Ciao, buongiorno, in realtà è un sogno che ho sempre avuto ma la spinta più grande, credimi, è la curiosità. Io sono sempre stato molto curioso: esplorare, comprendere, capire, cercare, allargare i limiti, allargare l’orizzonte. L’astronauta è un mestiere che ti permette di fare tutto questo.
Noi facciamo sempre moltissimi esperimenti a bordo. In questo mese la mia collega sta facendo un lavoro sulla sua fisiologia e presto avremo degli esperimenti che riguardano la percezione del tempo, la percezione nello spazio per gli esseri umani. Inoltre abbiamo appena concluso l’esperimento che guardava la Terra con un canale ultravioletti, ma la cosa più grossa che stiamo lavorando in questi giorni è un’attività extra-veicolare per riparare un esperimento che si chiama Alpha Magnetic Spectrometer, che è un grossissimo esperimento che ricerca la materia oscura e l’energia oscura nello spazio.
[...] Posso dirti questo: che tutto quello che ho studiato nella mia vita, le cose più complesse, le cose più difficili, sono anche quelle che mi danno soddisfazione, quindi per me è difficile dire che mi hanno dato difficoltà.
Ciao, ben poco in realtà pochissimo perché qui a bordo abbiamo tutto. Non solo il cibo e il vestiario, abbiamo anche la possibilità di avere delle macchine fotografiche di altissima qualità, abbiamo la possibilità di collegarci internet, abbiamo dei tablet, possiamo richiedere di far caricare dei libri o dei film e per questo non ho portato quasi niente. Soltanto alcune foto delle mie figlie.
In realtà no, tutte le funzioni fisiologiche restano invariate, mangiare, bere, inghiottire, tutto uguale. I sapori sono un po’ alterati, ma soprattutto per un motivo: perché a volte in base alle variazioni di pressione, di anidride carbonica, il nostro naso è un po’ tappato e allora i sapori sono un po’ meno intensi perché è come quando hai il raffreddore e le cose hanno un po’ meno gusto.
Le cose che cerchiamo di non mangiare sono quelle che fanno tante briciole. Mentre sulla Terra le briciole cadono a terra, quindi tu puoi spolverare, puoi spazzarle via, qui nella Stazione invece galleggiano nell’aria e quindi potrebbero essere inalate, potrebbero finire negli occhi o entrare nei filtri. Per cui, ecco, cerchiamo di evitare tutto quello che fa molte briciole.
Questa è una domanda alla quale stiamo cercando di rispondere in maniera scientifica con un esperimento sulla percezione dello spazio e del tempo. In realtà la nostra percezione è questa: le giornate sono molto lunghe perché noi lavoriamo circa 12 ore al giorno ma dopo guardi indietro e la settimana passa in un istante quindi è davvero strano.
Ho tantissimi sogni nel cassetto, non ho mai smesso di sognare e non smetterò mai. Dopo l’esperienza sulla Stazione Spaziale Internazionale mi piacerebbe andare sulla Luna, mi piacerebbe essere uno degli astronauti delle prossime missioni lunari. Questo ovviamente al momento è un sogno e va bene così.
Non lo so, le mie figlie sono ancora abbastanza piccole, hanno 10 e 13 anni. So che a entrambe piace guardare col telescopio che abbiamo a casa e entrambe piace parlare di spazio e ascoltano con piacere le mie avventure. Però io spero che loro sceglieranno una carriera sia di loro interesse, che sia il loro sogno, non il mio.
In realtà litigare direi proprio di no, perché noi siamo tutti delle persone abbastanza adulte, ci conosciamo bene e ci addestriamo insieme. Chiaramente possiamo avere dei disaccordi, possiamo avere dei momenti di alti e di bassi, ma l’equipaggio risolve problemi con la comunicazione sempre, soprattutto siamo tutti uniti da un grande unico obiettivo che è l’esplorazione spaziale.
La stazione ha delle piccoli protezioni sia dei tessuti particolari, che si chiama Multi Layer Isolation, sia delle barriere che ci proteggono da micro-meteoriti. Però fortunatamente abbiamo un modo per difenderci che è quello di cambiare l’orbita: tutte che individuiamo le possibilità di essere impattati dal nostro corpo cambiamo l’orbita e questo ci permette immediatamente di essere fuori pericolo.
Essendo già tornato una volta dopo 6 mesi so già cosa mi aspetta. Mi mancherà la vita nello spazio nella sua totalità: il fatto che sia tutto organizzato e il senso di aver raggiunto un obiettivo alla fine di ogni giornata, perché questo a volte sulla Terra non succede. Guardare fuori dalla finestra la Terra, tutto insieme, è questo che mi mancherà.
Questa è una domanda che bisognerebbe fare ai miei professori. Probabilmente ti risponderebbero che ero uno studente molto molto curioso e al quale piaceva studiare ma che aveva anche una testa dura e che voleva fare molte cose a modo suo.
Bellissima domanda, sì li vedo bene perché purtroppo noi adesso siamo in grado di vedere a occhio nudo e di catalogare molti disastri ambientali causati dall’uomo: le fiamme in Amazzonia, in Mozambico, in Africa, in altre parti del Sud America. Vediamo anche gli effetti del cambiamento climatico, che in grandissima parte è causato dall’uomo, secondo quello che ci dice la scienza. Per cui riusciamo a vederlo. Però vediamo anche la bellezza delle luci notturne delle nostri città, anche se so che è uno spreco di energie, però comunque hanno un effetto meraviglioso, di grande bellezza la notte quando guardiamo l’opera dell’uomo.
