Scuola

Al Binario 21 per non dimenticare l'orrore della Shoah

Le classi terze hanno visitato il Memoriale della Shoah, situato al Binario 21, dal quale furono deportati nei campi di sterminio nazisti migliaia di ebrei italiani. Un'opportunità per non scordare la tragedia della Shoah, conoscere la storia dei sopravvissuti e riflettere sull'indifferenza di chi ha fatto finta di non vedere il male assoluto.

a cura di Clarissa

Nel mese di settembre gli alunni del Besozzi delle classi terze sono stati accompagnati al Memoriale della Shoah, presso il Binario 21 situato in Stazione Centrale a Milano, per conoscere una delle pagine più drammatiche della storia dell'umanità.

Dal Binario 21 infatti partivano gli ebrei per essere portati nei campi di sterminio durante la Seconda guerra mondiale.

Ci sono due cose che si notano appena entrati. Una di queste è la scritta “indifferenza”, scolpita su un muro di cemento all'ingresso, fatta costruire da Liliana Segre; la seconda invece è un’opera composta da una massa di libri con parti rosse per simboleggiare le ferite e il dolore che porta la guerra, e un orologio che segna lo scorrere del tempo dall’inizio della guerra in Ucraina; se la guerra dovesse durare altri sei mesi o un anno gli artisti aggiungeranno ogni giorno un libro.

Andando più avanti si trovano i binari con i vagoni originali e a terra sono presenti diverse piastrelle che riportano le date delle partenze verso i campi di concentramento.

A lato si può vedere “l’ascensore” con il quale venivano calati i vagoni sul binario, quegli stessi vagoni che portavano cittadini italiani ebrei nei campi di sterminio.

Dopo aver fatto tutto il giro con la guida gli studenti sono tornati all’inizio del Memoriale dove hanno visionato, all'interno di piccole stanze, video registrati in cui donne e uomini sopravvissuti parlavano della loro terribile esperienza nei campi di concentramento.

E' stata un’esperienza molto toccante e un’opportunità per sapere di più su ciò che non dovrebbe mai essere dimenticato. 

La solidarietà dei ragazzi sensibilizza sul tema della  colletta alimentare 

In occasione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare gli studenti del Besozzi hanno dato una mano al prossimo raccogliendo cibo per i più bisognosi. I ragazzi e le professoresse affermano di aver partecipato con entusiasmo a questa iniziativa e consigliano l'esperienza.

a cura di Andrea

La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare quest’anno si è tenuta il 18 novembre e consiste nel donare degli alimenti ai volontari presenti nei 11.032 supermercati che aderiscono a questa attività.

Pensate che in una sola giornata sono state raccolte 7.350 tonnellate di cibo! 

Tra i volontari ci sono stati diversi studenti del Besozzi che sono stati al Lidl di Corso Milano per circa due ore.

Era il 1997 quando in Italia è partita per la prima volta questa iniziativa , nata in Francia con il nome “Collecte Alimentaire Nationale”.

L’offerta era libera anche se gli alimenti più richiesti sono stati verdure, legumi, tonno e carne in scatola.

Agli alunni è piaciuta molto questa iniziativa. “Fuori dall’ordinario e divertente” spiega Enea. “Contento di aver dato una mano ai bisognosi” dice Kleris. “Penso che sia un’esperienza che tutti devono fare e la consiglio” afferma Sarah.

Le professoresse Cristina Pelà e Pierangela Drigo sono state molto felici di vedere i propri studenti motivati e felici per questa causa.

"I nostri alunni hanno dedicato ben sette ore del loro tempo libero a questa iniziativa - spiegano le docenti -. La passione e la gioia di donare qualcosa di se stessi hanno reso vivo e tangibile un gesto concreto fatto di collaborazione, complicità e gratuità. 

Noi adulti abbiamo portato a casa un grande insegnamento: l'entusiasmo ha accesso i loro cuori e il desiderio di poter fare qualcosa per chi è in difficoltà ha permesso di fare "grandi cose", anche di stare chiusi in un supermercato in un bel pomeriggio di sole o di spendere i propri risparmi per l'acquisto di alcuni prodotti da donare al banco alimentare". 

