Marta Negri è una ragazza di 13 anni con una grande passione: gli animali, ma, soprattutto, i falchi. E’ solare, socievole ed empatica e vive in una casa molto spaziosa con un vasto giardino. Vive circondata dagli animali e si prende cura di loro ogni giorno, a volte con un piccolo aiuto di suo zio. Ha voluto raccontarci la sua vita da falconiera.
Come è nata la tua passione per gli animali?
“Mio zio alleva animali, soprattutto uccelli, da molto tempo e io, fin da piccola, mi sono appassionata e ora sto seguendo le sue orme”.
Qual è il tuo genere di animali preferito?
“Mi piacciono molto i rapaci: ho 2 falchi, una Poiana di Harris, Alaska, e un Gheppio Europeo. Io sono falconiera e, per diventarlo, ho studiato circa 2 anni. Si studia non tanto la specie, ma come ci si comporta e ci si prende cura di loro. Con Alaska, la mia Poiana di Harris, faccio volo libero e, grazie al mio addestramento, il suo valore ora ammonta a circa 8 mila euro, ma non la voglio vendere perché ci sono affezionata”.
Quanti animali hai ?
“Ho moltissimi animali, circa 400. Ho 300 galline di varie razze e un border collie, che sto addestrando per poi farlo partecipare a qualche concorso”.
Da grande che lavoro ti piacerebbe fare?
“Per ora mi piacerebbe fare la veterinaria degli animali esotici, come ad esempio i pappagalli”.
Com’è la tua giornata tipo?
“Mi sveglio molto presto, circa alle cinque e mezza o alle sei. Dopo mi preparo e vado a dare da mangiare a tutti gli animali, poi vado a scuola. Il pomeriggio faccio i compiti e successivamente mi esercito nel volo libero o nell'agility con il mio border collie. Dopo aver cenato, mi occupo di dare da mangiare ai miei animali. Infine vado a letto, solitamente abbastanza tardi”.
Amalia Amato
Una pietra della memoria a Corbetta
A Corbetta, grazie al lavoro e alla volontà dell’associazione A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), è stata posta in via Diaz al civico 11, una piccola ma preziosa pietra d’inciampo dedicata al corbettese Marcello Pianta, deportato nel 1944, che non ha fatto più ritorno alla sua casa.
Ma che cos’è una pietra d’inciampo? Si tratta di un piccolissimo monumento interrato che necessita di una distanza ravvicinata per osservarlo. Non si impone, anzi, discretamente si amalgama al tessuto urbano. L’artista berlinese Gunter Demnig, per primo, ha dato vita a questo prezioso progetto che nella lingua originale tedesca si chiama "STOLPERSTEINE" (dall’unione dei due termini: il verbo “stolper” che vuol dire inciampare e attivare la memoria e la parola “steine” che vuol dire pietra). Le prime installazioni risalgono al 1995 e intendono restituire, allora come oggi, visibilità alle vittime uccise nei campi di concentramento nazisti attraverso la memoria di ogni singolo deportato, come un grande e diffuso “Mosaico evocativo” composto da 61.000 tesserine di ottone sparse in oltre 2.000 città europee e in molte città italiane, come anche a Corbetta; è questo un progetto mosso da ragioni etiche, storiche e politiche. Tutti noi dovremmo idealmente “inciampare” negli eventi della storia, anche quelli lontani. Soprattutto, però non dovremmo rimanere passivi spettatori del presente, in cui la Pace sembra perdere quota, specialmente dopo gli ultimi tragici eventi della guerra arabo-israeliana e tutte le guerre che ci sono state e ci sono tuttora nel mondo.
Per far bene questo “balzo” nella storia ci facciamo guidare dalla vicepresidente dell’associazione A.N.P.I. di Corbetta Donatella Magistrelli.
Quando è nata l’associazione A.N.P.I. e di cosa si occupa?
“E’ nata nel 1944, inizialmente solo nel Sud Italia, poi il Nord Italia venne liberato dai tedeschi come l’Associazione Nazionale Partigiani Italiana. Questa organizzazione fa leva sui tre valori fondamentali della Costituzione Italiana: ripudio di guerre intestine, razzismo e dittatura. Un partigiano ed ex detenuto, l’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che è stato Presidente e fondatore dell’A.N.P.I., disse: “La peggiore delle democrazie è sempre meglio delle migliori dittature”. Il nostro scopo principale è eliminare il fascismo, anche se tuttora ci sono persone negazioniste, che negano l’esistenza di questo partito. Inoltre noi riusciamo ad affrontare questi temi con “leggerezza” durante le mostre poiché assistono anche bambini: è giusto ed è nostro dovere che loro sappiano ciò che è successo nel passato senza però spaventarli”.
