4 Luglio 2024

La Lectio divina si divide in '5 momenti'

1. Lectio

2. Meditatio

3. Oratio

4. Contemplatio

5. Actio

Inizio della Preghiera


Una preghiera alla Trinità per disporsi alla preghiera

L'anima mia vi adora, il mio cuore vi benedice e la mia bocca vi loda, o santa ed indivisibile Trinità: Padre Eterno, Figliuolo unico ed amato dal Padre, Spirito consolatore che procedete dal loro vicendevole amore.

O Dio onnipotente, benché io non sia che l'ultimo dei vostri servi ed il membro più imperfetto della vostra Chiesa, io vi lodo e vi glorifico.

Io vi invoco, o Santa Trinità, affinché veniate in me a donarmi la vita, e a fare del mio povero cuore un tempio degno della vostra gloria e della vostra santità. O Padre Eterno, io vi prego per il vostro amato Figlio; o Gesù, io vi supplico per il Padre vostro; o Spirito Santo, io vi scongiuro in nome dell'Amore del Padre e del Figlio: accrescete in me la fede, la speranza e la carità.

Fate che la mia fede sia efficace, la mia speranza sicura e la mia carità feconda. Fate che mi renda degno della vita eterna con l'innocenza della mia vita e con la santità dei miei costumi, affinché un giorno possa unire la mia voce a quella degli spiriti beati, per cantare con essi, per tutta l'eternità: Gloria al Padre Eterno, che ci ha creati; Gloria al Figlio, che ci ha rigenerati con il sacrificio cruento della Croce; Gloria allo Spirito Santo, che ci santifica con l'effusione delle sue grazie. Onore e gloria e benedizione alla santa ed adorabile Trinità per tutti i secoli.
Così sia (sant'Agostino).

1. LECTIO (5 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo

Parola fatta carne che illumini

ogni uomo, insegnami ad ascoltare,

ciò che Tu mi dici nella Sacra Scrittura,

e a scoprirvi il Tuo vero volto

e quello del Padre tuo.

Guida
In questa prima tappa prendo la mia Bibbia non come un libro qualsiasi ma come lo scrigno,
che contiene la Parola con la quale Dio vuol parlare di me.
Ascolto una persona vivente che mi rivolge un messaggio personale.
Lo ricevo come se lo ascoltassi per la prima volta.
Mi sforzo di coglierne il senso nel modo più pieno possibile.
Mi incontro con la luce di Dio: Essa prende dimora nella mia intelligenza e la illumina. 

Vangelo

Mt 9,1-8

Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».

Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.

Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Parola del Signore
Lode a te o Cristo


Resta in Silenzio e lascia che la Parola letta entri nel tuo cuore...

2. Meditatio (15 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio Vivente,

insegnami a masticare e assimilare

la Parola viva del Tuo Vangelo,

affinchè essa mi trasformi e renda

il mio spirito pienamente conforme

a ciò che Tu sei e a ciò che Tu vuoi.

Guida
Invoco lo Spirito Santo perchè venga in soccorso della cecità della mia mente.
Nell'umile implorazione della luce e nell'adesione della fede, scruto la Parola con attenzione nuova.
Scopro come le idee di Dio siano diverse da quelle degli uomini e mi accorgo di quanto sia necessario lasciare che la Parola trasformi le mie convinzioni, per conformarle sempre di più alle idee di Dio. In questa seconda tappa acconsento a cambiare la mia mentalità e la mia volontà, per aderire alla mentalità e alla volontà di Dio.

2. Oppure, clicca qui per leggere il Commento esegetico di Silvano Fausti

Vangelo Mt 9,1-8


IL FIGLIO DELL’UOMO HA POTERE SULLA TERRA DI RIMETTERE I PECCATI

9,1E, salito in barca, passò all’altra riva;
e venne nella sua città.

2Ed ecco gli portavano un paralitico che giaceva a letto.
E, vedendo Gesù la loro fede,
disse al paralitico:
Coraggio, figliolo,
ti sono rimessi i tuoi peccati.

3Ed ecco alcuni degli scribi dissero tra sé:
Costui bestemmia!

4E, vedendo i loro pensieri, Gesù disse:
Perché pensate cose cattive nei vostri cuori?

5Cosa è più facile:
dire:
Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire:
Sorgi e cammina?

6Ora perché sappiate
che il Figlio dell’uomo ha potere sulla terra
di rimettere i peccati, allora dice al paralitico:
Sorgi,
leva il tuo letto
e va’ a casa tua.

7E, sorto, andò a casa sua.

8Ora, visto ciò, le folle temettero
e glorificarono Dio
che aveva dato tale potere agli uomini.


