Qualche tempo fa, in un tiepido giorno d’autunno,io, mio fratello ed alcuni suoi amici andammo a fare un tranquillo picnic a Villa Pamphili.
Tutto procedeva per il meglio.
Mangiammo e giocammo con la palla.
Il clima appariva tranquillo finché non arrivò un forte vento accompagnato da una dolce pioggia autunnale.
Subito mi scaraventai da mio fratello ed esclamai: “Veloci, dovete riporre il cibo altrimenti volerà da tutte le parti! Dovete fare piazza pulita!”
In un batter d’occhio tutto si riposizionò nei nostri zaini e non solo: le foglie autunnali, che precedentemente giacevano sul terreno , ora erano sparite.
Finita la pioggia continuammo a giocare sull’erba ormai pulita e libera.
Arrivati a tarda sera, era giunta l’ora di tornare a casa.
Inoltre le previsioni meteo non davano buone notizie riguardo le ore successive; Tuttavia, mio fratello e i suoi amici avevano l’idea di rimanere a giocare fino ad ora di cena.
Così esclamai: “Avete un chiodo fisso in testa! Presto verrà a piovere!”
Immediatamente a mio fratello ed ai suoi amici spuntò dalle tempie un chiodo ben conficcato.
Non avevo scelta, dovevo rimanere con loro pur sapendo che, tornati a casa tutti bagnati, i nostri genitori ci avrebbero sgridato. E infatti, così fu.
Giunti finalmente a casa con i vestiti inzuppati, ci prendemmo numerose sgridate da parte dei nostri genitori che si accorsero del chiodo conficcato in testa e si spaventarono a tal punto da chiamare un’ambulanza.
All’arrivo dell’ambulanza però, il chiodo sparì e mio fratello venne messo in castigo.
“Sei in castigo! E non provare a rispondere per le rime!” Esclamò mia madre.
Mio fratello iniziò così a recitare stranamente “L’infinito” di G. Leopardi.
Nostra madre, pensando fosse una presa in giro disse: “Questo ragazzo ha un diavolo per capello”.
E improvvisamente spuntò un piccolo diavoletto che girava tranquillamente sulla testa di mio fratello.
I miei genitori rimasero sbigottiti, a tal punto, da svenire.
Al loro risveglio però, tutte le cose strane che avevamo visto erano sparite.
Dopo tanto tempo, ancora oggi, non mi capacito di come tutti quei fenomeni inspiegabili possano essere successi.
Tutti rimanemmo a bocca aperta e non trovammo il motivo per quegli strani eventi, accaduti in quello che doveva essere un tranquillo giorno d’autunno.
F. P. III A