Quando è stata posta questa pietra d’inciampo a Corbetta?
“La pietra d’inciampo è stata inaugurata il 23 aprile 2023: dopo mesi di lavoro e ricerca siamo riusciti a realizzare questo progetto. Questa idea è nata dopo la partecipazione, mia e del Presidente dell’A.N.P.I., ad un congresso di Milano in cui abbiamo potuto incontrare la rappresentante A.N.P.I. di Milano che ci ha fornito il contatto di un’associazione della fondazione di pietre d’inciampo e siamo riusciti a costruirla. La partecipazione dell’ Arma dei carabinieri di Corbetta e di Abbiategrasso, dei molti cittadini di Corbetta e la presenza dei nipoti di Marcello Pianta, colui a cui è stata dedicata la pietra d’inciampo, è stato un evento commovente e noi ci siamo sentiti orgogliosi del nostro lavoro”.
Ci può raccontare la storia di Marcello Pianta?
“Marcello Pianta era un lavoratore agricolo, aveva una moglie e due figli e abitava a Corbetta in via Diaz. Era un partigiano che faceva parte della brigata Matteotti, fondata a Milano da Davide Levi, di cui faceva parte anche il nostro concittadino Pierino Beretta. In questa brigata ci fu un traditore che diede indicazione ai fascisti per catturarne i componenti. In quel periodo Marcello Pianta, per problemi di salute, si recò all’ospedale di Magenta dove venne trovato dai nazisti e venne così arrestato e portato al carcere San Vittore di Milano, poi venne deportato nel campo di concentramento di Dachau l’8 agosto 1944, dove fu costretto ai lavori forzati nella costruzione di armi. Morì a Mühldorf il 26 marzo 1945; non si sa per certo quale fu la causa”.
Poiché l’ A.N.P.I. si fa portatrice dei valori di pace, cosa ne pensa lei degli ultimi eventi terribili di guerra a cui assistiamo?
“Personalmente credo che le guerre moderne a cui noi stiamo assistendo siano di stampo fascista. Noi dell'A.N.P.I testimoniamo tutti gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e cerchiamo di fare arrivare la storia nel migliore dei modi sia del nostro concittadino che di tutti i caduti. Spero che anche in un futuro le nuove generazioni si impegnino per non dimenticare e per fare in modo che tutto questo non accada più”.
Anna Rizzo e Aurora Zanettini
Spettacolo teatrale e musicale nel Giorno della Memoria
La sezione di Corbetta dell’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (A.N.P.I.) ha organizzato in occasione del Giorno della Memoria uno spettacolo a cura del gruppo teatrale CCT di Santo Stefano Ticino e con la collaborazione dell’orchestra degli studenti del Liceo musicale Quasimodo di Magenta. Il 27 gennaio 2024 nel Teatro della sala polifunzionale di Corbetta hanno preso il volo emozioni di straordinaria intensità. Laura Cerati, la fondatrice del CCT, ha portato in scena con maestria narrativa il dramma delle donne ebree colpite dalla brutalità e dalla disumana ferocia dell’Olocausto.
I testi che sono stati recitati dalle attrici appartengono a Gianfranco Maris, protagonista della storia del ‘900, italiano antifascista e partigiano che a 23 anni era stato deportato in un campo di concentramento durante l’Olocausto: lui, matricola 298, era sopravvissuto. In sala l’ospite d’onore della serata è sua figlia Floriana, che dà voce al padre defunto: “Gli uomini sanno macinare, nei secoli, montagne di dolore e ricostruire sempre più forti ragioni di vita e speranza di pace. Lo si è potuto sopportare, ma non lo si dovrà dimenticare”. Nessuno, dei tanti presenti nella sala gremita, è lì per dimenticare. Tutti ascoltano e vedono ciò che si chiama conoscenza.
