scuola

Capiservizio LETIZIA e SERENA (3B)

certificazione trinity... conseguita!

a cura di Serena e Letizia (3B)

Anche quest’anno come nei precedenti anni si sono svolti gli esami per la certificazione Trinity rivolta agli alunni delle classi terze della Scuola secondaria di primo grado. Per accedere all’esame bisognava frequentare un corso extrascolastico, tenuto da un'insegnante madrelingua. Nel nostro caso abbiamo seguito le lezioni della nostra adorata Sally, che con molta pazienza e con l’aiuto delle nostre professoresse d’inglese, Luisa Musto ed Elisabetta Sabiu,  ci hanno invitato a svolgere anche l’esame (nella foto assieme ad alcuni alunni delle classi terze e al Dirigente scolastico prof.ssa Fiorella Fornasiero).

I nostri esami si sono tenuti il 24 gennaio 2023, sia durante l’orario scolastico sia nel pomeriggio. Durante quel giorno, tutti noi ragazzi e ragazze eravamo eccitati e  in ansia per il nostro primo esame, però con la forza di volontà e l’impegno siamo riusciti a superarlo tutti con buoni voti. 

Questa certificazione Trinity attesta l’apprendimento della lingua inglese nei vari livelli, e magari, un giorno nel futuro potrà tornare utile anche alla scuola superiore e nell'ambito del lavoro. 

Secondo noi questo esame è stato molto utile anche per capire come saranno gli esami di fine anno, per superare l’ansia e la paura di ritrovarci a parlare davanti a dei professori e non fare scena muta.

sostenibilità e cura per una speciale normalità

a cura della classe 2A F.lli Bandiera

Una scena tratta dal libro "Avrò cura di te" di Maria Loretta Giraldo e Nicoletta Bertelle

Gli insegnanti Maida, Paola e Mauro sono il team che sta accompagnando gli alunni della classe 2A “F.lli Bandiera” nella loro avventura nella Scuola primaria. Lo scorso anno ci hanno illustrato il loro bel percorso sulla pace attraverso il riconoscimento, il sostegno e la valorizzazione della diversità. Quest'anno, assieme ai nostri piccoli amici di seconda elementare, si sono avventurati in un progetto ancora più grande: scopritelo cliccando sulle immagini e leggendo l'articolo.

La prima parte del progetto è iniziata da una parola che conosciamo bene: “sostenibilità”. Ma l’hanno presentata evitando catastrofismi e insegnando piccole azioni che, se fatte da tutti, possono salvare la Terra.

Capire che cos’è l’impronta ecologica è stato un passo importante per i bambini: ognuno di noi ha un peso sul nostro pianeta, un peso che non è più sostenibile. Dunque è necessario ridistribuire la ricchezza e le risorse della Terra e inserire buone pratiche da attuare: infatti sempre più sono diffuse le cosiddette “corse per ripulire territori” e l’azione del volontariato è fondamentale.

A questo punto sono stati presentati agli alunni i 17 obiettivi di Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Gli insegnanti hanno provato a renderli buone abitudini, partendo dal concetto che non si deve necessariamente creare qualcosa di nuovo, anzi: bisogna conoscere e replicare gli sforzi che alcune nazioni hanno già realizzato e metterli nuovamente in pratica.

Nel loro piccolo i bambini hanno fatto loro questi obiettivi con buone pratiche: la creazione di una biblioteca di classe con materiali di recupero, la realizzazione di copie di disegni o esercizi ricalcandoli alla finestra al posto di utilizzare la fotocopiatrice.

La seconda parte del progetto è stata incentrata su una seconda parola: cura. E’ stato presentato il libro “Avrò cura di te” di Maria Loretta Giraldo e Nicoletta Bertelle (Camelozampa, 2021). Racconta la storia di un minuscolo seme che, grazie alla cura del Cielo, dell'Acqua e della Terra, diventò un albero, grande e forte. A sua volta l’albero ebbe cura di un uccellino sperduto che cercava dove fare il nido. Questo un giorno raccolse uno dei semi dell'albero, caduto tra i sassi: ne ebbe cura, affidandolo alla Terra. Da quel seme nascerà un nuovo albero. 

Gli alunni nel corso delle settimane hanno creato la loro copia del libro “Avrò cura di te”, utilizzando varie tecniche artistiche e materiali diversi, e hanno colto la ciclicità del mondo: perché ogni buona azione compiuta porta altre buone azioni e ci fa vivere in armonia.

Per vedere queste due parti del progetto, CLICCA SULL'IMMAGINE:

La terza e ultima parte del progetto ha unito le due parole chiave: cura e sostenibilità hanno trovato il loro punto di contatto nella parola “diversità”. Come possiamo prenderci cura del nostro ambiente, rendendolo sostenibile per tutti gli alunni? E’ importante andare verso ciò che è diverso da noi, ricercare qualcosa che è diverso da noi e non conosciamo: proprio in questo movimento verso l’altro avviene l’arricchimento per se stessi. Sembra scontato, ma non lo è: bisogna perdersi per incontrare la diversità.

E così il nostro team di insegnanti ha lavorato con gli alunni per valorizzare la Scuola primaria “F.lli Bandiera” inserendo in ogni ambiente cartelli e simboli per la comunicazione aumentativa-alternativa. Se i bambini vivono in un ambiente in cui sono già presenti linguaggi alternativi svilupperanno meglio l’inclusione e saranno meno frequenti episodi di bullismo e cyberbullismo, come insegnano l’universal design e le neuroscienze, e si creerà quella “speciale normalità” (dal libro “La Speciale normalità. Strategie di integrazione e inclusione per le disabilità e i Bisogni Educativi Speciali” di Dario Ianes, Erickson, 2006) fondamentale per combattere le false credenze. La scuola deve aprirsi a questo nuovo modo di progettare e di pensare: così si coltiveranno “teste ben fatte” (dal libro “La testa ben fatta” di Edgar Morin, Raffaello, 2000) che riflettono sulla diversità perché ne colgono il suo valore aggiunto.

