6 Luglio 2024

La Lectio divina si divide in '5 momenti'

1. Lectio

2. Meditatio

3. Oratio

4. Contemplatio

5. Actio

Inizio della Preghiera


Una preghiera alla Trinità per disporsi alla preghiera

L'anima mia vi adora, il mio cuore vi benedice e la mia bocca vi loda, o santa ed indivisibile Trinità: Padre Eterno, Figliuolo unico ed amato dal Padre, Spirito consolatore che procedete dal loro vicendevole amore.

O Dio onnipotente, benché io non sia che l'ultimo dei vostri servi ed il membro più imperfetto della vostra Chiesa, io vi lodo e vi glorifico.

Io vi invoco, o Santa Trinità, affinché veniate in me a donarmi la vita, e a fare del mio povero cuore un tempio degno della vostra gloria e della vostra santità. O Padre Eterno, io vi prego per il vostro amato Figlio; o Gesù, io vi supplico per il Padre vostro; o Spirito Santo, io vi scongiuro in nome dell'Amore del Padre e del Figlio: accrescete in me la fede, la speranza e la carità.

Fate che la mia fede sia efficace, la mia speranza sicura e la mia carità feconda. Fate che mi renda degno della vita eterna con l'innocenza della mia vita e con la santità dei miei costumi, affinché un giorno possa unire la mia voce a quella degli spiriti beati, per cantare con essi, per tutta l'eternità: Gloria al Padre Eterno, che ci ha creati; Gloria al Figlio, che ci ha rigenerati con il sacrificio cruento della Croce; Gloria allo Spirito Santo, che ci santifica con l'effusione delle sue grazie. Onore e gloria e benedizione alla santa ed adorabile Trinità per tutti i secoli.
Così sia (sant'Agostino).

1. LECTIO (5 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo

Parola fatta carne che illumini

ogni uomo, insegnami ad ascoltare,

ciò che Tu mi dici nella Sacra Scrittura,

e a scoprirvi il Tuo vero volto

e quello del Padre tuo.

Guida
In questa prima tappa prendo la mia Bibbia non come un libro qualsiasi ma come lo scrigno,
che contiene la Parola con la quale Dio vuol parlare di me.
Ascolto una persona vivente che mi rivolge un messaggio personale.
Lo ricevo come se lo ascoltassi per la prima volta.
Mi sforzo di coglierne il senso nel modo più pieno possibile.
Mi incontro con la luce di Dio: Essa prende dimora nella mia intelligenza e la illumina. 

Vangelo

Mt 9,14-17

Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».

E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Parola del Signore
Lode a te o Cristo


Resta in Silenzio e lascia che la Parola letta entri nel tuo cuore...

2. Meditatio (15 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio Vivente,

insegnami a masticare e assimilare

la Parola viva del Tuo Vangelo,

affinchè essa mi trasformi e renda

il mio spirito pienamente conforme

a ciò che Tu sei e a ciò che Tu vuoi.

Guida
Invoco lo Spirito Santo perchè venga in soccorso della cecità della mia mente.
Nell'umile implorazione della luce e nell'adesione della fede, scruto la Parola con attenzione nuova.
Scopro come le idee di Dio siano diverse da quelle degli uomini e mi accorgo di quanto sia necessario lasciare che la Parola trasformi le mie convinzioni, per conformarle sempre di più alle idee di Dio. In questa seconda tappa acconsento a cambiare la mia mentalità e la mia volontà, per aderire alla mentalità e alla volontà di Dio.

2. Oppure, clicca qui per leggere il Commento esegetico di Silvano Fausti

Vangelo Mt 9,14-17

 

LO SPOSO È CON LORO

9,14Allora gli si avvicinano
i discepoli di Giovanni,
dicendo:
Perché noi e i farisei digiuniamo (molto),
mentre i tuoi discepoli non digiunano?

15E disse loro Gesù:
Possono i figli delle nozze fare lutto
quando lo sposo è con loro?
Ma verranno i giorni
quando sarà loro tolto lo sposo,
e allora digiuneranno.

