Giovedì 21

Daniela Volpatto: La storia del dottorato che faccio e come sono finita a farlo é un intreccio tanti fili; questo talk è un tentativo (prima di tutto personale) di districarne alcuni che ruotano in qualche modo attorno al mio essere nata e cresciuta donna in questa società. A 8 anni volevo fare la scienziata, ma il feedback che ricevevo dal mondo adulto quando lo dicevo era, seppur non esplicitamente negativo, perlomeno titubante, e così ho ripiegato sul medico, perché era la cosa più simile allo scienziato che avevo capito essere socialmente accettata. L’ho detto fino a convincermene e convinta sono stata fino a quando, aspettando i risultati del test di medicina, ho iniziato a frequentare Matematica. Oggi, da laureata in matematica, faccio sistemi complessi per la biomedicina: modellizzo tumori cercando di simulare l’acquisizione di mutazioni clinicamente rilevanti attraverso processi stocastici e affianco i ricercatori wet nell’analisi di dati provenienti da trial o esperimenti con livelli di complessità elevati. Dire che faccio la scienziata esattamente nel modo in cui mi immaginavo si facesse “la scienza” quando ero bambina sarebbe spiritoso e in parte vero, ma non renderebbe l’idea di quanto storto, insicuro e fragile sia stato questo percorso, che non è una storia che afferma con decisione “se insegui i tuoi sogni ce la farai”, ma più una storia che domanda “chissà se anche da uomo mi sarei trovata qui?”.

Giulia Ruffini: Cosa ci fa una matematica teorica presso il Dipartimento di Informatica dell'Università di Torino, o anche cosa ci fa una matematica teorica presso il dipartimento di Information Systems della Technical University of Eindhoven, Netherlands? Sembra l'inizio di una barzelletta e invece è una storia vera, la mia. Sono Giulia Ruffini: dopo la laurea triennale in analisi matematica e la laurea magistrale in storia della matematica e dopo aver lavorato come amministrativa di un'azienda per un anno e aver fatto un'esperienza (un poco traumatica) presso una società di consulenza, eccomi approdata nel mondo accademico. Il bisogno di applicare la matematica urgeva dentro di me, quindi ho colto subito un'occasione presso il Dipartimento di Informatica dell'Università di Torino, gruppo di Social Computing. Dopo una borsa di ricerca su un progetto europeo, mi è stato proposto il dottorato. E dato che la misura (non quella di Lebesgue) ha sempre viaggiato, in geometria euclidea, su un binario parallelo al mio, per non farmi mancare nulla ho deciso di trasformare il mio dottorato in due: PhD in Computer Science presso UNITO e PhD in Industrial Engineering and Information Systems presso la TU/e di Eindhoven, Olanda. Se quindi volete sapere di più sulla vita di un dottorand* all'estero (in Olanda nel mio caso) e se vi incuriosisce la gestione dei processi, con tanto di uso di Graphs Neural Networks per predire sviluppi futuri all'interno dei suddetti processi, eccomi, sono qui per voi! E dire che volevo diventare prof di mate presso il liceo di provincia che ho frequentato...

Simone Ramello: Se mi chiedono perché io abbia scelto di fare il matematico di professione, mi viene sempre un po' la tentazione di rispondere che è perché da piccolo volevo fare lo scrittore. Un po' mi è rimasto, questo desiderio di cercare, capire, analizzare e influenzare le storie che ci raccontiamo, che ci raccontano, e che raccontiamo agli altri. Da un lato, perché sono le storie a renderci umani, a offrirci modelli mentali, mitologie, mondi da immaginare e da cui trarre ispirazione; dall'altro, perché il modo in cui raccontiamo chi siamo e il mondo in cui ci muoviamo modifica e deforma la realtà che viviamo. A partire da questo, proverò a tracciare un filo conduttore fra identità, narrative, teoria dei modelli, vita in Germania, comunicazione scientifica, e comunità (LGBTQ+ e non). Sperando che nessuno esca da quest'insalata con un'intossicazione alimentare.

Alberto Bordino: Si sviluppa un test d'ipotesi per testare se i missing values di un dataset con un numero potenzialmente alto di variabili siano Missing Completely at Random (MCAR). Riduciamo il problema al testare la compatibilità della sequenza delle sample covariance matrix associate ai missingness pattern, motivati dal fatto che questa procedura è consistente anche in dimensioni alte. Il nostra primo contributo consiste nel definire una statistica di test per una sequenza di matrici di correlazione, che assume valori in [0,1] e può essere caratterizzata come il valore ottimale di un semidefinite programming problem (SDP). Sulla base di questo, sviluppiamo un oracle test sotto l'ipotesi aggiuntiva di non singolarità, e dimostriamo che è minimax optimal in un paio di esempi. Vengono mostrate anche alcune simulazioni che confermano la bontà del nostro metodo.

Chiara Boetti: La quantità di dati che variano nel tempo ed osservati su reti o grafi ha registrato una notevole crescita, spaziando dalla neuroscienza alle telecomunicazioni e ai trasporti. In questo contesto, si parla di “Network time series”, ovvero di serie temporali su reti. Per mia (s)fortuna, ci sono ancora pochi strumenti per lavorare con le Network time series. Da qui la motivazione del mio dottorato: sviluppare nuovi modelli e strumenti per analizzare al meglio le Network time series in diversi scenari. E sto facendo tutto questo nella ridente e “soleggiata” città di Bath, nel sud del Regno Unito. In questa presentazione parlerò della mia ricerca, di come funziona un CDT/PhD in Inghilterra e di stereotipi fantastici e dove trovarli.

Alessandro Zecchino: Sì ma dopo? La domanda che mi ha accompagnato nell'ultimo anno di università è stata questa. Un bivio con diverse strade da intraprendere e nessuna nota. Una situazione personale particolare che mi spingeva verso certe scelte piuttosto che altre. Un dottorato? "Sì, ma  dopo?". Uno stage? "Sì, ma dopo?" Un master? "Sì, ma dopo?" Tante offerte diverse e un mondo del lavoro veloce mi hanno portato in una piccola oasi in un campo spietato come la consulenza. Non è tutto rosa e fiori, ma vivere un ambiente a grandezza uomo piuttosto che lavorare in un'azienda da centinaia di dipendenti mi è sembrata la scelta giusta e così sono finito nella consulenza informatica. Quali siano le regole del mondo del lavoro, cosa sia la consulenza informatica e come sopravvivere all'impatto sono cose che ancora non ho capito, ma alcune cose le ho imparate e ad averle sapute prima probabilmente alcune scelte sarebbero state diverse. Proviamo a ripercorrere alcuni passaggi insieme della mia avventura per avere quanto meno una preview di cosa ci sia dopo.

Alessandro Contini: TBA