9 luglio 2024

La Lectio divina si divide in '5 momenti'

1. Lectio

2. Meditatio

3. Oratio

4. Contemplatio

5. Actio

Inizio della Preghiera


Una preghiera alla Trinità per disporsi alla preghiera

L'anima mia vi adora, il mio cuore vi benedice e la mia bocca vi loda, o santa ed indivisibile Trinità: Padre Eterno, Figliuolo unico ed amato dal Padre, Spirito consolatore che procedete dal loro vicendevole amore.

O Dio onnipotente, benché io non sia che l'ultimo dei vostri servi ed il membro più imperfetto della vostra Chiesa, io vi lodo e vi glorifico.

Io vi invoco, o Santa Trinità, affinché veniate in me a donarmi la vita, e a fare del mio povero cuore un tempio degno della vostra gloria e della vostra santità. O Padre Eterno, io vi prego per il vostro amato Figlio; o Gesù, io vi supplico per il Padre vostro; o Spirito Santo, io vi scongiuro in nome dell'Amore del Padre e del Figlio: accrescete in me la fede, la speranza e la carità.

Fate che la mia fede sia efficace, la mia speranza sicura e la mia carità feconda. Fate che mi renda degno della vita eterna con l'innocenza della mia vita e con la santità dei miei costumi, affinché un giorno possa unire la mia voce a quella degli spiriti beati, per cantare con essi, per tutta l'eternità: Gloria al Padre Eterno, che ci ha creati; Gloria al Figlio, che ci ha rigenerati con il sacrificio cruento della Croce; Gloria allo Spirito Santo, che ci santifica con l'effusione delle sue grazie. Onore e gloria e benedizione alla santa ed adorabile Trinità per tutti i secoli.
Così sia (sant'Agostino).

1. LECTIO (5 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo

Parola fatta carne che illumini

ogni uomo, insegnami ad ascoltare,

ciò che Tu mi dici nella Sacra Scrittura,

e a scoprirvi il Tuo vero volto

e quello del Padre tuo.

Guida
In questa prima tappa prendo la mia Bibbia non come un libro qualsiasi ma come lo scrigno,
che contiene la Parola con la quale Dio vuol parlare di me.
Ascolto una persona vivente che mi rivolge un messaggio personale.
Lo ricevo come se lo ascoltassi per la prima volta.
Mi sforzo di coglierne il senso nel modo più pieno possibile.
Mi incontro con la luce di Dio: Essa prende dimora nella mia intelligenza e la illumina. 

Vangelo

Mt 9,32-38 

La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».

Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».

Parola del Signore
Lode a te o Cristo


Resta in Silenzio e lascia che la Parola letta entri nel tuo cuore...

2. Meditatio (15 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio Vivente,

insegnami a masticare e assimilare

la Parola viva del Tuo Vangelo,

affinchè essa mi trasformi e renda

il mio spirito pienamente conforme

a ciò che Tu sei e a ciò che Tu vuoi.

Guida
Invoco lo Spirito Santo perchè venga in soccorso della cecità della mia mente.
Nell'umile implorazione della luce e nell'adesione della fede, scruto la Parola con attenzione nuova.
Scopro come le idee di Dio siano diverse da quelle degli uomini e mi accorgo di quanto sia necessario lasciare che la Parola trasformi le mie convinzioni, per conformarle sempre di più alle idee di Dio. In questa seconda tappa acconsento a cambiare la mia mentalità e la mia volontà, per aderire alla mentalità e alla volontà di Dio.

2. Oppure, clicca qui per leggere il Commento esegetico di Silvano Fausti

Vangelo Mt 9,32-38 


SUPPLICATE DUNQUE IL SIGNORE DELLA MESSE

9,32Ora, usciti essi, ecco:
gli condussero
un uomo muto,
indemoniato.

33E, scacciato il demonio,
parlò il muto.
E si meravigliarono le folle,
dicendo:
Mai apparve cosa simile in Israele!

34Ma i farisei dicevano:
Con il capo dei demoni
scaccia i demoni!

35 E andava attorno Gesùper tutte le città e per tutti i villaggi,
insegnando nelle lorgoghe
e proclamando il vangelo del regno
e curando ogni malattia e ogni morbo.

36Vedendo le folle,
ebbe compassione di loro,
poiché erano stanche e oppresse
come pecore senza pastore.

37Allora dice ai suoi discepoli:
La messe è molta,
ma gli operai pochi!

38 Supplicate dunque
il Signore della messe,
perché getti fuori operai
nella sua messe.


1. Messaggio nel contesto

“Supplicate dunque il Signore della messe, perché getti fuori operai nella sua messe”, dice Gesù ai suoi discepoli prima di inviarli a continuare la sua stessa opera.