16Ora nessuno mette una toppa grezza
sopra un vestito vecchio,
perché il suo rattoppo strappa il vestito
e lo squarcio è peggiore.

17Né mettono vino giovane
in otri vecchi,
se no si rompono gli otri,
e il vino si riversa fuori
e gli otri vanno perduti;
ma mettono vino giovane
in otri nuovi,
e ambedue si conservano.


1. Messaggio nel contesto

“Lo sposo è con loro” , risponde Gesù: per questo i suoi discepoli non digiunano. Nella sua carne è indissolubilmente unita divinità e umanità, si celebrano le nozze tra l’uomo e Dio.

In casa di Matteo il peccatore, oltre i discepoli e altri peccatori, ci sono anche i farisei (cf brano precedente) e i discepoli di Giovanni: tutti sono presenti alle nozze dell’Agnello, che porta su di sé il peccato del mondo (Gv 1,29). Nessuno è escluso dalla festa, perché egli è il principio e il fine della creazione: per lui e in vista di lui tutto è stato fatto e tutto sussiste in lui (Col 1,16s), vita di quanto esiste (Gv 1,3b-4). Il Signore che mangia con tutti, peccatori convinti o meno, è il riposo di Dio nella sua creazione e della creazione nel suo Dio. Nascono i cieli nuovi e la terra nuova, dove ha stabile dimora la giustizia di Dio (2Pt 3,13).

Il racconto usa parole primordiali, di immediata comprensione, quali il cibo e il digiuno, l’amore e il vestito, il vino e gli otri. Con Gesù è finito il digiuno, e inizia il banchetto nuziale (vv. 14-15a), anche se la sua morte comporterà un digiuno attraverso cui passare per giungere alla meta (v. 15b). La vita nuova che lui porta non è un aggiustamento di quella vecchia (v. 16); c’è finalmente qualcosa di nuovo sotto il sole (Qo 1,9): il vino nuovo (v. 17), lo Spirito nuovo promesso dai profeti (Ez 36,26), effuso nei nostri cuori (Rm 5,5), che esige e dona un cuore nuovo.

Le metafore illustrano, con semplicità divina, la bellezza della vita nuova e la sua inconciliabilità con quella vecchia.

In casa di Matteo, noi peccatori siamo chiamati al banchetto di nozze. Su quanti siedono alla mensa del Figlio, si riversa ogni dono di Dio. L’uomo conosce digiuno, solitudine, nudità, sopore e ovvietà di morte, perché è fame di amore, vestito, ebbrezza, novità e vita. La venuta del Signore sazia questa fame, antica come l’uomo stesso.

Gesù è il cibo, lo sposo, il vestito nuovo, il vino migliore riservato alla fine. In lui ci è donato tutto ciò che Dio è.

La Chiesa non digiuna: fatta di peccatori, fa eucaristia per il dono del perdono di cui perennemente vive e gioisce.


2. Lettura del testo

9,14 Allora gli si avvicinano i discepoli di Giovanni. Giovanni proclama la conversione e annuncia colui che viene“dopo”.

noi e i farisei digiuniamo. I suoi discepoli digiunano: per loro la vita è attesa del futuro. Anche i farisei, fedeli alla tradizione, digiunano: per loro la vita sta nell’osservanza del passato. Per le persone religiose il presente è sempre digiuno: la vita è nel futuro o nel passato, desiderio di ciò che sarà o nostalgia di ciò che è stato!

i tuoi discepoli non digiunano. Dio non è uno che era o sarà: egli è. Per questo i discepoli di Gesù non digiunano: vivono la gioia dell’incontro con lui.

v. 15 possono i figli delle nozze. L’espressione ebraica “figli delle nozze” indica gli invitati. Con Gesù partecipiamo al banchetto del Messia, pienezza di vita (cf Is 25,6-12; 55,1ss; Pr 9,1-6; Sir 24,18-20).

