Bruno-Franchetti Scacchi

Le origini (VI secolo-1500)

Le vere origini del gioco degli scacchi non sono chiare. Alcune fonti parlano addirittura di progenitori del gioco nella cultura romana e greca. Tuttavia le prime testimonianze chiare parlano di un gioco, il chaturanga, popolare nel nord dell'India dal VI secolo. Attraverso varie modificazioni come lo shatranj intorno all'anno 1000 in Europa si era ormai diffusa una versione antica, ma comunque chiaramente affine agli scacchi. Questo ci viene confermato dal testamento del conte Ermengol I di Urgell, il quale donava una scacchiera alla Chiesa e una lettera in cui denunciava la diffusione del gioco degli scacchi.

Agli inizi della sua diffusione il gioco non ebbe vita facile: era condannato da molti, che sostenevano fosse una perdita di tempo che distraeva dai propri doveri. Nel XIII secolo venne pubblicato il primo libro in cui compaiono anche gli scacchi: è il Libro de los juegos. Già dal XV secolo è detto "il gioco dei re", data la sua diffusione tra i più importanti e influenti sovrani europei. Da quel momento in poi si iniziano a trovare pubblicazioni con piccoli studi e combinazioni.


Illustrazione medievale del gioco degli scacchi

Ruy Lopez e il Rinascimento Italiano (1500-1700)

Verso la fine del XV secolo in Spagna vennero stabilite le regole moderne degli scacchi, chiamati ora "scacchi occidentali". Ed è proprio all'inizio del 1500 che vengono scritti i primi grandi trattati sugli scacchi ad opera del monaco Ruy Lopez. Vennero messe le basi delle prime strategie e principi delle aperture, valide sotto certi aspetti ancora oggi; e addirittura le prime linee di apertura, come la Spagnola (detta anche Ruy Lopez), una delle principali aperture giocate ancora adesso. Aveva inizio un processo di studio quasi scientifico del nobil gioco.

Nel XVI secolo il baricentro del mondo scacchistico si spostò in Italia, con i grandi maestri calabresi, dove ci fu il massimo splendore del gioco. I più grandi giocatori di quest'epoca sono Leonardo da Cutro (detto "il Puttino") e Paolo Boi (detto "il Siracusano") Leonardo da Cutro fu il giocatore di maggior successo tra i due. Famosa la sfida con Ruy Lopez, che a quel tempo a detta di tutti era il miglior giocatore al mondo. Nel primo match il Puttino ancora giovane perse, ma dopo un'adeguata preparazione lo sfidò nuovamente davanti a Filippo II, sconfiggendolo.

Loro successore fu Giulio Cesare Polerio, altro grande giocatore italiano (soprannominato "l'Abruzzese") che introdusse l'arrocco, seppure in una versione differente da quella odierna. Gioacchino Greco (detto "il Calabrese) infine mise le basi della Partita Italiana e la sua variante detta "Fegatello", oggi molto in voga tra i giovani scacchisti veneti nei campionati studenteschi.


Gioacchino Greco e il suo grande manuale

L'Illuminismo e il Romanticismo francesi (1700-1851)

Nel XVIII secolo il baricentro scacchistico si sposta in Francia. Il massimo esponente è François-André Philidor, che esaltò l'importanza di pedoni. Suo infatti è il detto "i pedoni sono l'anima degli scacchi". Il suo manuale più famoso: Analyse du jeu des èchecs, fu un pilastro del gioco degli scacchi per oltre un secolo. A lui si deve l'invenzione della difesa Philidor e di alcuni studi sui finali come la posizione di Philidor. Fu campione del mondo non ufficiale dal 1747 al 1795: la data della sua morte.

Fu allievo del Sire de Legall, a sua volta miglior giocatore dell'epoca. Diventò campione del mondo ante litteram nel 1730, e mantenne il titolo fino al 1747 quando lo perse proprio contro il suo allievo.