1. Messaggio nel contesto

“Il Figlio dell’uomo ha potere sulla terra di rimettere i peccati”. Gesù dice espressamente per l’unica volta il “perché” dei suoi miracoli: sono un segno per mostrare sulla terra il potere di Dio, quello di perdonare i peccati.

Peccare è fallire il bersaglio, non raggiungere il proprio fine. I nostri continui fallimenti ci avvolgono come un bozzolo, che alla fine ci incapsula come mummie.

Quando pensiamo a Dio, subito pensiamo a una legge che giudica e punisce il male. Sentiamo il dovere di osservarla, la colpa di trasgredirla e la necessità di espiare. Dovere, colpa ed espiazione sono tipici di ogni re-ligione, che lega e ri-lega l’uomo, come suo eterno destino.

Ma Dio non è legge, e noi non abbiamo debiti con lui: è lui che ne ha con noi. Ci ha fatti per amore, e ogni nostro male è un “suo” fallimento, di cui soffre. Come i genitori con i figli, lui si mette in questione se noi stiamo male o sbagliamo. L’amore infatti non accampa diritti: riconosce i bisogni dell’amato come diritti suoi e doveri propri. Gesù, il Figlio che conosce il Padre, “deve” dare la vita per questo mondo di peccato: è venuto sulla terra per portare ai fratelli nel suo perdono quello del Padre.

Questa è una bestemmia. Gesù si fa uguale a Dio, l’unico che perdona. E per di più senza condizioni: non ci perdona perché siamo convertiti, ma possiamo convertirci a lui perché lui per primo si converte a noi - anzi, con mitezza somma, si addossa la colpa di averci abbandonati e ci chiede scusa (cf Is 54,7-10). Gesù, il Figlio dell’uomo, invece di giudicare assolve, invece di condannare perdona, invece di punire espia per gli altri. Proprio per questo sarà giudicato, condannato e giustiziato sulla croce, da dove tutti ci assolve, perdona e libera. Solo così rivela sulla terra il potere di Dio.

La legge giustamente condanna le trasgressioni; ma se Dio perdona, chi più è garante di un agire corretto? Il vangelo ci presenta una “giustizia superiore” (5,20), che è quella del Padre che fa piovere la sua luce e la sua benedizione su tutti i suoi figli, cattivi o buoni che siano (5,45).

I miracoli rifanno l’uomo nuovo (8,1-4: il lebbroso), vengono dalla fede (8,5-13: il centurione), conducono al servizio (8,14s: la suocera), hanno la loro fonte nel “Servo” (8,17) che dorme e si risveglia per vincere la nostra paura della morte (8,23-27: la tempesta sedata), affogando il male che con essa ci tiene schiavi per tutta la vita (8,28-34: l’esorcismo). Ora il vangelo mostra come la vita nuova è essenzialmente perdono: la legge ci crocifigge al nostro male, il perdono ci risveglia e incammina verso casa.

Perdonare è miracolo più grande che risuscitare un morto. Lazzaro, una volta risuscitato, morirà ancora. Perdonare invece è nascere e far nascere a vita immortale - la stessa di Dio, che è amore ricevuto e accordato senza condizioni. Il perdono è l’esperienza di un amore più grande di ogni male; esso rivela insieme l’identità di Dio, che ama senza misura, e quella dell’uomo, suo figlio, sempre e comunque amato.

Il perdono è parte integrante dell’annuncio di morte/resurrezione di Gesù: ne è il significato (Lc 24,46s). La prova che Cristo è risorto, per Paolo consiste nell’esperienza di una vita riscattata dal peccato (1 Cor 15,17).

Le prime parole che Dio disse ad Adamo sono: ”Dove sei?” L’uomo non era più al suo posto, perché si era nascosto da lui. Lontano da lui, è lontano da sé e dagli altri, estraneo a tutto. Perché “Dio è il suo posto”. Nel perdono ritrova lui, e in lui se stesso e il suo posto nel mondo.

Il peccato è divisione, e la divisione è morte; il perdono ristabilisce comunione di vita ancor più profonda là dove c’era stata divisione.

Gesù è venuto sulla terra a portare il giudizio di Dio - il suo potere di legiferare, giudicare e far giustizia. E fa tutto questo nel perdono. Questa bestemmia, che sblocca l’uomo dalla sua paralisi, inchioderà il Figlio dell’uomo sulla croce.

La Chiesa è fatta da coloro che hanno accolto questo perdono e lo accordano agli altri: sono figli che vivono la misericordia del Padre, suoi ambasciatori presso tutti i fratelli (2 Cor 5,14- 6,2).


