Legalità

Lo scorso anno, all'interno del percorso di legalità in collaborazione con il CPL di Monza e Brianza, la classe 4D3 ha avuto la possibilità di incontrare Roberto Beretta di Brianza SiCura e Jole Garuti di LiberaDalleMafie.

Quest'anno riprendiamo la riflessione sul contrasto alle mafie con attività coordinate dal prof. Paolo Intoccia, ricercatore dell'Università Statale degli Studi di Milano.

Bum ha i piedi bruciati

"Bum ha i piedi bruciati" è parte di un percorso a cui abbiamo partecipato il 27 ottobre presso l'Aula Magna dell'Università Statale degli Studi di Milano, durante questo incontro abbiamo assistito appunto allo spettacolo realizzato da Dario Leone. La storia comincia con un bambino, di nome Giovanni, al quale il padre regala Bum, un orango tango con i piedi bruciati: il bambino chiede insistentemente perché siano in queste condizioni e allora l'uomo inizia a raccontare la vita di Giovanni Falcone e le sue esperienze nella lotta contro la mafia, durante la quale il magistrato realizza tecniche innovative per contrastarla.

Gabriele N. - Matteo Z.

LABORATORIO DELLA LEGALITà

Laboratorio con gli studenti del Ferrari

Il prof. Paolo Intoccia della Statale

Primo incontro

Il primo incontro si è svolto in Auditorium insieme agli studenti del Ferrari ed è stato diretto dal prof. Paolo Intoccia, dottorando dell'Osservatorio sulle mafie coordinato da Nando Dalla Chiesa.

Abbiamo iniziato a discutere della mafia in generale e del vero e proprio motivo per cui è illegale, riflettendo sui motivi per cui i cittadini scelgano di risolvere le dispute rivolgendosi alle organizzazioni mafiose e non alle forze dell'ordine.

Il prof ci ha mostrato degli articoli contro la mafia scritti da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino oltre a contributi di Pio la Torre e Carlo Alberto dalla Chiesa. E' passato poi alla spiegazione su Falcone e Borsellino, presentando in breve le loro carriere e mostrandoci i video dei loro discorsi in pubblico.

Davide G. - Antonio V.

Secondo incontro presso l'IIS Ferrari

La presentazione del dott. Intoccia

Musica e comunicazione

PAOLO INTOCCIA

Il professor Paolo Intoccia si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università Statale degli Studi di Milano e sta seguendo il dottorato di ricerca sulla mafia in collaborazione con l'Osservatorio della legalità gestito dal dott. Nando Dalla Chiesa. Ha tenuto due incontri con la nostra classe ed un gruppo di studenti dell'IPSIA Ferrari: nel primo ha presentato alcune figure significative nella lotta alla mafia, successivamente si è concentrato sulla comunicazione e "propaganda" mafiosa fornendo informazioni più dettagliate della struttura mafiosa e di come si possa diffondere facilmente una "cultura" mafiosa anche attraverso la musica o i film e le serie tv che noi giovani seguiamo quotidianamente, senza renderci conto dell'impatto che hanno sulla mentalità comune.

Federico P. - Matteo B.

MUSICA E MAFIA

Il prof. Intoccia ha spiegato la correlazione tra la Mafia e la musica, citando come esempi alcune canzoni apprezzate dai ragazzi. Gli artisti in questione sono : Dark Polo Gang con la canzone Mafia, Niko Pandetta con Pistole Nella Fendi, Nerissima Serpe con Slime Mafia, Emis Killa e Jake La Furia con Rene'& Francis e Swedish House Mafia con Don’t you smile child.

Del primo esempio il professore si è soffermato sui seguenti versi:

"DPG triplo sette, questa è mafia (Questa è mafia)

Da Roma a Napoli su ogni piazza (No, dappertutto)\

Bacio in bocca come i mafiosi (Cosa Nostra)

Smeraldo al collo, sto mescolando coca (Mescolando coca)

Da Nord a Sud (Ehi), in ogni piazza di Roma (Ovunque)"

Invece di Niko Pandetta ha analizzato la situazione in cui verte la sua famiglia: infatti l' artista, nipote di Salvatore Turi Cappello (boss mafioso), condannato al 41 bis dal 1993, è stato arrestato l'anno scorso per spaccio di stupefacenti.

" Maresciallo, non ci prendi, pistole nella Fendi 

Fanno i video coi ferri, poi chiamano gli agenti "

La canzone di Emis e Jake raccona della storia di due ragazzi che vengono arrestati, anch'essi correlati al fenomeno della Mafia.

"Sulla carta d'identità c'è scritto 'Criminale'

E ho comandato questa città, ma per farlo ho fatto del male

A noi che abbiamo fatto la guerra lieve la terra non sarà

Amen, nel nome della pistola, dei soldi e della santità."

