Ambientazione

Il mondo di Underwood si sviluppa a Neo Vegas, una città futuristica dove le Corporazioni controllano il mondo dei Videogiochi e il confine tra umano e artificiale è sfumato. Tra sorveglianza totale, realtà aumentata e tecnologia biologica, l’universo di Underwood racconta una distopia credibile e inquietante. 

Neo Vegas

Neo Vegas è una città costruita da zero attorno al business del Drome e dei suoi giochi—una mutazione high-tech e piena di neon della vecchia Las Vegas. Un sogno cablato per alcuni, una gabbia digitale per altri. La città è divisa in tre zone:

• Il Centro: Il cuore corporativo di Neo Vegas. Monoliti di vetro e acciaio si innalzano verso un cielo che sembra troppo perfetto per essere vero. Qui comandano le Corporazioni dei Giochi, e il lusso è solo parte dell’illusione. È sempre giorno, anche quando non lo è. La gente? Dirigenti e impiegati che vivono nell’Anello—quelli abbastanza fortunati (o conformi) da potersi permettere l’illusione.

• L’Anello: Una cintura residenziale pulita, ordinata, che circonda il Centro. Strade sterili, silenziose. I residenti vivono dietro visori hi-tech, sempre connessi, sempre al lavoro. Il costo della vita è altissimo, e le regole sono di ferro. Perdi il lavoro? Sei fuori. Subito. Le porte si bloccano, l’energia viene tagliata, l’acqua smette di scorrere. Cancellato.

• La Fossa: La periferia di Neo Vegas. Cemento crepato, acciaio arrugginito, neon tremolanti sopra fuochi di spazzatura. Qui finisce chi non ha niente. Nessun ordine, nessuna pietà. Le gang controllano le strade e ogni angolo può ucciderti. Qui si sopravvive graffiando la vita dal cemento con le unghie. È una guerra al rallentatore, che affoga nella disperazione.

Neo Vegas è una macchina che vive di contrasti—luci violente e ombre profonde, eccessi sintetici e cadute reali. Si nutre di ambizione umana e sputa sogni spezzati. Ogni distretto è un frammento dello stesso incubo lucido. Il Centro, l’Anello, la Fossa—più che zone, sono barriere sociali. Livelli di privilegio e dolore.

Questa città è viva. Ti guarda. Ti divora. E se non giochi secondo le sue regole, Neo Vegas ti riscrive.

Neo Vegas is a city built from scratch around the Drome business and its games—a neon-drenched, high-tech mutation of old Las Vegas. It’s a wired dream for some, a digital cage for others. The city’s split into three zones:

• The Center: The corporate heart of Neo Vegas. Towering monoliths of glass and steel rise into a sky that always looks too perfect to be real. This is where the Games Corporations rule, and luxury is part of the illusion. It’s always daylight here, even when it’s not. The people? Execs and employees who live in the Ring—those lucky enough to afford the illusion.

• The Ring: A pristine residential belt circling the Center. Streets are clean, quiet, sterile. Residents walk through life behind hi-tech visors, wired into their jobs 24/7. The cost of living is sky-high, and the rules are iron. Lose your job? You're out. Immediately. Doors lock, power's cut, water dries up. You're erased.

• The Pit: The edge of Neo Vegas. Cracked concrete, rusted steel, flickering neon over trash fires. This is where the discarded end up. No order, no mercy. Gangs rule the alleys, and every step could be your last. Survival here means clawing life out of the city with your bare hands. It's a warzone in slow motion, drowning in hopelessness.

Neo Vegas is a machine that runs on contrast—bright lights and deep shadows, synthetic highs and brutal lows. It feeds on human ambition and spits out broken dreams. Every district is a fragment of the same corrupted vision. The Center, the Ring, the Pit—more than zones, they’re social firewalls. Layers of privilege and pain.

This city’s alive. It watches. It devours. And if you’re not ready to play by its rules, Neo Vegas will rewrite you.

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