2. Lettura del testo

9,1 Venne nella sua città. Cafarnao è ormai la “sua” città adottiva, dove svolge la sua attività e raccoglie i suoi discepoli.

v. 2 gli portavano. L’imperfetto indica il tentativo e la difficoltà di raggiungere Gesù, addirittura calandolo dal tetto (cf Mc 2,1-12 e Lc 5,17-26). C’è corresponsabilità tra gli uomini: è l’altro che conduce all’Altro!

un paralitico. L’uomo è viator. Non è mai di casa dove sta; ovunque si sente estraneo, perché abita altrove. Non è questa la sua città: è in cerca di quella futura (Eb 13,13s), perché è della famigli di Dio (Ef 2,19). Chiamato a diventare perfetto come il Padre (5,48), solo in lui raggiunge la sua casa, nell’amore reciproco che è la dimora dell’uno nell’altro (cf Gv 14,23s). Fine del suo cammino è essere in Dio come Dio è in lui, fatti casa l’uno dell’altro.

Il peccato blocca questo cammino: è paralisi interiore che rende immobili. Il moto è vita, l’immobilità rigore cadaverico.

a letto. L’uomo sta a letto quando soffre o si riposa, quando sta male e quando muore. La paralisi fissa il paralitico a letto. Questo può essere simbolo della legge. Buona in sé, è però luogo di contenzione per chi la trasgredisce. La sua funzione positiva è mostrare il male come tale, e, come pedagogo, condurre a Gesù, il maestro: la legge che condanna porta al Cristo che perdona. Una volta perdonato, il paralitico “cammina” - camminare è il modo concreto di comportarsi - portando il letto sul quale prima era portato: è in grado di adempiere la legge. Infatti chi è perdonato di più, amerà di più (Lc 7,42s) - e l’amore è pieno compimento della legge (Rm 13,10).

vedendo la loro fede. La fede è l’origine dei miracoli: è comunione con Dio, sorgente inesauribile di bene, dal quale ognuno attinge secondo il bisogno.

coraggio. La fede è il coraggio dell’impossibile: ci mette in comunione con colui al quale nulla è impossibile (Lc 1,37).

figliolo. In greco c’è: “genito”. Anche se non lo sai e non lo accetti, Dio ha nei tuoi confronti sentimenti materni e paterni, perché ti ha generato. Questo amore è fonte del per-dono, come lo è del dono della vita.

ti sono rimessi. È passivo divino. Rimettere significa allontanare. Dio manda via da te i tuoi fallimenti di cui fai sempre ri-cordo, quel male che ti aderisce e mangia come un tumore. Tutto il negativo che hai fatto e che ti porti dentro come una massa oscura, è gettato lontano da te.

Perdonare è difficile, anzi impossibile: è azione di Dio. Accettare il perdono è l’azione più grande dell’uomo: ci fa essere ciò che siamo - figli del Padre, gratuitamente amati. Perdonare a nostra volta ci fa figli uguali al Padre. Chi è perdonato, perdona; chi non perdona, non ha ancora accettato il perdono (6,12; 18,35) e non conosce il Signore (Ger 31,34).

i peccati. L’uomo è relazione, innanzi tutto con Dio. Il peccato la rompe. Ma può essere ristabilita dal perdono. Se lo accetto, conosco Dio come Padre e me stesso come suo figlio. Non siamo amati perché bravi - allora saremmo odiati se cattivi! Siamo invece amati gratuitamente - l’amore o è gratuito o non è: l’amore “meritato” si chiama “meretricio”! - e lo scopriamo perché perdonati senza merito alcuno. Proprio dove è abbondato il peccato, sovrabbonda la grazia (Rm 5,20). Non per questo dobbiamo peccare (Rm 6,1.15; 3,8); ma, proprio nel nostro peccato, possiamo comprendere quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità (Ef 3,18) dell’amore del Padre in Cristo per noi, dal quale nulla ci potrà mai più separare (Rm 8,39). Veramente tutto, anche il male, coopera al bene (Rm 8,28), per coloro che hanno accolto il suo amore.

v. 3 alcuni degli scribi dissero tra sé. Parlare tra sé è aborto di dialogo, fallimento della parola: invece che manifestazione, è nascondimento di sé, per difendersi o attaccare.