Le donne ex-deportate hanno fatto un giuramento a metà maggio 1945 (a guerra finita) nella piazza di Mauthausen: non ricordare solo il loro singolo dolore, ma mantenere viva la memoria della finalità della loro collettiva resistenza, come premessa sulla quale costruire l’avvenire. La loro storia ha preso corpo dando voce ad ognuno di loro.
Sono davanti a noi donne con gli occhi sbendati, con la consapevolezza che la conoscenza di un immenso crimine non possa di per sé garantire che nessuno mai lo ripeterà, questa consapevolezza dovrebbe rendere tutti vigili, per costruire speranze di pace.
Ed un sussurrio di voci si unisce pian piano in un crescendo di un sonante unico coro “Fa’, o Signore, che io non diventi fumo che si disperde”.
Ci sono orecchie in sala che non hanno mai saputo delle gravi violazioni dei diritti umani subite dalle donne ebree durante il Nazismo. Sono state vittime di persecuzioni e violenze. Sono state costrette a lavorare duramente nei campi di concentramento, a subire sterilizzazioni forzate per impedir loro di procreare, a essere oggetto di violenze sessuali da parte dei soldati nazisti.
Essere donna vuol dire garantire il futuro della generazione, la donna dona la speranza della vita e la donna ha mostrato coraggio nel conservare la sua dignità anche di fronte al male più estremo.
Erano belle, avevano occhi e mani espressive e gridavano al vento che si fermassero i maltrattamenti e gli abusi contro di loro. Ma non tutte sono sopravvissute, qualcuna è morta dopo essere stata violata.
La musica dell’orchestra rafforza l’eco emotivo di ciò che il cuore sente e si percepisce il desiderio che la memoria possa essere coscienza e che la coscienza possa essere conoscenza.
Bisogna credere nella storia, la capacità di parlare del passato serve per partecipare al presente.
“Fa’ o Signore che io non diventi fumo che si disperde”, tante voci in un unico grande coro che all’unisono invoca libertà.
Matteo La Paglia
L'Isola della Solidarietà: la 26esima edizione
L’Isola della Solidarietà si conferma l’appuntamento prenatalizio più amato a Corbetta. L’evento, organizzato dall’associazione Città dei Bambini, si è svolto sabato 16 dicembre in piazza del Popolo a Corbetta e ha coinvolto studenti e studentesse della scuola d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di Corbetta, docenti e famiglie che, con collaborazione, divertimento e impegno hanno realizzato lavoretti e attività di vario tipo.
Durante il pomeriggio, spazio a bancarelle, baby dance e canti a cura degli alunni e delle alunne della primaria. I lavoretti, realizzati nelle scuole e nelle famiglie, sono stati venduti per beneficenza. Per riscaldarsi e addolcirsi, a disposizione tè caldo, pandoro e panettone.
I ragazzi delle medie hanno realizzato oggetti con materiale riciclato, come le candele fatte con la confezione delle patatine, origami, braccialetti, portachiavi e decorazioni con i pyssla. L’Isola della Solidarietà è un giorno in cui i ragazzi possono impegnarsi per una cosa comune e aiutare gli altri nel proprio piccolo. I fondi raccolti sono stati destinati dall’associazione Città dei bambini al Fondo di prossimità della Caritas Parrocchiale e alle associazioni Laulima ODV di Abbiategrasso e Caritas Baby Hospital di Betlemme, per aiutare chi è in difficoltà sia nella comunità sia in luoghi lontani. Al termine della giornata tanta soddisfazione, tanti regali acquistati e la convinzione di aver fatto del bene… divertendosi!
Melissa Beqari e Stella Passero
Un'esperienza speciale per le voci bianche corbettesi
Trasferta… in note! Lo scorso 13 ottobre 2023, il coro civico di voci bianche corbettese, i Piccoli cantori di Corbetta, è partito per una tournée a Barcellona, per un concerto insieme al coro EMAC, diretto dalle maestre Nerea De Miguel e Cristina Angels Casas. Un vero e proprio scambio culturale dato che lo scorso 31 marzo il coro catalano era stato ospite a Corbetta. L’obiettivo è unire due cori e farli esibire in un unico concerto.
Da questi due eventi è nata un’amicizia in musica: i ragazzi si sono ritrovati a dover condividere molte esperienze, dai canti di repertorio alle… case. Infatti, i musicisti e le musiciste spagnoli sono stati ospitati dalle famiglie dei cori corbettesi, e, quando i Piccoli Cantori sono andati a Barcellona, sono state le famiglie catalane a ricambiare il gesto.