Un progetto a cento voci

La scuola Besozzi offre molte possibilità di progetti extra scolastici, tra cui il coro, un modo per ritrovarsi con gli amici e distrarre la mente. Quest'anno il coro si è esibito all'Immacolata con l'aggiunta di una banda che ha accompagnato  gli alunni durante serata. Sarà l' ultimo anno in cui la prof.ssa Guidi sarà a capo del progetto. 

a cura di Riccardo

Anche quest'anno lo spettacolo del coro del Besozzi è stato un grande successo: tutti gli alunni sono stati a dir poco spettacolari, sono riusciti a coinvolgere il pubblico con ogni canzone e hanno trasmesso tantissima energia e felicità.

Ma come hanno fatto a cantare così bene? Grazie alle prove.               

Il coro è un progetto scolastico organizzato dalla professoressa Annamaria Guidi. Questo progetto a scopo benefico, si è concluso con l'esibizione degli studenti il 20 dicembre, alla chiesa dell'immacolata. La somma ricavata dalle offerte degli spettatori è stato  data in beneficenza.

Tutti i martedì, per esercitarsi a cantare, gli studenti si ritrovavano in aula musica. Essendo l’ultimo anno in cui la professoressa Guidi è stata a capo del progetto, ha voluto fare le cose in grande! Quest’anno infatti a suonare con gli alunni c’è stata la banda! 

Ma perché gli alunni si sono iscritti al coro? “Perchè oltre al consiglio della prof, mi piaceva l'idea di questo progetto ed ero curiosa di vedere il risultato di tutto l’impegno messo nel progetto.” - dice Andrea. “Mi sono iscritto per stare con il mio amico e anche perchè cantare mi fa sfogare ” - spiega Dario.

Nel corso di una piccola intervista alla professoressa Guidi ha manifestato il suo impegno e la sua dedizione verso il coro.

Perché ha deciso di lasciare il coro?

Perché tutte le cose belle ad un certo punto finiscono, comunque, anche se il coro è anche un po faticoso, mi porto dietro un bagaglio di esperienze enorme e di grandissime emozioni.

Perché ha deciso di creare il coro?

Perchè per me la musica è un qualcosa di collettivo, che va fatto insieme, perché se la musica non si fa insieme non si possono  provare a pieno tutte le emozioni della musica e quindi per unire i ragazzi della scuola Besozzi ho deciso di creare questo progetto. 

Cosa prova quando conduce il coro, lei che lo ha fatto per molti anni?

Beh, di sicuro provo una grande felicità ed energia e un senso di soddisfazione per aver visto l’impegno messo nel progetto realizzato.

Un po' di Besozzi anche in Finlandia

Alcuni professori della scuola Besozzi sono andati in Finlandia per apprendere un nuovo sistema scolastico e hanno deciso di condividere la loro esperienza raccontandoci dei metodi di insegnamento e del rispetto degli studenti.  Il particolare che ha stupito di più gli studenti della nostra scuola? Dopo 45 minuti di lezione sono previsti 15 minuti di pausa.

a cura di Carol

Nelle prime due settimane del  mese di ottobre alcuni professori sono andati a fare un viaggio di studio in Finlandia. Hanno portato in Italia nuove tecniche di insegnamento provate sulla loro pelle.

I professori Fortunato Laura e Giancotti Giuseppe ci hanno parlato un po’ della loro esperienza.

Che differenze avete riscontrato tra il sistema scolastico italiano da quello finlandese?

L’organizzazione del tempo, la libertà e responsabilità degli alunni, le attività pratiche e creative.

Quanto duravano le lezioni?

Duravano un'ora, strutturate in 45 minuti per lezione e 15 minuti di attività ricreativa all’aperto indipendentemente dalle condizioni meteo.

Che metodi di insegnamento usano i docenti?

Dopo una spiegazione breve sull'argomento i docenti coinvolgevano gli studenti con attività interattive e laboratoriali utilizzando una metodologia comunicativa e molti lavori di gruppo.

Eravate voi o i docenti a spostarvi di classe in classe?

In base alla materia gli alunni si spostavano autonomamente per raggiungere l’aula dell’insegnante.

I professori erano severi?

I professori non erano severi perché gli alunni sono attenti e rispettosi.

