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https://www.observo-onlus.org/v2/project/gambling/



La ludopatia

a cura di Margherita D.P., Denisa P. e Elisa Q.

LA DIFFUSIONE DEL GIOCO D’AZZARDO

In Italia è sempre più praticato il gioco d’azzardo, legale ed illegale, sia attraverso le piattaforme online che nei luoghi fisici. Dal 1993 al 2018 l’importo del gambling (gioco d’azzardo) è salito dagli iniziali 8,79 miliardi di euro ai circa 108 miliardi. Nell’anno 2019 c’è stato un ulteriore incremento del 3,5% arrivando all’importo totale di 110,5 miliardi di euro. Rapportando questo importo alla sola popolazione maggiorenne, emerge una somma di denaro giocata di 2180 euro pro capite. Di conseguenza sono notevolmente aumentate le perdite dei giocatori, così come gli incassi dello Stato.

Negli ultimi 4 anni, inoltre, la raccolta online è cresciuta di circa il 70% rispetto agli anni precedenti.

Dai dati resi noti dall'Istituto Superiore di Sanità relativi al 2018 è emerso che i giocatori maggiorenni erano 18 milioni (36,4% della popolazione maggiorenne) e che la maggior parte di questi erano collocati nella fascia d'età dai 40 ai 64 anni. Risulta, inoltre, che circa un milione e mezzo di questi giocatori presentava difficoltà nel gestire il gioco sia dal punto di vista del denaro che del tempo speso. Un altro dato rilevante è che circa 673 mila i minorenni avevano giocato d’azzardo, pur essendo questo vietato in Italia poiché il gioco d’azzardo è consentito solo ai maggiorenni. Buona parte di questi aveva dichiarato di aver iniziato a giocare dopo aver visto una pubblicità.

Dal gioco d’azzardo legale ogni anno si guadagnano 100 miliardi di euro, denaro di persone che sperano di cambiare vita grazie ai giochi, ma alla fine diventano semplicemente più poveri. Riguardo al gioco terrestre, il Gratta e Vinci è quello più giocato, mentre nei siti web i più gettonati sono le scommesse sportive, seguite poi dal Gratta e Vinci e dalle Slot Machines.

LE NORME SUL GIOCO D'AZZARDO

A livello normativo c’è una differenza tra i vari paesi della Comunità Europea. In alcuni stati, come l’Italia e la Spagna, il gioco d’azzardo online è regolato da concessioni pubbliche, mentre invece in altri Stati ancora non c’è una vera e propria regolamentazione. L’Italia è stato uno dei primi paesi ad adottare il regime delle concessioni, quindi i gestori dei servizi di gioco d’azzardo per poter operare legalmente in Italia devono rispettare numerose norme e vengono controllati periodicamente. A livello europeo non è stato possibile adottare una linea comune in quanto i vari stati membri vogliono mantenere il controllo sulla regolamentazione del gioco d’azzardo.

LE FALSE CREDENZE SUL GIOCO D’AZZARDO

Con il passare degli anni in Italia sta aumentando il numero di tipologie e forme di gioco d’azzardo; questo ha causato, a sua volta, un aumento dei giocatori che sono caduti in una vera e propria dipendenza dal gioco, che si è spesso conclusa con la perdita di tutti gli averi che si possedevano. Spesso questi giocatori si sono affidati ai cosiddetti “sistemi sicuri per vincere; in realtà, la matematica ci dimostra che questi sistemi sono illusori e irreali. D’altronde se questi sistemi fossero stati reali, probabilmente tutti quelli che gestiscono le bische avrebbero perso interesse nel farlo.

Uno di questi falsi sistemi si basa sul fatto che con il passare del tempo tutti gli eventi devono realizzarsi uno stesso numero di volte. Questo falso sistema può essere spiegato con l’esempio del lancio della moneta: se una moneta viene lanciata 200 volte ed esce croce 160 volte, la falsa credenza porta a supporre che nei lanci successivi uscirà maggiormente testa. In realtà la probabilità nega ciò poiché ad ogni lancio la possibilità che esca una delle due facce della moneta è sempre la stessa (50%), indipendentemente da ciò che è accaduto nei lanci precedenti. I sostenitori della tesi contraria fanno riferimento erroneamente alla “Legge dei grandi numeri”.

IL GIOCO ONLINE

In Italia, a differenza di altri paesi Europei è vietata la pubblicità dei siti di gambling.

Per garantire che le leggi del territorio italiano vengano rispettate anche nel caso del gioco online, se si prova ad accedere a siti che non hanno ricevuto l’autorizzazione italiana, ne viene impedito l’accesso.

Sul web ci sono molti siti illegali che non hanno delle licenze regolari, violano le norme sulle pubblicità, promettono delle vincite più facili e richiedono meno controlli per l’iscrizione. Tutto questo è solamente una truffa. Tra marzo e novembre 2020 lo Stato ha chiuso 262 siti di questo tipo; tuttavia alcuni di essi non sono stati chiusi definitivamente, perché sono ospitati su server esteri.

