L’11 ottobre, il progetto “Voci in vetrina” si fa portavoce di tre giornate significative: la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, la Giornata Mondiale delle Case di Cura e la Giornata Internazionale del Coming Out.
Tre temi diversi, ma uniti da un filo comune: il diritto di ogni persona a fiorire, a ogni età, in ogni forma, nel rispetto del proprio ritmo e della propria unicità.
Un racconto visivo di libertà e rispetto
In vetrina prende vita un manichino vestito di fiori arancio, che si aprono come teli e si trasformano in una gonna di organza rosso porpora e giallo ocra.
Un’immagine poetica e simbolica: ogni corpo, ogni identità, ogni età ha la possibilità di sbocciare liberamente, senza costrizioni, secondo la propria natura.
Il progetto invita a riflettere sul significato autentico di cura.
Oggi questa parola è spesso svuotata e trasformata in uno strumento di marketing: prodotti e servizi che promettono benessere, ma che spesso generano ossessione, omologazione e senso di inadeguatezza.
In questa visione distorta, la cura diventa consumo, e la persona si riduce a cliente.
Ma esiste un’altra prospettiva: la cura in senso epicureo, intesa come relazione autentica, con sé stessi, con gli altri, con la natura.
Non accumulo di beni, ma equilibrio, sobrietà, ascolto.
Una cura che non compra, ma coltiva ciò che fa davvero fiorire la vita.
Fiorire significa crescere secondo i propri tempi e le proprie stagioni.
Le piante ci insegnano che non esiste un solo modo di sbocciare: c’è chi fiorisce presto e chi tardi, chi offre un unico grande fiore e chi una moltitudine di piccoli petali.
Ogni fioritura ha valore e bellezza.
Così è per le persone:
• le bambine e le ragazze hanno diritto a crescere libere, istruite e rispettate;
• le persone LGBTQ+ hanno diritto di esprimere con libertà la propria identità e il proprio amore;
• le persone anziane e fragili hanno diritto a una cura che non sia solo assistenza, ma riconoscimento, dignità e tempo condiviso.
Riscoprire la cura come relazione
La vera cura non è una merce da vendere, ma una relazione viva che unisce corpo, mente, comunità e pianeta.
È il rispetto dei tempi di ciascuno, l’ascolto dell’altro, la capacità di vedere valore nella diversità e nella lentezza.
Sentirsi a casa nel proprio corpo, nelle proprie scelte, nella propria età: questo è il cuore della cura, questo è il significato di fiorire.
Con Voci in vetrina, la moda come arte diventa strumento di consapevolezza e di dialogo.
Il manichino fiorito non è solo un’opera visiva, ma un invito a guardare oltre le vetrine del consumo, a riscoprire la cura come diritto universale alla fioritura: personale, sociale e naturale.
Voci in vetrina è un progetto per il CeVI di Silvia Cacitti, ideatrice Mindfuldress, che unisce moda consapevole, benessere interiore e trasformazione sociale.