Altro grande giocatore è Alexandre Deschapelles, il quale per vent'anni venne considerato il più forte giocatore al mondo. Perse nel 1821 contro un altro grandissimo teorico degli scacchi: Louis-Charles de la Bourdonnais.

Louis-Charles de la Bourdonnais fu anch'esso per vent'anni considerato il miglior giocatore del mondo. Il suo match contro Alexander McDonnell ebbe grande popolarità, paragonabile al "match del secolo" tra Spassky e Fischer negli anni '70 del '900.

A quel tempo gli scacchi si giocavano nei caffè. Famoso è il Café de la Régence di Parigi dove tra l'altro verso la metà del XIX secolo si giocarono i match tra Saint-Amant e Howard Staunton, e Paul Morphy contro Harrwitz.


François-André Danican Philidor

I primi tornei internazionali (1851-1894)

Nel 1851 a Londra, in occasione della prima Esposizione Universale, si svolse il primo grande torneo internazionale di scacchi. Organizzato da Howard Staunton, il torneo fu vinto da Adolf Anderssen, il maggior rappresentante di questo periodo degli scacchi.

Dagli anni '50 del XIX secolo iniziarono ad essere organizzati molti grandi tornei internazionali in cui si incontrarono i più forti giocatori del tempo.

Il successore di Anderssen fu lo statunitense Paul Morphy, il quale cambiò lo stile di gioco degli scacchi introducendo il gioco posizionale. I suoi contemporanei però fecero fatica a comprenderlo, e la sua prematura scomparsa non aiutò lo sviluppo scacchistico.

Questo stile di gioco venne messo a punto dall'austriaco Wilhelm Steintiz, che lo analizzò in profondità in modo quasi scientifico e riuscì ad applicarlo. Nel 1886 si autoproclamò campione del mondo di scacchi (non ufficialmente è considerato campione dal 1866), e fu il primo ad esser riconosciuto come tale ufficialmente. Ciò sancì inoltre la superiorità di questo stile contro il vecchio gioco combinativo che si era visto fin dai tempi di Ruy Lopez e Greco.


Wilhelm Steinitz

Positivismo scacchistico (1894-1927)

Nel 1894 Steinitz perse il titolo di campione del mondo contro Emmanuel Lasker. Lasker fu il primo grande scacchista a giocare sul fattore psicologico: sceglieva posizioni anche sfavorevoli se aveva capito che avrebbe messo in difficoltà psicologica l'avversario. Preferiva mosse meno precise se sapeva che giocandole l'avversario si sarebbe appunto trovato spaesato, e sembrava quasi che traesse vantaggio psicologico lui stesso da questo fattore. L'unico caso in cui rischiò seriamente di perdere il titolo mondiale prima della Prima Guerra Mondiale fu contro l'austroungarico Carl Schlechter nel 1910. In quel match il campione in carica si trovò in svantaggio di un punto all'ultima partita e allo sfidante bastava anche un patta per prendersi il titolo mondiale. Lasker riuscì incredibilmente a vincere. Altre volte è capitato che il titolo si decidesse alll'ultima partita, ma un evento del genere in cui il campione del mondo si trova in svantaggio all'ultimo turno e riesce a vincere mantenendo così il titolo è successo solo altre due volte nella storia degli scacchi: nel 1987 quando Kasparov battè Karpov all'ultimo turno, e nel 2004 quando fu Kramnik a sconfiggere Peter Leko all'ultima partita.

Nel 1895 ad Hastings si svolse il più grande torneo di scacchi mai visto fino a quel tempo. Unico italiano in gara il veneto Beniamino Vergani che arrivò ultimo, ma a testa alta. In quel torneo parteciparono i più forti giocatori del tempo come: Henry Pillsbury, vincitore davanti a Chigorin (padre della scuola russa), Lasker (campione del mondo in carica), Tarrasch (ex sfidante per il titolo mondiale), Steinitz (ex campione del mondo), Schlechter (che patterà nel match mondiale con Lasker) e altri.