Durante il lockdown si sono evidenziati diversi problemi. L’impossibilità di uscire di casa per andare a giocare ha reso difficoltoso nascondere all’interno dei nuclei familiari i problemi di ludopatia, sempre più giocatori si sono dedicati al gioco online anche con l’illusione di riuscire a migliorare la loro situazione economica, danneggiata a causa delle chiusure legate alla pandemia.

GIOCO D’AZZARDO E CRIMINALITÀ

Da una relazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) è emerso che la criminalità organizzata utilizza sempre di più a proprio vantaggio il gioco d’azzardo online illegale.

Oggi le mafie approfittano dei ludopatici concedendo loro prestiti a tassi usurari. In questo modo, oltre alla dipendenza dal gioco, si crea anche la dipendenza economica dai clan. Tutto ciò ha gravi conseguenze sociali e influisce negativamente sulla salute mentale delle persone. Proprio per questo motivo è importante creare delle reti di controllo che funzionino in modo efficiente e avere dei dati sui giocatori. In un convegno, il sociologo Maurizio Fiasco ha evidenziato che le entrate della criminalità organizzata dovute al gioco d’azzardo online sono 5 volte superiori a quelle dello Stato, questo perchè il gioco d’azzardo illegale online è molto più semplice da gestire rispetto ad altre attività malavitose, quali ad esempio lo spaccio di droga.

Il gioco d’azzardo a differenza dell’abuso di alcool e l’assunzione di sostanze stupefacenti viene considerato accettabile, poiché spesso non viene preso in considerazione il suo lato patologico e le conseguenze che ne derivano.

IL GIOCO D'AZZARDO PATOLOGICO

Lo stesso discorso vale anche per il gioco virtuale come riportato di seguito da una seconda tabella riassuntiva:

tabella ripresa dal “Libro Blu 2019”, AGENZIA DELLE DOGANE E MONOPOLI

Il gioco d'azzardo è un “gioco” nel quale si scommettono dei propri averi, in particolare denaro, per sperare in una vincita su un evento che dipende dal caso. Quando i giocatori aumentano sempre più la loro frequenza di gioco e questo diventa una vera e propria dipendenza, si parla di “disturbo da gioco d’azzardo patologico”. Le conseguenze di questo disturbo portano a problemi fisici, familiari, sociali ed economici.

Il gioco d’azzardo in tutte le sue forme e i suoi aspetti è diventato, dal 1980, un vero e proprio fenomeno patologico; è diffuso in una fascia di età molto ampia, vale a dire dai 18 ai 70 anni circa.

Per un giocatore l’aspetto fondamentale del gioco è la gratificazione che deriva dalle forti emozioni scatenate dal rischio. Più si gioca più si è portati a credere che la possibilità di vincita sia influenzata dal proprio comportamento e dalle proprie capacità.

Una fascia d’età molto a rischio è quella dei giovani che si trovano in una fase della loro vita caratterizzata da una maggiore debolezza emotiva e da una maggiore impulsività.

Dal 2019, come riportato dalle tabelle dell'agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le giocate nei locali fisici sono in costante aumento:

tabella ripresa dal “Libro Blu 2019”, AGENZIA DELLE DOGANE E DEI MONOPOLI

IL GIOCO D’AZZARDO: GLI EFFETTI DEL LOCKDOWN E I MINORI A RISCHIO

Nel corso del 2020 la situazione si è evoluta in modo diverso.

Durante il periodo del lockdown nazionale (8 marzo - 4 maggio) sono diminuiti i problemi legati alle dipendenze. In particolare la pratica del gioco d’azzardo è passata dal 16,3% al 9,7%. Quando però le attività hanno riaperto e le restrizioni sono diminuite, il gioco d’azzardo è aumentato fino al 18%. Questo è quanto è stato rilevato dalla ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con alcune università italiane.

È diminuito sia il gioco “dal vivo” e stranamente anche quello online, che poi è aumentato quando si è normalizzata la situazione pandemica. A crescere durante il lockdown, però, sono stati il tempo passato a giocare (circa un’ora) ma anche la platea dei giocatori; infatti l’1% delle persone intervistate racconta di essere entrato nel mondo del gioco d’azzardo per la prima volta proprio durante questo periodo.

Per quanto riguarda il gioco dal vivo, questo è passato dal 9,9% al 2,4% durante il lockdown, per poi aumentare di nuovo fino all’8%. Il gioco online invece è passato dal 10% all’8% nel periodo di lockdown, successivamente è salito fino al 13%.

L’EFFETTO POSITIVO DEL LOCKDOWN ERA SOLO APPARENZA

Lo psichiatra, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di terapia cognitivo impersonale Tonino Cantelmi spiega:

"In generale abbiamo assistito ad un contenimento di tutti i comportamenti impulsivi, grazie alla chiusura dei centri di scommessa e al fatto che stando confinati con la propria famiglia o con alcuni conviventi, si è ridotta necessariamente la ricerca spasmodica del gioco, con una migliore regolazione emotiva” (in Ananasso, Gioco d'azzardo, il crollo durante il lockdown era solo un'illusione. Minori a rischio, cfr. sitografia).

