Partendo da un interesse comune ci si riconosce in un gruppo che ponendosi regole e obiettivi condivisi porta alla creazione di aggregazione, dialogo e esperienze educative, dove l’educatore è chiamato a accompagnare questa iniziativa per far emergere i lati positivi del singolo.

Gli ambiti di interessi che sono stati introdotti sono molteplici: lo sport, la musica, la manualità e il servizio. Inizialmente a fatica poi con più facilità i ragazzi a poco a poco hanno fatto proprie le attività e talvolta hanno dato vita in maniera spontanea a gruppi di interesse. Incredibilmente, come in una replica di un film, la storia si riafferma nella realtà: anche ai tempi di Don Bosco, dopo questi stimoli positivi di aggregazione del Santo, alcuni ragazzi, uno fra tutti Domenico Savio, fondò lui stesso un gruppo di giovani chiamato “Società dell’Allegria” che non era solo momento di svago, di serena aggregazione, ma anche luogo e momento di dibattito religioso e culturale, che si concretizzava nell’aiuto dei giovani in difficoltà.

In una società moderna dove si trova raramente spazio all’altruismo gratuito e all’aggregazione semplice, queste attività vogliono offrire al ragazzo d’oggi questa possibilità: da un’attività manuale di lavorazione del legno, passione presente in molti ragazzi presenti nel convitto, si è potuto costituire un gruppo serale che ha unito diversi ragazzi, di età diverse, ma accomunati da un interesse comune. Alla base si sono date delle regole, poche ma chiare, sulla serietà da tenere. Il valore aggiunto di questo e di altri gruppi nati all’interno del convitto è la finalità educativa, e in questo caso anche pastorale, del progetto: sostenere con i ricavati provenienti dagli oggetti progetti di beneficenza per sostenere persone e realtà svantaggiate.