costui bestemmia. Perdonare i peccati è prerogativa di Dio (Es 34,6s; Sal 25,18; 32,1-5). Il perdono avviene sempre attraverso un sacrificio di espiazione (cf Lv 4-5). Gesù perdona, quindi è Dio; e perdona senza espiazione nostra, quindi Dio è diverso da come noi lo concepiamo. La bestemmia è doppia: che l’uomo Gesù sia Dio, e che Dio sia Dio, altro e santo, proprio perché perdona graziosamente. Questa verità, già chiaramente espressa nell’AT (vedi ad esempio Os 11,8s e Gn 4,1ss), è l’essenza del cristianesimo, fine della legge e principio del vangelo (5,20-48). Sarà la causa della condanna di Gesù (26,65); ma la sua stessa morte sarà rivelazione di questo Dio che nessuno ha mai visto, e che il Figlio ha rivelato (Gv 1,18), proprio attraverso la croce (27,54).

v. 4 vedendo i loro pensieri. Il Signore vede e scruta i pensieri dei cuori (Sal 139,1ss).

perché pensate cose cattive nei vostri cuori? Il cuore cattivo dà frutti cattivi. La cattiveria suprema è non riconoscere Dio come amore che giustifica, assolve e perdona, confondendolo con la legge che giudica, condanna e punisce. È andare contro l’essenza di Dio, la cui “santità” è la misericordia ( 5,45; cf Lc 6,36).

v. 5 cosa è più facile dire, ecc. Per noi è impossibile sia far camminare il paralitico che perdonare. Per Gesù il primo miracolo, esterno, è segno del secondo, interno.

v. 6 perché sappiate. Il motivo del miracolo è render noto “il potere” di Gesù e di Dio, che è lo stesso. Solo qui Gesù dice il “perché” dei suoi miracoli.

il Figlio dell’uomo. Così Gesù chiamava se stesso. È un’indicazione vaga, che dice secondo che uno è in grado di comprendere del suo mistero. Può semplicemente significare uomo, ma anche Dio. Il Figlio dell’uomo in Daniele porta il giudizio di Dio (Dn 7,14): ha ogni potere in cielo e in terra (28,18).

ha potere. “Potere” è attributo di Dio, al quale nulla può opporsi: è l’onnipotente.

sulla terra. Gesù, il Figlio dell’uomo, porta sulla terra il potere stesso di Dio in cielo: esegue nel tempo il suo giudizio eterno.

rimettere i peccati. Dio non ha altro potere che quello di perdonare, che è il suo dovere nei nostri confronti - “dovere” che lo porterà alla croce. Dio è dono e per-dono. La legge, che pure è dono suo, indica il cammino della vita. Ma se sbagliamo, per ignoranza o cattiveria, lui illumina la nostra ignoranza e vince la nostra cattiveria con il per-dono. Questo ci svela la sua essenza nascosta: amore assoluto, che assolve da ogni male. Il potere, l’onore e la gloria di Dio si rivelano sulla croce, dove lui, nel perdonare, mostra l’onnipotenza del suo amore.

sorgi! Il perdono è un sorgere, un passare dalla morte alla vita. È il risveglio che fa passare dalla notte al giorno definitivo.

leva il tuo letto. Ciò che prima lo portava da malato, ora lui stesso lo porta da sano. Chi è perdonato, ama; e così osserva tutta la legge (7,12).

va’ a casa tua. Finalmente l’uomo può giungere a casa: è quella del Figlio, la stessa del Padre. Il perdono sblocca la sua paralisi: non guarda più il suo peccato che, come la Gorgone, lo lascia di pietra. Guarda invece, proprio in esso, l’amore infinito del Signore per lui. Lì sta di casa.

Nel brano successivo vedremo Matteo: anche lui, come il paralitico, è il peccatore perdonato che va a casa sua, dove può finalmente mangiare col Signore (vv. 9-13).

v. 7 sorto, andò a casa sua. Il suo risveglio è risurrezione, cammino verso casa, sotto il segno del perdono.

v. 8 le folle temettero. È il timore sacro del divino.

glorificarono. Il timore sfocia in glorificazione: riconosce nel perdono la “Gloria”, il volto di Dio.

Dio che aveva dato tale potere agli uomini. Il Figlio dell’uomo è venuto per dare agli uomini il potere di Dio: nel perdono vicendevole tra i fratelli, circola sulla terra la gloria del Padre celeste (Mt 18,21-35).

La comunità cristiana, e ciascuno di noi, ha il potere divino di perdonare come siamo perdonati, di amare come siamo amati. La storia cessa di essere alienazione e fuga; diventa riconciliazione e cammino verso la Gloria.


3. Pregare il testo


da notare:


4. Passi utili:

Sal 103; 130; Is 54,1 ss; Ger 31,31-34; Lc 15,1ss; Mt 18,21-35; 2 Cor 5,14-6,2.



5. Per i giorni precedenti

1. Per sapere il Vangelo dei giorni precedenti ti consigliamo di utilizzare l'utilissimo sito www.lachiesa.it, per sapere il Vangelo del giorno che ti interessa.