Lasker mantenne il titolo per 27 anni quando perse contro il cubano Josè-Raul Capablanca, un giocatore dallo stile semplice e lineare. Capablanca amava le posizioni semplici, che riusciva a condurre con grande abilità e maestria, e sfruttava minimi vantaggi per entrare in finali favorevoli: campo nel quale era insuperabile, e riusciva a vincere. I suoi contemporanei dicevano che contro il cubano "sai sempre cosa farà, ma non sai come fermarlo".

Nel 1924 nacque la FIDE (Fédération Internationale des Échecs), inizialmente adibita a un'organizzazione più leale del campionato del mondo, poi diventata a tutti gli effetti l'organizzazione internazionale degli scacchi.


Hastings 1895
Capablanca - Lasker

La Scuola Sovietica (1927-1970)

In epoca sovietica era nota la frase di Lenin "Gli scacchi sono la ginnastica della mente", che diventò presto uno slogan socialista. Così in USSR gli scacchi, anche per la passione che aveva un vecchio zar per il gioco e che lo impose alla nazione, diventarono molto popolari. Il primo grande esponente di questa scuola fu Alexander Alekhine. Dotato di uno stile aggressivo e da un fantastico gioco combinativo sfidò il campione del mondo in carica Capablanca, che sconfisse e non gli diede più la rivincita.

A sorpresa nel 1935 Alekhine perse il titolo contro l'olandese Max Euwe, il quale con la grande sportività e lealtà di cui era dotato gli offrì la rivincita due anni dopo. Così nel match di ritorno del 1937 Alekhine ebbe la possibilità di riprendersi il titolo mondiale, e ci riuscì. Euwe negli anni '70 fu presidente della FIDE, ruolo che non fu facile quando a giocare per il titolo del mondo fu Fischer con le sue assurde pretese.

Il più grande esponente della scuola sovietica fu però Michail Botvinnik. Diventò campione del mondo nel 1948 vincendo il torneo Pentagonale dopo la scomparsa di Alechine, e lo mantenne fino al 1963 (periodo in cui però perse per breve tempo il titolo contro i sovietici Smyslov e Tal). Dotato di uno stile di gioco simile a quello di Capablanca deve il suo maggior successo come formatore di giovani scacchisti. Tra i suoi allievi spiccano Karpov, Kasparov e Kramnik (tutti e tre campioni del mondo).

Smyslov fu un giocatore cresciuto in una delle tante Case dei Giovani Pionieri: una sorta di circoli sovietici che erano adibiti alla formazione di campioni. Conquistò il titolo nel 1957 e lo perse l'anno successivo.

Michail Tal fu un giocatore di maggior rilievo grazie al suo stile di gioco spettacolare : combinativo e ricco di sacrifici. Mantenne il titolo per un paio di anni e a causa di problemi di salute, pur rimanendo nelle prime posizioni mondiali, non arrivò più in vetta.

Botvinnik perse il titolo per non riprenderlo mai più nel 1963 contro Tigran Petrosian. Un giocatore spesso criticato dai contemporanei a causa del suo stile di attacco: molto lento. Petrosian rimase campione dl mondo fino al 1969 quando perse il titolo contro Boris Spassky.

Spassky fu un giocatore non longevo come altri, il cui apice della carriera fu tra la metà degli anni '60 e i primi anni '70. Temuto da Fischer era famoso per il suo "stile universale", cioè di adattarsi con abilità agli stili dei vari avversari.