fare lutto. Il lutto è segno di morte, di cui il digiuno fa parte essenziale: mangiare è vivere, digiunare è morire. Il banchetto che il Signore ci offre elimina la morte per sempre e asciuga le lacrime su ogni volto (Is 25,8; Ap 7,17).

lo sposo è con loro. Ecco il nostro Dio (Is 25,9): è lui lo sposo, l’Emmanuele, che è sempre con noi (1,23; 28,20). Il rapporto sposo/sposa, alterità che si dona e si unisce in amore e giubilo, intensità e tenerezza, fedeltà e fecondità, è la realtà più indicata per alludere al rapporto Dio/uomo (cf Is 61,10s; 62,1-5; Gen 1,27; Os 2,16-25; Cantico dei Cantici; Ap 21-22). In Gesù uomo e Dio sono una carne sola: l’uno è l’altra parte dell’altro, e nessuno potrà più separare ciò che fu unito.

Siamo abituati a considerare Dio come madre e padre, che rappresentano quell’amore necessario di cui uno ha bisogno per nascere e per crescere. Ma lui è anche lo sposo, amore libero e corrisposto che ci rende simili a lui, suoi partners.

La vita del cristiano non è semplicemente mangiare, ma celebrare il banchetto nuziale: vivere nella pienezza di quell’amore che è Dio stesso, suo sposo.

Il “principio dei segni” di Gesù è dare l’ebbrezza del vino all’acqua incolore e insapore della legge, che comanda ma non dà l’amore (cf Gv 2,1ss). Se Giovanni non mangia e non beve, Gesù fu chiamato “mangione e beone” (11,18s). Matteo sottolinea anche altrove l’aspetto nuziale del regno (22,1-14; 25,1-13).

quando sarà tolto loro lo sposo, allora digiuneranno. Lo sposo sarà tolto quando sarà elevato sulla croce e levato in cielo. La vita cristiana conosce una pienezza che però non è ancora compiuta. Le nozze già ci sono state: l’unione con Dio, già perfetta in Gesù, è l’anticipo di ciò che sarà per ciascuno di noi alla fine. Ora c’è un’assenza per giungere alla presenza, un digiuno non ancora sazio, un venerdì santo che introduce alla pasqua. Il suo essere-con-noi, per il momento, resta sotto il segno della croce: la sua presenza è nei piccoli - negli affamati, assetati, forestieri, nudi, ammalati, carcerati, in tutte quelle situazioni di digiuno che la nostra storia conoscerà sino alla fine (25,35ss). Lì lui è presente al nostro amore. Il nostro digiuno si sazia, per ora, incontrando lo sposo nella sua presenza crocifissa, con la quale è-con-noi sino al compimento dei tempi (28,10), quando entreremo con lui nelle nozze (25,20), prendendo parte alla sua gioia (25,21.23).

In questo detto si allude al digiuno del venerdì santo in ricordo della croce. Ma si allude soprattutto al digiuno che lui desidera da noi: dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa il senza tetto, vestire il nudo, sciogliere le catene, spezzare ogni giogo (Is 58,6s). Così incontriamo lo sposo, che si è fatto l’ultimo di tutti (25,40).

v. 16 nessuno mette una toppa grezza su un vestito vecchio. Se il banchetto richiama le nozze, queste richiamano il vestito nuziale (cf 22,11-13). Il vestito è la visibilità della persona, che insieme la vela e rivela - è come un corpo che liberamente ciascuno si sceglie. Il mondo è vestito di Dio (Sal 104,1s): rende visibile all’esterno la sua gloria nascosta. Ma col peccato si è logorato: è invecchiato. Dio lo muta, ed è mutato (Sal 102,27).

Non si taglia un panno nuovo per aggiustarne uno vecchio: la novità dell’amore non è un semplice restauro dell’uomo vecchio, ma è tutto un nuovo modo di vivere e agire.

perché il suo rattoppo strappa il vestito. Un rattoppo (in greco pléroma = pienezza!) nuovo non ci sta su un tessuto vecchio. Essendo più resistente, lo strappa e ne aumenta lo squarcio. Per questo il nuovo non è compatibile col vecchio. Non si può mischiare luce e tenebra, vita e morte, amore ed egoismo. Anche se il nuovo in noi convive sempre ancora con il vecchio, tuttavia ne è la morte.