Il discorso sulla missione è introdotto allo stesso modo del discorso sul monte (9,35=4,23). La parola e l’azione del Figlio diventano sorgente della parola e dell’azione dei suoi fratelli: ciò che lui ha detto e fatto, è quanto i discepoli continueranno a dire e a fare. Unica è la missione: quella del Padre che manda il Figlio ai fratelli, perché nella fraternità sua e tra di loro diventino figli. I discepoli, dopo di lui, sono chiamati a trasmetterla nello spazio e nel tempo. “Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi” (Gv 20,21).

La storia è storia di missione: l’unico amore, che è la vita di tutto, “spinge” il Padre verso il Figlio e il Figlio verso il Padre. Ma il Figlio non può amare il Padre, se non ama come lui i fratelli. Per questo va verso di loro, per ricondurli dall’esilio alla casa paterna. L’apostolo, a sua volta, è spinto dal medesimo amore (2Cor 5,14). Mediante la fraternità ognuno diventa figlio: amando i fratelli, ama il Padre, il cui amore è amare il Figlio e in lui tutti i suoi figli. La missione ricostruisce l’unione degli uomini nell’unico Figlio del Padre. La Trinità, che è in cielo, si realizza sulla terra nell’amore reciproco, fino a quando Dio sarà tutto in tutti (1Cor 15,28). Allora il Signore sarà “uno” su tutta la terra (Zc 14,9), che finalmente diventerà il riflesso della Gloria.

Matteo riunisce nel discorso sulla missione anche quanto gli altri sinottici dicono sull’identità del discepolo e sulla sua vocazione. Vocazione e missione sono sempre congiunte: la mia “vocazione” di figlio si realizza nella “missione” verso i fratelli - il nome è sempre relazione all’altro.

Questi versetti allacciano la missione della Chiesa a quella di Gesù, che si esplica nell’annuncio del regno e nella cura dell’uomo (v. 35), e ha nella compassione la sua sorgente (v. 36). La messe è matura: è impellente che ci siano operai a raccoglierla, perché non vada rovinata (v. 37). Bisogna pregare, entrare in comunione col Padre, per diventare figli ed essere inviati verso i fratelli (v. 38).

Gesù è il primo apostolo, il Figlio inviato ai fratelli dalla compassione del Padre.

La Chiesa è apostolica non solo perché ha negli apostoli - e, attraverso di loro, in Gesù, primo apostolo - la propria origine, ma anche perché è fatta di figli che si sentono inviati ai fratelli. Come Paolo, ogni credente è spinto verso i lontani dallo stesso amore di Cristo, che ha dato la vita per tutti (2Cor 5,14).


2. Lettura del testo

v. 32 gli condussero un uomo muto, indemoniato. La fama sui ciechi guariti gli porta un muto. La parola è ciò che dà senso alla realtà: tutto senza di essa resta assurdo. L’uomo riceve luce dalla parola, e diventa la parola che ascolta. Il muto è l’uomo in cui si arresta il circuito della parola: per lo più non la può sentire, e, quand’anche la sentisse, non la può esprimere. Dopo l’illuminazione della fede, l’uomo sa finalmente chi è, e può comunicare la sua realtà.

v. 33 scacciato il demonio. Il demonio, spirito di tenebra e morte, impedisce la parola di vita. Davanti a Gesù se ne va come la notte davanti al giorno.

parlò il muto. Anche lui può dire ciò che ha udito e visto e toccato dal Verbo della vita (1Gv 1,1). Nel discorso sulla missione, che immediatamente segue, questa parola si diffonderà tra tutto il popolo.

mai apparve cosa simile in Israele. È la meraviglia davanti al compimento della promessa.

v. 34 con il capo dei demoni scaccia i demoni. Davanti alla Parola - al muto che parla - c’è sempre la duplice reazione: la fede che si meraviglia e l’accoglie, l’incredulità che si indurisce e rifiuta, con ragionamenti tanto sottili quanto evidentemente contraddittori (cf 12,22-32!).

La storia della salvezza è uno scontro tra fede e incredulità, fra luce e tenebre. Queste non l’accolgono, ma neanche la possono soffocare.

v.35 E andava attorno Gesù. Gesù è itinerante. La sua natura di Figlio lo porta verso i fratelli. Lui stesso è la via che va in cerca dei perduti per ricondurli alla verità e alla vita. Gesù che cammina è modello del discepolo, inviato da lui e come lui.

Il suo andare non è un divagare turistico, spirituale o meno. È il pellegrinaggio verso la casa del Padre, che si realizza perdendosi in cerca di ogni fratello.

