Sempre davanti al pc: i pro e i contro

La domanda che ci siamo fatti almeno una volta è

"Dedicarsi ai videogiochi nuoce alla salute ?"

La nostra generazione è appassionata con i videogiochi, forse  è un modo per scappare dalla vita reale. La domanda che ci si pone è: questa attività nuoce alla salute? La nostra risposta  è: no, e vi spieghiamo perché.
Secondo degli studi recenti, questa attività favorisce lo sviluppo. I video games, infatti, possono avere effetti positivi sulle abilità mentali di base, con effetti positivi a lungo termine su percezione, attenzione, memoria e processo decisionale, soprattutto nel caso dei videogiochi di azione, dove i giocatori devono muoversi e prendere decisioni velocemente e ricordarsi molti dettagli e informazioni. Durante le ricerche i giocatori sono stati comparati a persone che non giocano e i risultati dimostrano che essi hanno superato i non giocatori.

I videogiochi hanno effetti positivi sui processi visivi di base: per esempio favoriscono la sensibilità al contrasto visivo, ovvero la capacità di distinguere sottili differenze tra le tonalità del grigio. Ma, secondo altre ricerche, possono aiutare anche l’ambliopia, ovvero un disturbo che causa il malfunzionamento di un occhio sin dall’infanzia. I ricercatori, per condurre questi studi, hanno creato due gruppi, uno in cui degli adulti con questo disturbo giocavano ai videogiochi d’azione usando solo l’occhio malfunzionante, un altro formato da adulti con lo stesso disturbo che svolgevano altre attività con solo l’occhio considerato “pigro” scoperto. Il risultato è che quelli che giocavano hanno mostrato un grande miglioramento, anche ripristinando la vista,  gli altri no.

Il gioco può aiutare anche altre funzioni come l’attenzione o le funzioni esecutive, ovvero la capacità di sfruttare le proprie risorse mentali portando a una risoluzione dei problemi in modo rapido ed efficiente. I videogiochi hanno infatti la capacità di aiutare a individuare uno stimolo-bersaglio tra degli elementi distrattori o a tenere traccia di elementi in movimento. E questo può aiutare le capacità di guida.
Molti esperimenti condotti su soggetti più anziani hanno confermato che i videogiochi rallentano il declino mentale e portano a un miglioramento della performance lavorativa, soprattutto quando vengono coinvolte coordinazione, attenzione, memoria e processo decisionale. Altri esempi: chirurghi con poca esperienza che sono appassionati di videogiochi sono riusciti a superare chirurghi più esperti nel loro campo, visto l'uso che si fa della chirurgia attraverso i computer.  

Altri studi hanno dimostrato che 50 ore di esperienza su un gioco d’azione hanno migliorato le prestazioni su un test basato sulle abilità richieste per pilotare aerei. Si tratta di usare un joystick per mantenere un obbiettivo fisso sullo schermo, monitorare i livelli di carburante, rispondere alle luci su un pannello di controllo e rispondere alle comunicazioni radio. I punteggi più alti conseguiti in questo test corrispondono bene con le prestazioni di pilotaggio richieste nel mondo reale. I benefici sono stati riscontrati anche per quanto riguarda la dislessia: uno studio ha infatti rivelato che anche solo 12 ore di gioco, ovviamente distribuite in più di un solo giorno, hanno migliorato i punteggi di bambini dislessici nei test di lettura e fonologia. 

Molti potrebbero dire che i videogiochi nuociono alla propria salute mentale perché possono far perdere interesse per lo svolgimento di altre attività o perché possono intralciare lo studio. Ma ciò si può evitare per esempio ponendosi dei limiti giornalieri per l’uso di videogiochi facendosi aiutare dalle persone a noi vicine, e anche se si hanno persone vicine come i genitori o gli amici. Ogni cosa se usata all'eccesso può fare male.

In conclusione, le ricerche ci fanno capire che i videogiochi hanno più aspetti positivi che negativi: I loro benefici sono molteplici e non vanno sottovalutati. Le abilità che aiutano a sviluppare possono essere sempre più importanti e utili nel mondo moderno e possono integrarsi in vere e proprie terapie e riabilitazioni, per esempio nel caso della logopedia, ovvero la cura dei disturbi del linguaggio.