Infine ha citato la band techno Swedish House Mafia, poiché ai loro inizi venivano chiamati con questo nome hanno deciso di tenerlo per tutta la durata del loro percorso artistico.

Gabriele M., Valentino I., Andrea S., Nassr C.

Trailer del film

LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE

Come parte del percorso alla legalità, abbiamo anche visto il film intitolato "La mafia uccide solo d'estate". Il film tratta il ruolo della mafia nella vita di Arturo Giammarresi, un semplice ragazzo di Palermo, iniziando dal suo concepimento, casualmente avvenuto nello stesso momento nel quale cinque membri di Cosa Nostra uccidono il boss mafioso Michele Cavataio, travestendosi da poliziotti.

La storia va poi avanti mano a mano che Arturo cresce, mostrando inoltre altri eventi relativi alla mafia nei vari anni trattati, ad esempio: 

Tutti questi eventi vengono raccontati dal punto di vista di Arturo, il quale ne viene a conoscenza tramite la televisione, il giornale o altri mezzi. C'è inoltre un'enfasi sul ruolo "ideologico" della mafia sul popolo: quasi tutti i civili visti nel film, incluso lo stesso padre di Arturo, sostengono in un modo o nell'altro che la mafia non esiste.

Udaya K., Antonio V., Davide G.

evento conclusivo del percorso

Aula Magna dell'Università Statale di Milano

La consegna della talea dell'albero di Falcone a Palermo

Talea della pianta di Falcone

Durante l'incontro il colonnello Andreani ha consegnato la talea dell'albero di Giovanni Falcone, la quale è simbolo della lotta alla mafia  e di attenzione all'ambiente, con lo scopo di sensibilizzare i giovani sul tema dell'impegno sociale, ma anche sull'importanza della salvaguardia ambientale. La pianta è diventata simbolo della lotta contro la mafia nel 1992 in seguito alla strage di Capaci dove furono coinvolti il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della scorta. Ad oggi, molte scuole italiane hanno aderito al progetto "Un albero per il futuro" fondato dalla Fondazione Falcone e dai carabinieri di educazione alla legalità ambientale con lo scopo di avviare la resistenza civile contro la mafia e in modo tale che la talea diventi strumento di trasmissione di memoria e impulso per la creazione di una società giusta, senza principi e ideali mafiosi.

Lorenzo B. 

L'albero di Falcone

Un albero per il futuro

Dopo l'intervento con il colonnello Andreani abbiamo ascoltato la dottoressa Andreucci, referente nazionale dell'associazione LIBERA, che ha sottolineato l'importanza della scelta: scegliere significa decidere da che parte stare e quindi non essere indifferenti alle ingiustizie del mondo.

In seguito è intervenuto Nando Dalla Chiesa, sociologo ed ex politico italiano, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso in un attentato mafioso; come docente universitario ha creato un nuovo insegnamento per far conoscere la mafia e far comprendere come riconoscerla in un'epoca dove è sempre più difficile perché la mafia ha imparato a nascondersi nei luoghi più impensabili. La vera forza della mafia è proprio la gente che, con l'indifferenza e la paura, le permette di essere quello che ancora oggi è. Proprio per questo ha introdotto una nuova materia di nome "educazione alla legalità" ma che significa legalità? Legalità, riassume Nando Dalla Chiesa, significa educare al conflitto e non come molti pensano un rispetto generico verso le regole ma più che altro verso l'altro come individuo.

Filip M.

Compagnia del,Bivacco

La storia di Rita Atria

Tributo a Denise Cosco

In ricordo di Saveria Antiochia

Pi Amuri - Ballata per fiori innamorati

Dopo aver ascoltato il sociologo Dalla Chiesa, le luci si sono spente e si sono presentate tre ragazze, Eleonora, Benedetta e Sofia, che hanno portato sul palco dell'università uno spettacolo sul tema della mafia al femminile: lo spettacolo si divide in più storie di persone uccise dalla mafia, viene recitato in prima persona per far capire l'esperienza diretta e sensibilizzare noi ragazzi sull'argomento che ritorna sempre ad una costante e doverosa lotta contro la mafia. Abbbiamo ascoltato le vicende di persone che hanno dato la vita purché fosse fatta giustizia come nel caso di Denise Cosco, una ragazza che ha avuto la forza ed il coraggio di testimoniare contro il padre, Carlo Cosco nel processo dove lui era stato accusato dell'omicidio di Lea Garofalo, sua compagna. 

Tutto questo alla fine è servito per avvicinarci, impersonarci e farci provare l'emozione del coraggio di donne che si sono ribellate alla sopraffazione, alla violenza, alle mafie. Nonostante i lutti e le omertà. 

Manuel T.