Focus 1
Luciano Minguzzi
Vita e mostre
Luciano Minguzzi nasce a Bologna il 24 maggio 1911 e studia sotto la guida del padre scultore prima di iscriversi all’Accademia di Belle Arti. Nel 1934 fu invitato per la prima volta a partecipare alla Biennale di Venezia e nel 1939 per il Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma. Tra il 1943 e il 1945 partecipa attivamente alla Resistenza, che ha
immortalato nelle due statue di porta Lame a Bologna; assieme ad un gruppo di pittori fonda “Cronache”: una galleria d'arte ed un movimento di rinnovazione con sede sotto le Due Torri. Tiene mostre personali alla Galleria dell'Accademia di Venezia (1966), alla Galleria de' Foscherari di Bologna (1967), alla Galleria Cortina di Milano (1969) e al Museo civico di Bologna nella rassegna "Artisti di Cronache" (1970) e lo stesso anno riceve l'incarico per la realizzazione della Porta del bene e del male per la basilica di San Pietro in Vaticano. Nel 1956 gli viene assegnata la cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove insegna fino al 1975. Il decennio che va dal 1980 al 1990 segna anche una stagione produttiva nella realizzazione di molti disegni espressivi. Nel 1996 apre a Milano il Museo a lui dedicato. L’artista muore a Milano il 30 maggio 2004.
Opere
● Eva (1936)
● Ritratto della madre (1942)
● Acrobata (1950)
● Figura dovuta (1950-1952), Nasher Sculpture Center nel Dallas (Collezione Peggy Guggenheim)
● Donna che salta la corda (50s), parco delle sculture Billy Rose Art Garden nel Gerusalemme
● On là (1952)
● Gatto (1952)
● Gallo Nuovo (1954), Mariahoek a Utrecht
● Ombre nel bosco (1956)
● Gli aquiloni, bozzetto (1957)
● Memoria dell’uomo del Lager (serie di opere, 1961-1967)
● Cane tra le canne No. 2 (1964)
● Porta V., Duomo di Milano (1965)
● Acrobata cinese (1967)
● Ippolito (1971), Via Borgovalsugana in
Prato
● Porta del bene e del male (1970-1977) Basilica di San Pietro nel Città del Vaticano
● Dafne (1981)
● I fiori della notte (1982)
● Monumento all'arma dei carabinieri (1981-1983), Piazza Diaz a Milano
● Le Tre Parche, 1982-1984, collocata al Museo di Ca la Ghironda
● Statua Papa Giovanni Paolo II (1991) in Wadowice (originariamente collocato a Cracovia e successivamente installato e svelato a Wadowice)
Gli scultori fiorentini e bolognesi del primo Rinascimento offrono a Minguzzi una forte carica di ispirazione, completata dall’opera di artisti moderni. La sua personalità scultorea giunge alla maturità grazie ad opere dal forte vigore plastico raffiguranti acrobati, contorsionisti, bambini che giocano. A cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta le sue sculture includono riferimenti a campi di concentramento, camere a gas e più in generale all’esperienza della Seconda guerra mondiale, unendo bassorilievo e tuttotondo, modellato in bronzo ed inserti in ferro. Non ha mai lavorato con modelli, tutto ciò che creava l’aveva in testa e dopo la guerra la sua arte porta i segni del dramma e della tragedia umana: i partigiani, le donne del lager, i cani tra le canne, le formelle delle porte, le Parche.
Nel Museo di Minguzzi a Milano sono conservati un alto numero di schizzi, bozzetti, opere scultoree, pittoriche e grafiche organizzate cronologicamente e per aree tematiche.
Stile
La sua ricerca si svolse principalmente nell'ambito di una figurazione densa con accenti espressivi ed esistenziali che, nel rapporto volume, massa, spazio e luce, offre soluzioni diverse ma sempre attente ai valori materici e strutturali (visibile in serie degli Acrobati, dei Cani, dei Guerrieri, dell'Uomo del lager). L’intreccio tra tradizione e modernità è una costante nell’arte di Minguzzi che sulle orme di Arturo Martini, Giacomo Manzù e Marino Marini, assieme alla sua ricerca rivolta agli Etruschi e all’Antelami, a Nicolò dell’Arca e a Jacopo della Quercia, per assimilare la sintesi e la potente energia espressiva; ugualmente ammirava la scomposizione e ricomposizione di Picasso e la capacità di far vibrare la materia di Medardo Rosso. Ha rappresentato la condizione umana con un senso tragico, amaro, appassionato, irriverente e dolente. Ha studiato, meditato e tradotto la lezione dei grandi filtrandola attraverso la sua realtà padana, dando vita ad opere con uno stile che chi vuole può definire "espressionismo narrativo".
