Un angolo di verde incontaminato 30-3-10

Bosco di Selvapiana (Alvignano – CE), 30-3-10

Era da tempo che varie persone mi avevano parlato di questo posto, per questo motivo mi ero promesso che un giorno mi sarei fermato a visitarlo, il 29 Marzo 2010 ne trovai finalmente l’occasione. Di ritorno per lavoro da Piedimonte Matese visto l’orario ancora accettabile (circa le 11 e 30) decido di percorrere la superstrada in direzione Telese, quindi esco ad Alvignano e girando allo svincolo a sinistra, un attimo prima di salire sul nuovo ponte sul Volturno ancora in costruzione mi incammino a destra per la sterrata di accesso al boschetto di Selvapiana.

Dopo aver sopravanzato un recinto con dentro ammassate tante pecorelle ed una grande radura mi accingo ad entrare in una verdeggiante macchia boscosa; essendo la prima volta che frequento quei luoghi all’inizio vado molto a senso cercando sempre di percorrere la traccia più battuta. Intanto la natura sembra avvolgermi e ipnotizzarmi sempre più, alla mia sinistra odo dal vicino corso del fiume Volturno il gracidare delle rane, sopra la mia testa uccelli di vario genere (ghiandaie, passeri, usignoli … ) scappano in tutte le direzioni sorpresi sicuramente dalla mia presenza, una coloratissima farfalla attira il mio sguardo prima di perdersi negli immensi prati finalmente di un verde vivo, anche gli stessi alberi si mostrano in tutta la loro magnificenza grazie ai nuovi abiti primaverili.

Attraversato un piccolo bosco di pioppi entro nella parte di bosco più selvaggia, mi tengo sempre sulla sterrata di sinistra anche perché più libera dal fango ed in breve con grande sorpresa mi ritrovo a due passi dal fiume, raggiungo subito la sua sabbiosa sponda e mi fermo un po’ di tempo a contemplare i suoi veloci ma docili flussi … il tempo di qualche foto e riparto.

Ripercorro a ritroso il cammino fatto in precedenza ma al primo bivio devio a sinistra, qui il bosco è molto rigoglioso, salici e pioppi insieme alle querce la fanno da padrone ed anche il sottobosco (pungitopo, biancospino, rosa canina, prugnolo) è molto fitto; dopo un fugace avvistamento di un enorme volatile, credo un airone, sento di nuovo il bel richiamo delle rane ed infatti dopo poco ritrovo con gran stupore ancora il fiume (in questa zona più paludoso) anche se mi trovo dalla parte opposta al primo incontro; qui comprendo che questo bel boschetto non è altro che un’ansa del fiume Volturno, anche per questo motivo è ben riparato e verdeggiante.

Cerco di avvistare qualche simpatica ranocchia; all’inizio non è cosa facile ma poi l’occhio riesce a metterle bene a fuoco e perciò mi accorgo anche che la famiglia è più allargata di quanto credessi, ne ho la certezza quando mi avvicino ancor più alla riva e solo riesco ad intravedere i centinai di salti e tuffi in acqua (sicuramente non da parte mia). Nella parte restante del tempo mi trasferisco in un’altra zona attigua del bosco dove trovo gli stessi ambienti di sopra descritti, lì vicino colgo anche qualche fiorellino (anemoni) da portare a casa e sulla strada del ritorno ho un prevedibile ma comunque innocuo incontro con i famigerati cagnoloni maremmani del vicino ovile, li passo con passo veloce ed indifferenza e giù fino alla macchina per un veloce rientro a casa per ora di pranzo.

Alessandro Santulli