Il suo modo di andare è certamente come quello che prescrive ai Dodici: in gratuità e povertà (cf 10,1-15). Prima di istruirli con le parole, li addestra con l’esempio.

per tutte le città e i villaggi. In ogni luogo, grande o piccolo, ovunque c’è un uomo, c’è un fratello. Nessuno è insignificante.

insegnando nelle loro sinagoghe. Gesù, come poi anche Paolo, inizia il suo apostolato nella sinagoga. Da lì la Parola esce per le strade del mondo, fino agli estremi confini della terra.

proclamando. C’è un bando, un proclama, un messaggio da rendere noto.

il vangelo del regno. È la buona notizia che è giunto il regno del Padre, dove tutti siamo figli e ci amiamo come fratelli. È quanto Gesù ha proclamato sul monte (cc. 5-7).

curando. È quanto Gesù ha fatto scendendo dal monte (cc. 8-9). La Parola è sempre connessa con la “terapia”, che vuol dire: “rispetto, venerazione, cura”. Il vangelo è una logoterapia: la Parola, ridandoci la dignità di figli, è la cura prima dai nostri mali.

ogni malattia e ogni morbo. L’uomo ha molte malattie che lo fanno stare male, molti “morbi”, che lo rendono “morbido”, cascante, incapace di stare eretto.

v. 36 vedendo le folle. L’occhio del Signore è il suo giudizio, molto diverso dal nostro. Lui, che ha il cuore buono, ha solo giudizi di salvezza.

ebbe compassione. In greco c’è un verbo che deriva da splánchna, che significa “viscere, utero”. È la qualità materna dell’amore di Dio. Il nostro male muove le sue viscere, fino a com-patire, a patire-con noi il nostro stesso male.

erano stanche e oppresse. In greco c’è “lacerate e gettate a terra”. L’uomo, allontanatosi da Dio, è lacerato, diviso da sé e da tutti, e oppresso, schiacciato fino a terra, incapace di stare ritto.

come pecore senza pastore. Il pastore conduce ai pascoli e alle sorgenti (Sal 23; Ez 34,1ss; Gv 10,1ss). Senza di lui la pecora muore. Nella Bibbia il gregge è il popolo e il pastore Dio stesso, oltre che i capi del popolo come suoi rappresentanti. Ciò che muove a compassione il Signore è la constatazione della miseria di queste pecore, destinate al macello.

v. 37 allora dice ai suoi discepoli. Gesù rende partecipi della sua compassione quelli che manderà in missione.

la messe è molta. Il male non è il luogo della disperazione, bensì della gioia del raccolto! Infatti proprio nella miseria si vive la misericordia - il grande dono di Dio che è Dio stesso. Il giudizio finale è visto come la mietitura (3,12; 13,30.39), che mette in salvo e la messe e il contadino stesso. Il giudizio di Dio è salvezza nostra, ma anche sua, perché lui non può accettare che i suoi figli si perdano. Esso si compie nella storia mediante la missione del Figlio e di coloro che la continuano.

La missione è insieme seminare e raccogliere. Chi semina si incontra con chi miete (Gv 4,35-38): infatti chi semina misericordia ottiene misericordia (5,7).

L’umanità è messe matura per il dono di Dio. Non si attendano tempi migliori: il peccato è luogo di perdono, la perdizione di salvezza. Tutti gli uomini, da sempre, sono figli di Dio. Ma nessuno lo sa. Questo è il momento che uno glielo mostri nella sua compassione di fratello.

ma gli operai pochi. Gesù è il primo operaio, che opera verso i fratelli con la stessa misericordia del Padre. Attende collaboratori (1Cor 3,9). Dio si serve di noi per due motivi.

Primo, perché, collaborando con lui, diventiamo come lui: facendoci fratelli, siamo salvi, perché diventiamo figli (per questo ognuno cristiano è chiamato ad essere apostolo). Secondo, perché nella nostra fraternità gli altri accolgono lo Spirito del Padre, e possono a loro volta farsi suoi collaboratori nei confronti di altri, e così di seguito fino a quando tutti gli uomini realizzeranno il loro nome di figli vivendo da fratelli.

v. 38 supplicate dunque, ecc. Se la messe è molta e gli operai pochi, Gesù non conclude: “Datevi quindi da fare!”. Chiede invece che si supplichi il Padre, Signore della messe. Solo la comunione con lui e il dono del suo Spirito (Lc 11,9-13) ci fanno figli come il Figlio, liberi dalle nostre false sicurezze (Lc 9,57-62), capaci di compiere la sua stessa missione.


3. Pregare il testo


da notare:


4. Passi utili:

Sal 23; 80; 100; Ez 19,2-6a; 34,1ss; Gv 10,1-18; Lc 9,57-62; 10,25-37; 11,9-13.