La più grande forza mi viene da ognuno di voi, dal pensiero che il futuro sarà migliore, che le persone, i ragazzi, gli studenti di oggi sono una generazione migliore della mia, e che quindi raccoglieranno l'eredità del nostro lavoro, del nostro sforzo, del nostro sacrificio per andare più lontano e per rendere il mondo un posto migliore.
Praticamente è l'aspetto diverso di questa missione, una delle differenze più grandi; perché di fatto il comandante della stazione non comanda, non è uno che da ordini ma ha il lavoro di creare un'atmosfera a bordo di comunicazione aperta e non solo a bordo ma anche col ground, con la sede di controllo a terra. È un lavoro molto complesso perché bisogna essere un po' psicologi, bisogna essere un po astronauti, bisogna essere un po ingegneri, bisogna essere anche un po cercare di sentire il polso dell'equipaggio. Quindi ci sono delle complessità, perché credo sia un lavoro che nessuno ti può veramente insegnare ma che devi imparare di volta in volta in base al tipo di comando. Io ho avuto anche a altri comandi, ma sicuramente nessuno come questo. Quando me l'hanno annunciato, l'ho già detto e continuo a dirlo, la prima sensazione è quella di umiltà e la [...] testa bassa perché c'è sempre qualcuno che ne sa più di te. È un lavoro che non imparerai mai fino in fondo e che l'unico modo per far bene è mettersi al servizio degli altri.
Questa è una domanda che dovrei fare io a voi. Che effetto vi fa sapere che quando passa la stazione c’è una stella luminosa che contiene dentro me e parte di un’umanità, un equipaggio si sei persone. Sei amici, sei esploratori che si mettono a disposizione con il loro corpo, con il loro tempo, con la loro intelligenza e con la loro voglia di volare, della tecnologia e della scienza. Che effetto fa a voi sapere che quella non è una stella ma è un’opera dell’ingegno umano, della nostra capacità e della nostra volontà e dovrebbe essere missione che dia ispirazione. Sicuramente per me quando io dalla Terra vedo la Stazione Spaziale Internazionale, la più grande opera ingegneristica mai costruita dall’uomo, sento un senso di orgoglio per l’umanità e di speranza per il nostro futuro.
Sono due missioni molto diverse. Innanzitutto perché io sono più grande, è la mia seconda missione ho delle aspettative e dei progetti diversi. È una missione molto impegnativa: ci sono molti più strumenti a bordo; abbiamo più membri dell'equipaggio americano e europeo rispetto ai russi (sono soltanto due), quindi abbiamo più lavoro, più scienza da fare, più supporto. E poi questa missione è più impegnativa dal punto di vista del tempo perché abbiamo già avuto due navette cargo, siamo alla terza e ne arriverà adesso un'altra. Abbiamo già effettuato tre attività extra-veicolari e ne effettueremo altre nel prossimo mese. Per cui questa è una missione senza precedenti.
Molto carina come provocazione ma in realtà noi il corpo lo percepiamo eccome, ti assicuro che tutte le volte che sbattiamo la testa in qualche angolo oppure le gambe da qualche parte sentiamo eccome il nostro corpo.
Quello che non percepiamo è il peso perché di fatto qui a bordo non abbiamo un peso ma la nostra massa resta e come per cui lavoriamo in maniera diversa sicuramente dobbiamo imparare a usare il nostro corpo in microgravità perché funziona in maniera diversa rispetto alla terra ma è sicuramente un lavoro e un lavoro e una sensazione molto umana molto molto bella realistica ma non si perde il senso della realtà e non si perde il senso del nostro essere umani restiamo umani siamo molto molto consapevoli di questa nostra condizione.
Io ho una filosofia molto semplice: non c'è niente di più importante di quello che stai facendo in quel momento e che bisogna trovare soddisfazione in qualsiasi cosa tu stia facendo. Per cui, in questo momento sto parlando con voi, sto cercando di passarvi un messaggio, di darvi delle nozioni, e di darvi anche una piccola scintilla di curiosità e di sogno. In questo momento non c'è niente di più importante di quello che sto facendo e non c'è nulla che può darmi più soddisfazione. Sapere che magari tra di voi un giorno ci sarà uno scienziato, un ingegnere, un adulto che avrà preso da me un po' di questa scintilla, di questa energia e l'ha trasformata in qualcosa da realizzare. Il prossimo lavoro che farò, quando finirò qui, sarà qualcos'altro di importante in cui metterò tutto il mio impegno in quel lavoro, cercherò di dare il 100% ed è quello che mi dà la soddisfazione. Soddisfazione che viene dal mettere in ogni lavoro il massimo del proprio impegno per la realizzazione del progetto, qualsiasi esso sia.
Ciao sono Ergi,
Signor Parmitano,le prime e le seconde medie sono orgogliose per il suo tempo prezioso che ci ha dedicato e per aver soddisfatto le nostre curiosità e i nostri dubbi.
Secondo noi ci ha dedicato questo momento terrestre e raro per te e per i suoi compagni, per farci capire come è bello fare l’astronauta e come sia importante questo lavoro per l’umanità.
Forse a lei piace spiegare ai ragazzi come si svolge il suo mestiere.
Siamo lieti di aver parlato con lei.
Luca: Ragazzi, GRAZIE, il piacere è tutto mio perché tutti voi mi avete fatto un regalo preziosissimo che è il vostro tempo e quindi vi sono grato per il tempo che mi avete dedicato e l’attenzione che mi avete dato e a PRESTO! OVER