Al banchetto nuziale entreremo solo con l’abito nuovo (22,11s): è la grazia di Dio, concessa a tutti, buoni e cattivi, giusti e peccatori, che progressivamente ci riveste giorno dopo giorno. Se il vestito è l’uomo nella sua relazione con l’altro, questo vestito nuovo è la relazione filiale e fraterna propria di chi si è rivestito di Cristo, nella novità di vita (Rm 13,14).

v. 17 né mettono vino giovane. Il vino giovane è la benedizione della terra promessa, il coronamento del suo frutto. Rispetto al cibo rappresenta il lusso, il “di più” necessario per essere felici. L’uomo non è fatto solo per mangiare come l’animale. È fatto per amare: solo questo lusso gli dà gioia.

Il vino è simbolo del sangue, della vita, dello Spirito. Gesù ha bevuto il vino acido della nostra morte (27,48), per darci alla fine il vino migliore (Gv 2,10): beve il nostro calice di morte (26,42), perché noi beviamo il suo calice di vita (26,27).

Non ubriacatevi di vino, ma siate ricolmi dello Spirito (Ef 5,18). Questo amore, “sobria ebbrezza dello Spirito”, è l’alleanza nuova ed eterna tra noi e lo sposo (cf Ger 31,31).

in otri vecchi. L’otre è un sacco di pelle per custodire bevande. L’otre vecchio non può contenere il vino nuovo: il cuore di pietra non può contenere lo Spirito d’amore.

si rompono gli otri. Lo Spirito nuovo rompe l’otre vecchio: l’uomo vecchio, il cuore di pietra, è perduto e morto per sempre, e lo Spirito si effonde, come il profumo dal vaso rotto (Mc 14,3).

mettono vino giovane in otri nuovi. I discepoli di Gesù sono otri nuovi, e vivono nella gioia perché hanno questo vino nuovo: è una gioia che nessun digiuno può oscurare e nessuna potenza rapire (Gv 16,23), perché nulla ormai li può separare dall’amore che Dio ha per loro in Cristo (Rm 8,38s). Lo Spirito fa l’uomo nuovo: l’uomo interiore si rinnova di giorno in giorno proprio con la rottura dell’uomo esteriore, dell’otre vecchio (cf 2Cor 4,16).

ambedue si conservano. Lo Spirito vivifica l’uomo nuovo e l’uomo nuovo è “tempio dello Spirito”: noi glorifichiamo Dio nel nostro corpo (2Cor 6,19.20; cf Rm 12,1)


3. Pregare il testo


da notare:


4. Passi utili:

banchetto: Is 25; 55; Pr 9,1-6; nozze: Cantico dei Cantici; Is 61,10-62,5; Os 2,16-25; Ap 21-22; digiuno: Is 58,1ss; veste: Ef 4,20-5,20; vino: Gv 2,1-12; Ez 36,24-37,14.


5. Per i giorni precedenti

1. Per sapere il Vangelo dei giorni precedenti ti consigliamo di utilizzare l'utilissimo sito www.lachiesa.it, per sapere il Vangelo del giorno che ti interessa.


2. Vi proponiamo quattro canali su Telegram sui Vangeli commentati da Silvano Fausti:

 a. Vangelo di Matteo
b. Vangelo di Marco
c. Vangelo di Luca
d. Vangelo di Giovanni


*Di seguito ti diamo anche i quattro file sui Vangeli commentati da Silvano Fausti. Basta cercare il brano che ti interessa per leggere i commenti. (il file è abbastanza corposo, pertanto bisogna avere un po' di pazienza nell'aprirlo).

