Martedì 21 settembre noi alunni delle classi seconde siamo andati ad osservare il paesaggio dell'ambiente montano lungo le pendici della Reit. Siamo partiti dal piazzale scolastico e, dopo un primo tratto asfaltato, abbiamo raggiunto la via Monte Braulio attraverso una lunga scala.
Al Santelon, che si trova nel reparto Dossorovina, c'è una cappelletta, la strada è sterrata ed è delimitata da muretti a secco.
Spesso ci fermavamo ad osservare Bormio dall'alto e le valli circostanti. Abbiamo provato anche a riconoscere la scuola e dove si trovava la nostra casa: per alcuni di noi è stato molto facile.
Lungo il percorso siamo rimasti affascinati dalla segnaletica con le impronte realizzate con i sassi dai bambini che anni fa frequentavano la stessa nostra scuola.
Alla Gesa Rota abbiamo imboccato il sentiero 511, un sentiero stretto, stretto, che ci ha costretto a proseguire in fila indiana. Il primo tratto era pianeggiante, ma poi si faceva più ripido. Che fatica!
Il sentiero era in parte coperto da sassi e in parte da aghi di pino silvestre e di larice. Il nome “Reit” deriva infatti dalla parola larici.
Qua e là c’erano delle radici che attraversavano la stradina: dovevamo stare attenti a non inciampare.
Mentre camminavamo abbiamo potuto osservare altri cartelli informativi sulla flora e sulla fauna tipici di questa zona che ci hanno aiutato a scoprire alcune specie di piante: qualcuno di noi ha anche assaggiato le bacche dello “spin d’asen” (crespino) e del ginepro: erano aspre e un po' acidule, ma non erano male!
Lungo il percorso abbiamo anche osservato il sambuco, il prugnolo, la rosa canina, l’assenzio e alcuni resti di pini silvestri che anni fa sono seccati a causa del bostrice, per cui sono stati abbattuti.
Ad un certo punto qualcuno di noi ha rischiato di cadere in un profondo solco scavato dall’acqua piovana e ci siamo fatti una bella risata.
Giunti a Pramezzano abbiamo notato che la valle era a V e sul fondovalle abbiamo riconosciuto le frazioni di S. Nicolò e Teregua. Sullo sfondo spiccava il Tresero con la sua cima innevata: sembrava una piramide ricoperta da panna montata.
La valle dove si trova Bormio è invece più larga ed è a forma di U.
A Prémesan, nome in dialetto di questa località, si trova una vecchia baita con un antico forno dove veniva cotto il pane di segale. Un contadino stava falciando l’erba per le sue mucche e la sistemava nella blàka per poi portarla nel taulà (fienile).
Qui il sentiero tornava ad essere più largo.
Noi procedevamo spediti, mentre il sole filtrava tra i rami e alcuni uccelli cinguettavano sentendo il nostro arrivo.
Lungo il percorso ci sono delle canalette di scolo (canaròla) per evitare che l'acqua piovana rovini la strada, ma è necessario tenerle pulite dai detriti, per cui noi ci divertivamo a svuotarle da sassi e terra con l’aiuto di rami.
Successivamente abbiamo deviato per raggiungere uno stretto sentiero pianeggiante che ci ha condotto al Pian de li angigula dove si trova una bella mangiatoia per i cervi.
Che meraviglia! È il luogo ideale per noi bambini!
Dopo un veloce pranzo al sacco, ci siamo avventurati nel bosco in cerca di rami, cortecce, muschio per le nostre costruzioni: ci siamo proprio divertiti e il tempo è volato!
Durante la nostra uscita abbiamo fatto degli incontri interessanti: uno scoiattolo ci ha accompagnati per un tratto di strada; una cerva, sbucata dal bosco, è passata a pochi metri da noi e correva veloce come un fulmine; una coppia di aquile ha sorvolato sopra la nostra testa e un gipeto cercava carcasse di animali.
Per tornare in paese, ci siamo diretti verso la Casina Bassa, abbiamo attraversato un torrente, la Roina, che scende lungo il pendio della Reit e si congiunge con il Frodolfo a Uzza.
Abbiamo raggiunto la frazione di Teregua passando lungo una mulattiera costruita dagli alpini durante la prima guerra mondiale.
Siamo quindi arrivati al ponte di Carosa, per poi proseguire per un tratto lungo la ciclabile.
Alla presa AEM di Uzza abbiamo superato il ponte e ci siamo incamminati lungo la strada sterrata sopra il cimitero vecchio di Bormio.
Il percorso è stato impegnativo ma ne è valsa la pena perché abbiamo conosciuto meglio il nostro territorio e abbiamo condiviso una fantastica giornata in compagnia!