Per vedere questa terza parti del progetto, CLICCA SULL'IMMAGINE:

Questo progetto ampio e complesso, ma decisamente utile per lo sviluppo degli alunni, è pensato in chiave futura: infatti la classe 2A ha già in programma ad aprile una gita alla Fattoria didattica “La vaccheria” di Campagna Lupia, per vedere la pratica della sostenibilità; inoltre a maggio ci sarà l’uscita didattica al Museo di zoologia di Chioggia, per comprendere la pesca sostenibile e in particolare come l’introduzione di specie aliene modifica un territorio.

Che dire in conclusione? Dobbiamo essere grati a questo splendido team di insegnanti per il progetto che hanno ideato e gli insegnamenti che lasciano ai nostri piccoli amici. Di certo se lo ricorderanno e li metteranno in pratica nel loro futuro!

lo sportello ascolto chiude... purtroppo!

a cura di un'alunna della Secondaria

Scommetto quello che volete che praticamente tutti gli studenti si vergognano di andare o pensano semplicemente che lo Sportello Ascolto sia una cosa stupida! Io sono qua per smentire tutti quelli che pensano che sia inutile e magari aiutare chi si vergogna a prendere coraggio e ad andare. 

Io ho passato e sto passando un periodo non molto positivo e stavo davvero cadendo in uno stato di depressione, ma ho preso in mano la situazione e sono andata da Alfio. Non nego il fatto che pensavo anch'io che fosse inutile, invece mi ha e mi sta aiutando molto: piano piano e a piccoli passi mi sta aiutando a migliorare. 

Io voglio solo dare un consiglio a chi si vergogna, perché ha paura del giudizio degli altri: fregatene, la gente giudicherà sempre. Se hai bisogno di una mano fidati che Alfio, o comunque uno psicologo, può davvero aiutare. Ora non obbligo nessuno ad andarci, ma davvero se passate un periodo brutto e non riuscite a uscirne chiedete aiuto.

Ho saputo che a metà marzo lo Sportello Ascolto chiude per quest'anno: è un grande peccato perché per me - e so per certo anche per altri alunni - è vitale!

intervista a emma paviglianiti, autrice dell'attuale logo del giornale

a cura di Noemi (3A)

Quest’anno verrà rinnovato il logo del giornale scolastico e sarà scelto attraverso un concorso a cui potranno partecipare le classi della scuola primaria e secondaria. Ma forse non tutti sanno chi è stato a vincere il medesimo concorso due anni fa. Quindi abbiamo deciso di intervistare Emma Paviglianiti: sì, proprio lei era stata la vincitrice del concorso.

Come ti era venuta l’idea per il tuo logo?

L’idea mi è venuta leggendo più e più volte la frase del tema dato, ovvero “la parola salva il mondo”, e cercando di capire come un’immagine avrebbe potuto dare il senso del messaggio.

Che significato aveva il logo?

Il logo presentava un mondo in cui ci si può esprimere liberamente, rappresentato quindi da colori chiari, luminosi, accesi che, secondo me, danno il senso del bello e quindi di un mondo in cui si sta bene. 

Quanto ci hai messo a disegnare il logo?

In realtà all’inizio non volevo neanche partecipare al concorso. Poi mia mamma leggendo il giornalino scolastico ha letto l’articolo inerente e ha insistito perché provassi a partecipare. Così nell’arco di un pomeriggio ho abbozzato il disegno che ho presentato con altri colori. Poi i giudici, come prevedeva il concorso, hanno scelto alcuni disegni e agli autori hanno dato dei suggerimenti per migliorarli e così ho modificato i colori iniziali.

Ti dispiace che adesso lo sostituiranno con un altro? 

Credo sia giusto che questa possibilità venga data ad altri studenti: io a casa conservo il quadro con il logo che mi è stato restituito e anche questo rimarrà per me un bel ricordo del mio passaggio alla “Dogliotti”.

Pensavi di vincere?

Sinceramente non pensavo di vincere ma quando poi sono arrivata tra i cinque finalisti, un po’ ci ho sperato.

Cos’hai vinto?

Durante la premiazione ho ricevuto un attestato di partecipazione e una scatola di pennarelli; nei giorni successivi mi hanno consegnato un quadretto con il logo e con scritto “vincitrice Emma Paviglianiti”. Assieme ai miei compagni abbiamo deciso di appenderlo in classe; lo stesso mi è stato poi restituito al termine dell’esame di fine percorso scolastico. 

Come ti sei sentita alla premiazione?

Ho scoperto di aver vinto durante una video-lezione, mentre la mia classe era in quarantena: una bella notizia in un periodaccio! Fortunatamente la premiazione si è svolta in presenza ed è stato un momento davvero emozionante che avrei voluto però condividere anche con i miei genitori, visto che mi hanno spinto loro a partecipare al concorso.

Questa esperienza ha condizionato la scelta della scuola?

È stata un’esperienza nata per caso, ma che mi ha dato molta sicurezza nelle mie capacità, anche se solo fossi arrivata tra i primi cinque finalisti; la vittoria ha poi avvalorato la mia idea di fare il Liceo Artistico.

Ringraziamo Emma per la disponibilità a rispondere alle nostre domande e facciamo un in bocca al lupo a chi parteciperà al Concorso per il nuovo logo del Giornale scolastico.