꧁ f i n e ꧂

3. Oratio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

insegnami a parlare al Padre

con il quale Tu dialoghi continuamente

nel vincolo dello Spirito Santo.

Accendi il mio cuore con l'Amore

che ti unisce al Padre e sii Tu stesso

in me una continua preghiera.

Guida
In questa terza tappa mi sforzo di parlare a Dio con tutto il cuore, chiamandolo in aiuto della mia impotenza.
E' il momento di domandare alla Vergine Maria di comunicarmi la sua preghiera, fatta di fiducia e di amore.
Mi dispongo con un cuore puro e con fede, in un silenzio adorante, con l'animo coraggioso che vuole ricevere l'Amore della Trinità, ed oso invocare Gesù in mio soccorso.
Mi faccio insegnare da Lui a pregare il Padre nel loro Spirito d'Amore.
Infatti, il mio cuore impara a parlare a Dio se si lascia inondare dell'Amore di Cristo.

Resta in Silenzio e parla con Dio....

4. Contemplatio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivente,

scava nel mio cuore una sete d'amore

così grande che il Tuo Spirito mi faccia

partecipare alla comunione D'Amore

con le Tre Persone Divine,
in quel silenzio che trascende
ogni parola e ogni sensazione.

Guida
- Se ho lasciato che la Parola, letta e meditata, illumini a lungo gli occhi del mio cuore e della mia mente,
- se mi sono lasciato interpellare in profondità dal senso della Scrittura fino a maturare un desiderio di intimità costante con Dio,
- se ho pregato con fiducia infinita per i miei fratelli e per tutta la Chiesa,
allora Dio risponde.
Egli infonde nel mio cuore una certa incapacità di continuare a riflettere in modo discorsivo sulla Sua Parola e mi concede una sorta di partecipazione al fuoco di comunione d'amore "al di là di ogni cosa", che brucia senza inizio e senza fine all'interno della Santa Trinità.

Resta in Silenzio e lascia che Dio ti parli....

5. Actio (3 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

vieni Tu stesso in me e porta

a pieno compimento la luce divina

che ho ricevuto dalle Sacre Scritture.

Insegnami ad essere pura trasparenza

di Te in ogni qualsiasi azione

della mia vita.

Guida
Per darmi il dono di un'intima conversazione continua con Lui, il Signore si aspetta da parte mia che moltiplichi in ogni circostanza slanci di desiderio e di comunione con il Suo Amore.
E' questo un esercizio non difficile e distraente: di ora in ora, nel corso delle mie giornate, nel mezzo delle mie molteplici attività, al centro stesso delle mie fatiche, preoccupazioni, dolori, mentre si svolge il corso pesante e dispersivo del mio lavoro, posso-se voglio riprendere per qualche istante il ricordo dell'ultima lectio divina o risvegliare il desiderio della prossima.
Si dedicano pochi minuti per esprimere nel silenzio del proprio cuore, il proposito di tornare, durante la settimana, sulla Parola letta e meditata, per mettere in pratica almeno una decisione presa durante il dialogo con Dio.

Questo esercizio consente di rimanere sempre in conversazione con Lui

Benedizione Finale

Benedizione sacramentale

Il Sacerdote, inginocchiato davanti al Santissimo dice

Ci hai dato Signore, un pane disceso dal cielo

I fedeli rispondono:

che porta con se ogni dolcezza

Il sacerdote conclude con questa preghiera

Preghiamo.
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile Sacramento dell'Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa' che adoriamo con viva fede
il Santo Mistero del Tuo Corpo e del Tuo Sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre
nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen

Segue la Benedizione con l'Ostensorio e la recita del Sia Benedetto

Dio sia benedetto
Benedetto il Suo Santo Nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo
Benedetto il nome di Gesù
Benedetto il Suo Sacratissimo Cuore
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la Sua Santa e Immacolata Concezione
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre
Benedetto San Giuseppe Suo castissimo sposo
Benedetto Dio nei Suoi angeli e nei Suoi santi.

Il sacerdote ripone l'Ostia consacrata nel tabernacolo


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