La tournée è iniziata il 13 ottobre, quando i ragazzi e le ragazze sono partiti dall’aeroporto di Malpensa insieme ad Andrea Semeraro, cantante del teatro “La Scala” di Milano, componente del gruppo “Italian Harmonist” e direttore del coro dei Piccoli Cantori, e del coro corbettese Curia Picta (composto dai cittadini corbettesi con la passione per il canto), e Lorena Balbo, moglie di Semeraro e soprano, oltre che direttrice dei due cori.
A Barcellona, i Piccoli Cantori e il coro EMAC hanno preso parte ad un concerto nella chiesa “Mare de Déu del Roser”, nella quale hanno cantato separatamente alcuni brani, condividendone invece altri. I brani che hanno cantato I Piccoli Cantori di Corbetta sono stati:
“Fuori dal mar”;
“Il mondo è mio”;
“Dolce Sentire”;
“Amazing grace”;
I tre “spiritual”.
I Piccoli Cantori e l’EMAC hanno cantato insieme alcuni brani del repertorio corbettese e del repertorio catalano, che sono:
“Siyahamba” e “Adiemus”, del repertorio corbettese;
“We are young” e “Canço de bres per una princesa negra”, del repertorio catalano.
Questo concerto è stato emozionante e caratterizzato da un evento che rimarrà impresso a molti. Infatti, il giorno seguente, i Piccoli Cantori e l’EMAC sono andati in pullman al Santuario di Montserrat, che ospita una scuola di musica prestigiosissima a livello internazionale e che ospita concerti. Qui, hanno assistito ad una esibizione della scuola canora, di solito off-limits per il pubblico. Al termine la possibilità unica di esibirsi nel Santuario di Montserrat, cantando il brano del loro repertorio “Dolce sentire” a cappella. Infine, I Piccoli Cantori hanno visitato il “Gran Teatre del Liceu” nella mattinata e il “Palau de la Mùsica Catalana”. Ma cerchiamo di capire meglio sia il punto di vista del maestro Semeraro riguardo questa tournée.
Come è nato questo contatto con la Spagna?
“Più o meno 35 anni fa, facevo parte di un coro delle voci bianche a Trieste dove conobbi una persona che lavora al Teatro Liceu di Barcellona e mi ha fornito i contatti di Cristina Angels Casas, la direttrice dell’EMAC, e Nerea De Miguel, insegnante di canto della scuola. Siccome entrambi riteniamo il gemellaggio con altri paesi molto importante, abbiamo deciso di organizzare insieme questa Tournèe”.
Cinque anni fa, quando sono cominciate le prime prove, immaginavi di riuscire ad arrivare in Spagna?
“Sinceramente non me l’aspettavo, è vero che a Corbetta ci sono molti giovani, però non è presente una vera e propria tradizione di coro di voci bianche. Cinque anni fa, ho proposto alle prime famiglie di far partecipare i propri figli a questa iniziativa e successivamente, grazie all’aiuto dell'Amministrazione comunale, siamo riusciti ad aumentare, ogni anno, le attività e anche il numero di partecipanti. Ero sicuro di poter realizzare con loro delle Tournée e concerti importanti, ma non di certo in questi primi cinque anni, dato che c’è stato anche un anno di pandemia. Ciò che pensavo fosse difficile non era organizzare i viaggi, ma bensì ricevere chiamate per partecipare ad eventi e concerti, che si sono rivelati una vera e propria soddisfazione. Sono molto contento del risultato ottenuto”.
Hai in mente altri progetti in futuro? Ritornerete in Spagna o avete altre mete?
“Sì, ho molti progetti da realizzare in futuro, tra questi sto pensando di portare i ‘Piccoli Cantori’ in Inghilterra e di portare il gruppo delle ‘Liberty’s Soul’ (formato da ragazze dai 14 ai 20 anni) in Belgio. Per realizzare questo ho bisogno della partecipazione di molti più ragazzi, perché più siamo, più bello è, e più concerti e viaggi facciamo”.
Ai lettori di “Praticamente”, un invito: se siete appassionati di canto, partecipate al coro delle voci bianche di Corbetta per esperienze meravigliose!
Anna Rizzo e Aurora Zanettini