I personaggi

"Chi non legge, a  70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito..." 

quando Laurana indagava su Roscio  

"perchè la lettura è un'immortalità all'indietro"

Umberto Eco

Gli alunni della V A SIA hanno prodotto un'analisi dei personaggi principali, ipotizzando per ognuno un volto, disegnato a mano, ispirandosi anche alla produzione cinematografica del romanzo.

Paolo Laurana

Laurana è il protagonista, ha quasi quarant'anni e alcune volte è "travolto" dal desiderio d'amore. Uomo timido, gentile, onesto, ama la dolce vita e ogni giorno parte con la corriera per andare a scuola dove insegna lingua straniera, italiano e filosofia ed è soddisfatto del suo lavoro.

Ha avuto pochi amici e l'unico che gli era sempre stato fedele, Roscio, è morto. La morte dell'amico crea nel protagonista desolazione, con "intermittenze" ansiose che si manifestano anche fisicamente. Laurana, spinto dalla curiosità, decide di indagare sul delitto. Non vuole arrendersi mai anche se avverte il peso del pericolo. Arrivato alla conclusione della sua indagine privata, inizia a frequentare la signora Luisa, vedova di Roscio. In lei Laurana vede "una speranza d'amore", è attratto dal suo fascino, dal suo corpo, dai suoi capelli... Vicino a lei si sente imbarazzato, goffo, "'quasi inutile". Dopo la sua morte, i paesani continuano a parlare di lui rimpiangendolo, ma accusandolo di essere un CRETINO, UN INGENUO. E' il personaggio che rappresenta più di tutti il pessimismo non remissivo di Sciascia: consapevole della difficoltà nel cambiare il destino della Sicilia e del rischio a cui si va incontro, ne parla, scrive con assoluta spontaneità e schiettezza, non si arrende, ci prova.


Dottor Roscio

Era un bravo dottore del paese, di ideologie comuniste, grande amico del professor Laurana. Amava molto leggere, trascorrere le serate sul balcone o in salotto. Era intelligente ma di un'intelligenza "quiete, lenta". Roscio è sempre stato fedele alla moglie Luisa, l'amava molto anche dopo averla vista in "compagnia" del cugino, l'avvocato Rosello. Aveva molti soldi e nessun'ambizione, amava il suo mestiere, il paese, le serate al circolo o in farmacia, la caccia ed i cani ma soprattutto amava la sua bambina. Il dottor Roscio aveva un carattere chiuso, non si confidava mai ma, dopo aver saputo la verità su Rosello, aveva avuto il coraggio di "confessare" i fatti ad un deputato. Poi era rimasto in silenzio con la paura di esser colpito da un momento all'altro, quella stessa paura che colpiva e colpisce molti siciliani, destinandoli a vivere nell'omertà. Infatti il solo tentativo di parlare e voler denunciare, punirà il Dottor Roscio che perderà la vita.


Manno

Era un farmacista, uomo timido e discreto, amante della caccia e della vita di paese. Dopo la sua morte, in paese si vocifera che sia stato ucciso per aver molestato una ragazza di vent'anni ma, la moglie Teresa Spanò lo difende, assicurando che le è sempre stato fedele. Manno proveniva da una famiglia povera, era avido, avaro, gli piaceva ascoltare ma non parlare. Da quando aveva aperto la farmacia però era cambiato. Era un bell'uomo, gentile, affezionato a sua moglie ed era amico di tutti i suoi paesani. Dopo aver ricevuto la lettera anonima sulla quale vi era scritto "Unicuique suum" (A ciascuno il suo), non voleva darle peso; ma in realtà si era spaventato ed aveva chiesto aiuto al commissario.


Luisa Rosello

È la moglie di Roscio e cugina di Rosello, è una donna attraente e gentile, "attaccata" al marito ed alla figlia. In paese viene definita una "donna da letto", tutti parlano bene di lei. Da piccola viveva con il cugino e, dopo la morte del marito, vorrebbe risposarsi proprio con l'avvocato ma in seguito cambia idea. Collabora con Laurana, ma non è sincera. E' l'oggetto del desiderio di molti uomini e di questo ne è consapevole.

Soccombe alla passione, rinunciando alla verità. Per egoismo è complice dei tre delitti organizzati dal cugino. In lei Sciascia fa veicolare un aspetto particolare della cultura siciliana: il peso dell'onore e la forza della sensualità, profetizzando il ruolo spesso decisivo delle donne nell'ambiente mafioso.


Professor Roscio

È il padre del dottor Roscio ed è in pensione da circa venti anni. E' un uomo d'ideologie comuniste, ama molto la "Divina Commedia", adora il figlio ma non ne condivide la scelta di sposare una donna di famiglia democristiana. Il professore soffre molto per la morte del figlio e fa capire in modo molto chiaro a Laurana che vorrebbe trovare gli assassini. Questo personaggio è un aiutante positivo poiché fornisce dettagliate informazioni sulla vita e sul carattere del figlio.

Avvocato Rosello 

È il cugino di Luisa ed è un antagonista poiché è il responsabile della morte di Manno, Roscio e Laurana. E' un uomo molto ricco, fa parte del consiglio d'amministrazione della Furaris ed è anche consulente tecnico della stessa società. E' inoltre presidente d'altre ditte; svolge quindi diverse attività, molte delle quali illegali. Gode della stima dei socialisti ed i suoi affari privati lo portano fino a Palermo. Sono però affari oscuri, nei quali nessuno cerca di "ficcare il naso". Rosello è forse l'uomo più importante del paese, apparentemente sembra onesto, molto socievole, espansivo e finge di collaborare con Laurana. Fin da piccolo è cresciuto con la cugina Luisa con la quale ha avuto una lunga relazione amorosa, nascosta a Roscio. Dopo la morte di Roscio in paese si parla già di matrimonio tra i due cugini, matrimonio che potrebbe "unificare una proprietà". Ma è l'esempio di quei "notabili" corrotti e pericolosi tanto odiati da Sciascia.