Che materie facevate?

Il corso che abbiamo fatto era strutturato sulle nuove metodologie didattiche innovative.

Cosa avete portato di nuovo in Italia di quello che avete imparato?
La possibilità di strutturare le lezioni e le attività scolastiche in modo interattivo alternando momenti di studio a momenti ricreativi.

Le attività interattive, la gestione delle lezioni tra studio e relax. Utilizzare metodologie acquisite durante il corso.

Cosa vi è piaciuto di più?

Mettersi nei panni degli studenti sperimentando nuovi metodi da utilizzare in prima persona, l’attenzione delle persone e al benessere personale, il rispetto della natura e degli spazi aperti.

Tanti passi nella natura... e Varazze all'orizzonte  

Le classi seconde si sono recate a Varazze per fare l'uscita didattica del trekking. La gita è finita con la permanenza in una spiaggia  incantevole.  Per molti è stata un'uscita faticosa, ma spendida per il panorama stupendo.

a cura di Francesco

Le classi seconde, già alle sette di mattina, erano pronte per affrontare il viaggio che li avrebbe condotti all’uscita didattica di trekking programmata per il 11 e 13 ottobre. Era una giornata umida e nuvolosa e gli studenti hanno atteso la partenza davanti ai due bus posteggiati davanti alla scuola.

Una volta trovato posto sul veicolo, i pullman sono partiti e nessuno dei due bus si è fermato prima di trovare un autogrill a metà strada.

Finalmente, dopo un viaggio di due ore, i ragazzi sono scesi a Varazze e dopo aver recuperato tutti gli zaini erano pronti a partire.

Dopo pochi minuti, però si sono trovati di fronte a un'amara sorpresa: la strada era chiusa perché stavano girando un film! E allora via, di nuovo sui pullman, destinazione un paesino situato poco più avanti. 

Dopo un lungo viaggio e una falsa partenza gli studenti hanno camminato per più di un'ora su un sentiero tra le montagne e il mare. 

Le pause non sono state molte e quando sono arrivati gli alunni erano molto stanchi e sorpresi da quanto la passeggiata era stata impegnativa. I loro sforzi però sono stati ripagati dalla permanenza su una bella spiaggia ghiaiosa dove hanno consumato il pranzo al sacco.

I ragazzi sono rimasti lì un'ora e non hanno fatto il viaggio di ritorno a piedi perché i pullman li ha raggiunti. 

Il viaggio di ritorno è durato molto e sono arrivati al Besozzi intorno alle cinque.

"E' stato bello perché c’ erano i miei amici” ha affermato Riccardo. "Bello, ma molto faticoso” ha commentato Giulio.

Sulle acque del Ticino si fa sport 

Le classi terze hanno provato l'attività sportiva del rafting. Durante il percorso hanno ammirato il paesaggio incontaminato intorno a loro. Non sono mancate anche le battaglie con l'acqua. I ragazzi che hanno vissuto questa esperienza affermano di essersi divertiti. 

a cura di Stacey Anne

Verso l’inizio dell’anno le classi terze sono andate a fare rafting nel Parco del Ticino, dove hanno vissuto un'esperienza interessante. All’inizio del percorso gli studenti sono saliti sul gommone e hanno ascoltato le spiegazioni su come comportarsi: come remare, cosa fare in caso di caduta in acqua... I ragazzi hanno fatto anche qualche domanda alle guide, per esempio come e quando è nato il Parco del Ticino, quali tipi di pesci vivono in questo fiume. Durante il tragitto le classi hanno fatto delle battaglie con l’acqua, attività molto divertente (quando si vince), dopo di che durante il tragitto hanno osservato il paesaggio navigando sul fiume. 

Dopo aver giocato durante la pausa pranzo gli studenti sono tornati al punto in cui avevano messo i gommoni per iniziare nuove ed entusiasmanti gare con l’acqua, ultima attività prevista per la giornata. "Mi è piaciuto stare con gli altri all'aria aperta, imparare qualcosa di nuovo" spiega Clarissa. "Mi sono divertito, io e gli alunni delle varie classi, pur non conoscendoci, ci schizzavamo e ci bagnavamo con l'acqua tra noi" afferma Fabio.