5. Per i giorni precedenti

1. Per sapere il Vangelo dei giorni precedenti ti consigliamo di utilizzare l'utilissimo sito www.lachiesa.it, per sapere il Vangelo del giorno che ti interessa.


2. Vi proponiamo quattro canali su Telegram sui Vangeli commentati da Silvano Fausti:

 a. Vangelo di Matteo
b. Vangelo di Marco
c. Vangelo di Luca
d. Vangelo di Giovanni


*Di seguito ti diamo anche i quattro file sui Vangeli commentati da Silvano Fausti. Basta cercare il brano che ti interessa per leggere i commenti. (il file è abbastanza corposo, pertanto bisogna avere un po' di pazienza nell'aprirlo).

꧁ f i n e ꧂

3. Oratio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

insegnami a parlare al Padre

con il quale Tu dialoghi continuamente

nel vincolo dello Spirito Santo.

Accendi il mio cuore con l'Amore

che ti unisce al Padre e sii Tu stesso

in me una continua preghiera.

Guida
In questa terza tappa mi sforzo di parlare a Dio con tutto il cuore, chiamandolo in aiuto della mia impotenza.
E' il momento di domandare alla Vergine Maria di comunicarmi la sua preghiera, fatta di fiducia e di amore.
Mi dispongo con un cuore puro e con fede, in un silenzio adorante, con l'animo coraggioso che vuole ricevere l'Amore della Trinità, ed oso invocare Gesù in mio soccorso.
Mi faccio insegnare da Lui a pregare il Padre nel loro Spirito d'Amore.
Infatti, il mio cuore impara a parlare a Dio se si lascia inondare dell'Amore di Cristo.

Resta in Silenzio e parla con Dio....

4. Contemplatio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivente,

scava nel mio cuore una sete d'amore

così grande che il Tuo Spirito mi faccia

partecipare alla comunione D'Amore

con le Tre Persone Divine,
in quel silenzio che trascende
ogni parola e ogni sensazione.

Guida
- Se ho lasciato che la Parola, letta e meditata, illumini a lungo gli occhi del mio cuore e della mia mente,
- se mi sono lasciato interpellare in profondità dal senso della Scrittura fino a maturare un desiderio di intimità costante con Dio,
- se ho pregato con fiducia infinita per i miei fratelli e per tutta la Chiesa,
allora Dio risponde.
Egli infonde nel mio cuore una certa incapacità di continuare a riflettere in modo discorsivo sulla Sua Parola e mi concede una sorta di partecipazione al fuoco di comunione d'amore "al di là di ogni cosa", che brucia senza inizio e senza fine all'interno della Santa Trinità.

Resta in Silenzio e lascia che Dio ti parli....

5. Actio (3 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

vieni Tu stesso in me e porta

a pieno compimento la luce divina

che ho ricevuto dalle Sacre Scritture.

Insegnami ad essere pura trasparenza

di Te in ogni qualsiasi azione

della mia vita.

Guida
Per darmi il dono di un'intima conversazione continua con Lui, il Signore si aspetta da parte mia che moltiplichi in ogni circostanza slanci di desiderio e di comunione con il Suo Amore.
E' questo un esercizio non difficile e distraente: di ora in ora, nel corso delle mie giornate, nel mezzo delle mie molteplici attività, al centro stesso delle mie fatiche, preoccupazioni, dolori, mentre si svolge il corso pesante e dispersivo del mio lavoro, posso-se voglio riprendere per qualche istante il ricordo dell'ultima lectio divina o risvegliare il desiderio della prossima.
Si dedicano pochi minuti per esprimere nel silenzio del proprio cuore, il proposito di tornare, durante la settimana, sulla Parola letta e meditata, per mettere in pratica almeno una decisione presa durante il dialogo con Dio.

Questo esercizio consente di rimanere sempre in conversazione con Lui

Benedizione Finale

Benedizione sacramentale

Il Sacerdote, inginocchiato davanti al Santissimo dice

Ci hai dato Signore, un pane disceso dal cielo

I fedeli rispondono:

che porta con se ogni dolcezza

Il sacerdote conclude con questa preghiera

Preghiamo.
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile Sacramento dell'Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa' che adoriamo con viva fede
il Santo Mistero del Tuo Corpo e del Tuo Sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre
nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen

Segue la Benedizione con l'Ostensorio e la recita del Sia Benedetto

Dio sia benedetto
Benedetto il Suo Santo Nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo
Benedetto il nome di Gesù
Benedetto il Suo Sacratissimo Cuore
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la Sua Santa e Immacolata Concezione
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre
Benedetto San Giuseppe Suo castissimo sposo
Benedetto Dio nei Suoi angeli e nei Suoi santi.

Il sacerdote ripone l'Ostia consacrata nel tabernacolo


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