Iciek, Biondi, Kadabashyan 5D
LA PORTA DEL BENE E DEL MALE - LUCIANO MINGUZZI
STORIA
La Basilica di San Pietro (Piazza San Pietro, Città del Vaticano), fu consacrata nel 326 d.C.
e la sua costruzione inizió intorno al 320 d.C. sotto l'Imperatore Costantino, per ricordare il
luogo del Martirio dell'Apostolo Pietro. La Porta del Bene e del Male non fu commissionata
da Paolo VI come si pensava fino a poco fa, ma dal cardinale Giacomo Lercaro e in un
primo momento era destinata addirittura alla Basilica di San Petronio a Bologna, infatti una
delle scene rappresenta due martiri molto importanti per questa città, Vitale e Agricola. La
Sovrintendenza dei Beni Culturali non approvò l’inserimento di una porta così moderna nella
chiesa bolognese e papa Paolo VI decise di collocarla in San Pietro. La Basilica di San
Pietro ha subito, attraverso i secoli, molte trasformazioni architettoniche prima di essere
quello che oggi ammiriamo, anche se la grandezza originaria era più o meno la stessa
dell'attuale. Già la precedente Basilica, edificata per volere dell’imperatore Costantino, aveva
cinque porte, che vennero poi ricostruite in epoca contemporanea, tranne una, ovvero quella
centrale, denominata "Porta del Filarete". La Porta del Bene e del Male fu l'ultima ad essere
collocata nell'atrio, venne consacrata il 26 settembre 1977 in occasione dell'ottantesimo
compleanno di Paolo VI ed è opera di Luciano Minguzzi, al quale l'esecuzione venne affidata
fuori concorso nel 1975. Il nome le deriva dalle scene riferite ad episodi delle sfere del Male,
nel battente di sinistra, e del Bene, in quello di destra.
STILE E DESCRIZIONE
Ai cinque cancelli di entrata nell'atrio di San Pietro corrispondono cinque porte per l'accesso
alla basilica. Nel 1947, la Fabbrica di San Pietro indisse un concorso per la realizzazione di
nuove porte in bronzo, in sostituzione di quelle esistenti in legno di noce. La Porta del Bene
e del Male è collocata tra il portale centrale del filarete e tra quello realizzato da Manzù, è
alta 7,44 metri e larga 3,90 metri. Appaiono 12 riquadri di vario formato e di dinamica
articolazione, l'artista esprime il suo vibrante espressionismo scultoreo che, attraverso una
tormentata modellazione plastica, in alcuni tratti raggiunge una tensione estrema. Nell'ordine
inferiore vi è una citazione di un frammento di storia contemporanea, dove il Male è
rappresentato dall'Esercito dei Martiri, titolo scritto dallo stesso Minguzzi e da avvicinare alla
commemorazione di alcuni partigiani di Casalecchio sul Reno, trucidati nel 1943. Nel
battente a fianco, sul pannello corrispondente, il Bene è associato alla rappresentazione del
Concilio Vaticano II. Ai lati di questo bassorilievo sono i due papi che hanno aperto e chiuso
le sedute conciliari: Giovanni XXIII nel 1962 e Paolo VI nel 1965. Al centro sono raffigurati i
Cardinali Agagianian, Suenens, Doepfner.
APPROFONDIMENTI SU LUCIANO MINGUZZI
Per analizzare maggiormente lo stile dell'artista e del portale molto interessanti sono le
interviste riguardanti l'autore stesso, interviste dalle quali traspaiono la sua personalità e la
sua maniera. Minguzzi si avvicina all'arte e anche al corpo femminile quando era ancora
molto piccolo grazie ad un episodio molto curioso e divertente. A sei anni guarda sotto la
gonna della zia e da lì impara ad ammirare la sensualità femminile. Fu inoltre fortemente
segnato dalla guerra e l'orrore e lo sgomento che ne derivano si riescono a percepire nel suo
stile. In particolare nel suo espressionismo talvolta grottesco e fortemente popolare, nella
sua forza istintiva quasi primordiale data dalla semplicità e sintesi delle forme che rendono le
sue opere dirette e di grande impatto. Quest'ultimo è accentuato dal contrasto tra le masse
volumetriche e le strutture filiformi e dalla carnalità che nelle sue opere diventa quasi
palpabile. Tutto questo traspare dalla sua personalità, dal suo io più interiore. Il suo è un io
rigido, preciso, ma anche affabile e un io a cui piace circondarsi di studenti a cui insegnare la
disciplina alla maniera dei grandi maestri del passato e con cui intraprendere un vero e
proprio dialogo d'arte. Lui era inoltre molto metodico. Si recava in studio tutti i giorni e ci
restava fino a sera perché non credeva nell' ispirazione momentanea, per lui l'artista doveva
lavorare come un muratore, un artigiano e quindi come gli artisti dell’antichità. Dalla sua città
natale, Bologna, viene chiamato "Bersagliere" proprio per la sua forza sicura, per il suo
estro popolaresco e per la sua vitalità primitiva. Infine un altro aspetto molto importante, e
che ha contribuito all'assegnazione della realizzazione della Porta del bene e del male è la
sua potente tensione spirituale, intrinseca nella sua arte.
