trovavano altre tombe della casata.