Lo specialista racconta che si è trattato di apparenza. È vero che i comportamenti impulsivi sono diminuiti, per esempio la gente si è ubriacata di meno, non ha fatto uso di sostanze stupefacenti e ha giocato molto di meno rispetto a prima ma tutto ciò però è durato pochissimo a causa della fine dei mesi di lockdown.

Oggi i ragazzi aggirano le leggi e giocano ad un’età giovanissima, soprattutto online. Il 30% degli adolescenti italiani tra i 14 e i 17 anni ha giocato almeno una volta. Cantelmi dice che il gioco d’azzardo riguarda tutti, ma solitamente il giocatore non ammette la verità, cioè che ha un problema di dipendenza, ma pensa di poterlo gestire e aspetta la tanto attesa vincita.

La cosa più importante è che bisogna chiedere un aiuto professionale, seguendo i percorsi residenziali full immersion di breve durata, ovvero circa 3 settimane. In Italia ci sono molti servizi che funzionano in modo eccellente, ma il problema è riuscire a convincere il giocatore patologico a curarsi per migliorare il suo futuro. Purtroppo durante il periodo di lockdown, molti centri per la cura delle dipendenze hanno sospeso la loro attività.

LA PATOLOGIA

Solitamente la ludopatia è legata a diversi fattori: basso livello di vita, problemi di sonno, uso inappropriato di psicofarmaci. È difficile uscire da questa situazione.Q uesta dipendenza è caratterizzata dall’incapacità di provare piacere, chiamata “anedonia”. La pandemia ha aumentato il rischio di danneggiare la salute mentale nella popolazione ma i motivi che spingono le persone a cercare il piacere fino a diventare dipendenti mediante il gioco d’azzardo sono numerosi e legati alla storia personale di ogni individuo.

Per gli adulti il gioco ricopre principalmente un momento di svago che molte volte si trasforma in un'ossessione; dunque almeno inizialmente serve a staccare la spina dalla vita quotidiana e rappresenta una via di fuga dalla giornata lavorativa e dagli impegni. Le conseguenze più gravi arrivano quando si hanno le prime difficoltà economiche e questa ossessione si intromette nelle relazioni private e lavorative.

Per i giovani, invece, rappresenta un mezzo grazie al quale riescono ad integrarsi in un gruppo, soprattutto durante il periodo dell’adolescenza.

Questi giochi vengono presi come un modo per farsi strada in un gruppetto e per mettersi in evidenza rispetto agli altri. I motivi per cui i ragazzi iniziano sono vari, ma tra i principali rimane la mancanza di rapporti e attenzioni da parte della famiglia; per questo si cerca conforto in queste che si pensano piccolezze e passatempi innocui che tali non sono. Gli stessi giochi riescono a raggirare adulti vulnerabili, figuriamoci ragazzi giovani che per lo più si trovano in una fase intermedia della loro vita. Le problematiche causate ai ragazzi non sono molto differenti da quelle degli adulti, ma possiamo definirle più preoccupanti data la giovane età. Tra le manifestazioni che possiamo considerare dei campanelli di allarme ricordiamo l'irritabilità, l'apatia, disturbi del sonno, disturbi alimentari.

Dati tratti da Consumi d'azzardo 2017, Rapporto di Ricerca sulla diffusione del gioco d’azzardo fra gli italiani attraverso gli studi IPSAD® ed ESPAD®Italia, disponibile al link https://www.avvisopubblico.it/home/wp-content/uploads/2018/06/Consumi-dazzardo-2017.pdf

In particolare, il 2020 si è rivelato come l'anno di scoperta del gioco online per i ragazzi. Laddove sono iniziati a mancare gli stimoli sociali, con restrizioni e divieti pubblici sempre più evidenti per una completa sicurezza del Paese, i ragazzi hanno iniziato a trovare conforto e contatto nella partecipazione ai siti di gioco online, ad oggi molto diffusi in tutto il web. Durante il lockdown sono molti i giovani che si sono avvicinati al mondo del gioco online riconoscendone anche i rischi. Questa tendenza prende il nome di “sensation seeking” :

«La sensation seeking è un tratto definito dalla ricerca di comportamenti a rischio, sensazioni ed esperienze varie e intense, e dalla disponibilità a correre rischi fisici, sociali, legali e finanziari, per il piacere di tali situazioni».

(Zuckerman, 1994)


Secondo il pensiero della psicoterapeuta Sara Dellabella:

“La pandemia non è l’unica causa dell’avvicinamento dei ragazzi al gioco d’azzardo, ma sicuramente l’esposizione allo stress causato da essa e la carenza di stimoli esterni ha predisposto i ragazzi a cercare in internet una forma di gratificazione e il gioco d’azzardo può rappresentarlo” (in Ferri, Virus dell'azzardo online, giovani sempre più a rischio: al giorno giocano fino a 1000 euro, cfr. sitografia).

Tratto da Consumi d'azzardo 2017, Rapporto di Ricerca sulla diffusione del gioco d’azzardo fra gli italiani attraverso gli studi IPSAD® ed ESPAD®Italia, disponibile al link https://www.avvisopubblico.it/home/wp-content/uploads/2018/06/Consumi-dazzardo-2017.pdf