Interviste a Luciano Minguzzi:
https://youtu.be/Anaq1n00uTE
https://youtu.be/ik-sdlL9HVM
https://youtu.be/uLtCwvEhxgs
di Tracchi Martina, Serra Sara, Visintini Beatrice e Righi Sebastiano, Classe 5D
Deportazione degli schiavi, 1970-77 Tobia e l'angelo, 1970-77
Legno, cm 100 x 80 Legno, cm 99 x 93,5
Giovanni battezza l'eremita, 1970-77 Caino e Abele, 1970-77
Legno, cm 99 x 93,5 Legno, cm 102 x 110
BASILICA DI SAN ZENO - PORTALE
Il celebre portale della Basilica di San Zeno di Verona è l'ingresso principale della chiesa dedicata
al patrono cittadino e situata nel quartiere di San Zeno. Esso è costituito da un totale di 73
formelle di bronzo di epoche diverse e non determinate con precisione realizzate da diversi
maestri fonditori di varie dimensioni e fissate ad ante di legno per mezzo di grossi chiodi di ferro
e disposte senza apparente simmetria. Di queste, le 48 più grandi (24 per ogni battente),
misurano 56x52 centimetri circa e in 42 sono rappresentate scene dell'Antico e Nuovo
Testamento, in 4 vi sono i Miracoli di San Zeno e 2 fungono da maniglia; su 7 formelle più
piccole di forma rettangolare (50x25 centimetri circa) è raffigurata in ciascuna una sola figurina
inclusa tra due colonnine e da un archetto sovrapposto; infine ve ne sono 18 ancora più piccole e
di forma quadrata (17 centimetri circa per lato) con rappresentate figure cornate e le Virtù e altre
7 rettangolari (circa 45x17 centimetri) lavorate a traforo in forma di torre conica posate su una
galleria che fungono da cornice per le formelle maggiori. Le formelle più grandi sono distribuite
in ordine rettangolare e in ciascun battente si osservano tre fasce verticali e otto orizzontali
I calchi in gesso di 28 formelle bronzee del portale maggiore di San Zeno sono state effettuati sul
vero nella prima metà del Novecento e sono stati acquistati come materiale didattico per il Regio
Istituto per le Belle Arti, poi Regia Scuola per le Industrie Artistiche di Bologna.
Negli anni 2014-2015 la serie di calchi è stata sistemata a parete nel salone a piano terra della sede
storica del Liceo Artistico “F.Arcangeli” (ISART), in via Cartoleria 9, inaugurata nel 2016 dopo i
lavori di ristrutturazione come Centro Didattica delle Arti.
Questa Biblia Pauperum, ovvero una bibbia ritratta nel bronzo dedicata al popolo analfabeta, ha
suscitato l’interesse di molti ricercatori sia a livello locale che internazionale, che ne hanno
ripetutamente sottolineato l’unicità nel panorama delle porte bronzee medievali.
Tale unicità non si ritrova tanto nella struttura compositiva, quanto piuttosto nelle scelte
iconografiche dei soggetti e nella disomogeneità degli stili che presentano le formelle, in quanto
la loro realizzazione è avvenuta in almeno tre botteghe diverse, distinte anche per cronologia.
CONFRONTO TRA IL PORTALE DELLA BASILICA DI SAN ZENO
e la PORTA DEL BENE E DEL MALE di LUCIANO MINGUZZI
I due portali sono stati realizzati in bronzo. Il primo tra l’XI e il XII secolo, il secondo nella
seconda metà del novecento ed inaugurato in occasione dell’ottantesimo compleanno di Paolo VI.
Del portale di San Zeno non si conoscono gli autori, mentre del portale del Bene e del Male
sappiamo che è una realizzazione dell’artista Luciano Minguzzi. Ambedue trattano temi sacri, nel
primo vi sono formelle che rappresentano delle scene dell'Antico e del Nuovo Testamento e in
alcune sono riportati i Miracoli di San Zeno (il patrono della città di Verona, sede della Basilica)
il secondo è costituito da formelle che rappresentano scene di santi come Sant'Agostino e i
martiri Vitale e Agricola che sono i due “vecchi” Santi protettori di Bologna prima di San
Petronio. Nella Basilica di San Pietro, l’opera presenta 12 riquadri di vario formato (anche superiori ai due metri) e di articolazione dinamica.
Mentre nella basilica di San Zeno il portale è costituito da un totale di 73 formelle di bronzo di misura più piccola (56x52, 50x25, 45x17) realizzate da diversi
autori in epoche differenti e non ben determinate.
Barducci Elisa, Cioni Elisa, Fughelli Martina, Lenzi Chiara
Portale del bene e del male, San Pietro - Minguzzi Portale della basilica di San Zeno