2. Vi proponiamo quattro canali su Telegram sui Vangeli commentati da Silvano Fausti:

 a. Vangelo di Matteo
b. Vangelo di Marco
c. Vangelo di Luca
d. Vangelo di Giovanni


*Di seguito ti diamo anche i quattro file sui Vangeli commentati da Silvano Fausti. Basta cercare il brano che ti interessa per leggere i commenti. (il file è abbastanza corposo, pertanto bisogna avere un po' di pazienza nell'aprirlo).

꧁ f i n e ꧂

3. Oratio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

insegnami a parlare al Padre

con il quale Tu dialoghi continuamente

nel vincolo dello Spirito Santo.

Accendi il mio cuore con l'Amore

che ti unisce al Padre e sii Tu stesso

in me una continua preghiera.

Guida
In questa terza tappa mi sforzo di parlare a Dio con tutto il cuore, chiamandolo in aiuto della mia impotenza.
E' il momento di domandare alla Vergine Maria di comunicarmi la sua preghiera, fatta di fiducia e di amore.
Mi dispongo con un cuore puro e con fede, in un silenzio adorante, con l'animo coraggioso che vuole ricevere l'Amore della Trinità, ed oso invocare Gesù in mio soccorso.
Mi faccio insegnare da Lui a pregare il Padre nel loro Spirito d'Amore.
Infatti, il mio cuore impara a parlare a Dio se si lascia inondare dell'Amore di Cristo.

Resta in Silenzio e parla con Dio....

4. Contemplatio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivente,

scava nel mio cuore una sete d'amore

così grande che il Tuo Spirito mi faccia

partecipare alla comunione D'Amore

con le Tre Persone Divine,
in quel silenzio che trascende
ogni parola e ogni sensazione.

Guida
- Se ho lasciato che la Parola, letta e meditata, illumini a lungo gli occhi del mio cuore e della mia mente,
- se mi sono lasciato interpellare in profondità dal senso della Scrittura fino a maturare un desiderio di intimità costante con Dio,
- se ho pregato con fiducia infinita per i miei fratelli e per tutta la Chiesa,
allora Dio risponde.
Egli infonde nel mio cuore una certa incapacità di continuare a riflettere in modo discorsivo sulla Sua Parola e mi concede una sorta di partecipazione al fuoco di comunione d'amore "al di là di ogni cosa", che brucia senza inizio e senza fine all'interno della Santa Trinità.

Resta in Silenzio e lascia che Dio ti parli....

5. Actio (3 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

vieni Tu stesso in me e porta

a pieno compimento la luce divina

che ho ricevuto dalle Sacre Scritture.

Insegnami ad essere pura trasparenza

di Te in ogni qualsiasi azione

della mia vita.

Guida
Per darmi il dono di un'intima conversazione continua con Lui, il Signore si aspetta da parte mia che moltiplichi in ogni circostanza slanci di desiderio e di comunione con il Suo Amore.
E' questo un esercizio non difficile e distraente: di ora in ora, nel corso delle mie giornate, nel mezzo delle mie molteplici attività, al centro stesso delle mie fatiche, preoccupazioni, dolori, mentre si svolge il corso pesante e dispersivo del mio lavoro, posso-se voglio riprendere per qualche istante il ricordo dell'ultima lectio divina o risvegliare il desiderio della prossima.
Si dedicano pochi minuti per esprimere nel silenzio del proprio cuore, il proposito di tornare, durante la settimana, sulla Parola letta e meditata, per mettere in pratica almeno una decisione presa durante il dialogo con Dio.

Questo esercizio consente di rimanere sempre in conversazione con Lui

Benedizione Finale

Benedizione sacramentale

Il Sacerdote, inginocchiato davanti al Santissimo dice

Ci hai dato Signore, un pane disceso dal cielo

I fedeli rispondono:

che porta con se ogni dolcezza

Il sacerdote conclude con questa preghiera

Preghiamo.
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile Sacramento dell'Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa' che adoriamo con viva fede
il Santo Mistero del Tuo Corpo e del Tuo Sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre
nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen

Segue la Benedizione con l'Ostensorio e la recita del Sia Benedetto

Dio sia benedetto
Benedetto il Suo Santo Nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo
Benedetto il nome di Gesù
Benedetto il Suo Sacratissimo Cuore
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la Sua Santa e Immacolata Concezione
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre
Benedetto San Giuseppe Suo castissimo sposo
Benedetto Dio nei Suoi angeli e nei Suoi santi.

Il sacerdote ripone l'Ostia consacrata nel tabernacolo


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