Alexander Alekhine
Michail Botvinnik e Max Euwe

Da Fischer a Kasparov (1970-2000)

Nel 1970 si disputò il Torneo dei Candidati. Negli anni della Guerra Fredda anche gli scacchi erano uno strumento di battaglia. Il protagonista era l'americano Robert James Fischer, che battè per 6 a 0 Mark Taimanov e Bent Larsen, per poi sconfiggere comunque di misura l'ex campione del mondo Tigran Petrosian. Fischer Guadagnò così il diritto di sfidare il campione del mondo in carica Boris Spassky. Il match avvenne a Reykjavik nell'estate del 1972 e prende il nome di "Match del secolo" non solo per l'importanza politica della sfida ma anche per l'impatto mediatico che ebbe. La maggior parte degli scacchisti nati negli anni '50 e '60 infatti hanno iniziato a giocare dopo aver seguito questo match. Era l'Americano che sfidava i Sovietici nella loro specialità. La prima partita fu tesissima, con Fischer che si fece prendere dalle sue paranoie e perse. Il giorno dopo non si presentò alla scacchiera e perse la partita a tavolino. Non era mai successo prima. Dalla terza partita Fischer recuperò e passò in vantaggio. Alla fine vinse il match e segnò un'epoca. La vittoria del 21° turno fu la sua ultima partita. Quando nel 1974 infatti fu chiamato a difendere il titolo contro Anatolj Karpov, fece delle richieste improponibili e vedendosele rifiutate come protesta si ritirò dagli scacchi a soli 30 anni.

Karpov diventò quindi campione del mondo, a tavolino. Riuscì comunque a difendere il titolo due volte contro il "terribile Viktor" Korcnoj. Nel 1984 invece la sfida fu contro Garry Kasparov, un giovane giocatore in crescita e da tempo si fantasticava sul risultato di una sfida tra i due. Alla 48^ partita non c'era ancora un vincitore (per vincere bisognava totalizzare 6 vittorie) e il match venne interrotto. Era il primo "K-K". L'anno dopo venne organizzata la rivincita: Kasparov vinse il titolo. A 23 anni.

La sfida Kasparov-Karpov nei match mondiali andò avanti fino al 1990 quando ci fu una grande divisione nel mondo degli scacchi: un gruppo di giocatori per protesta si divise dalla FIDE formando la PCA. Kasparov aderì a questa nuova associazione continuando a difendere il titolo. Nella FIDE rimase Karpov che riconquistò il titolo e lo mantenne fino al 1999. Kasparov fu campione del mondo per un anno di più quando nel 2000 venne battuto da Vladimir Kramnik.


La sfida Spassky - Fischer
La sfida Kasparov-Karpov

Oggi (2000-...)

Dopo il ritiro di Kasparov nel 2004 non ci fu più un unico grande campione per anni. Nel 2006 PCA e FIDE si riunirono e il campione del mondo fu Kramnik, che battè il campione PCA Topalov. Nel 2007 tuttavia la FIDE iniziò ad adottare una nuova formula per il campionato del mondo (al meglio delle 12 partite più eventuali spareggi), così venne organizzato un torneo che sancì il novo campione del mondo, che fu l'indiano Anand. Dal 2008 il campionato venne stabilito con questa nuova formula, e Anand riuscì a mantenere il titolo fino al 2013.

La prima posizione della lista Elo della FIDE fu occupata da diversi giocatori comunque di altissimo livello (Kramnik, Topalov, Anand) fino al 2010 quando arrivò il norvegese Magnus Carlsen in cima alla classifica a soli 19 anni. E non è più sceso. Nel 2012 ha battuto il record Elo di Kasparov (2851 segnato nel 2000), nel 2013 ha conquistato il titolo di campione del mondo e l'anno successivo ha toccato quota 2882 Elo (il più alto mai raggiunto).

Negli anni 2010 ha preso sempre più piede il gioco online. Prima come semplice allenamento o svago anche per principianti, poi sempre più mirato anche per forti giocatori. Con la pandemia di SARS-CoV-2 questo fenomeno è infine esploso: alcuni tornei ufficiali hanno iniziato ad essere disputati su piattaforme online.


Magnus Carlsen