13 luglio 2024

La Lectio divina si divide in '5 momenti'

1. Lectio

2. Meditatio

3. Oratio

4. Contemplatio

5. Actio

Inizio della Preghiera


Una preghiera alla Trinità per disporsi alla preghiera

L'anima mia vi adora, il mio cuore vi benedice e la mia bocca vi loda, o santa ed indivisibile Trinità: Padre Eterno, Figliuolo unico ed amato dal Padre, Spirito consolatore che procedete dal loro vicendevole amore.

O Dio onnipotente, benché io non sia che l'ultimo dei vostri servi ed il membro più imperfetto della vostra Chiesa, io vi lodo e vi glorifico.

Io vi invoco, o Santa Trinità, affinché veniate in me a donarmi la vita, e a fare del mio povero cuore un tempio degno della vostra gloria e della vostra santità. O Padre Eterno, io vi prego per il vostro amato Figlio; o Gesù, io vi supplico per il Padre vostro; o Spirito Santo, io vi scongiuro in nome dell'Amore del Padre e del Figlio: accrescete in me la fede, la speranza e la carità.

Fate che la mia fede sia efficace, la mia speranza sicura e la mia carità feconda. Fate che mi renda degno della vita eterna con l'innocenza della mia vita e con la santità dei miei costumi, affinché un giorno possa unire la mia voce a quella degli spiriti beati, per cantare con essi, per tutta l'eternità: Gloria al Padre Eterno, che ci ha creati; Gloria al Figlio, che ci ha rigenerati con il sacrificio cruento della Croce; Gloria allo Spirito Santo, che ci santifica con l'effusione delle sue grazie. Onore e gloria e benedizione alla santa ed adorabile Trinità per tutti i secoli.
Così sia (sant'Agostino).

1. LECTIO (5 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo

Parola fatta carne che illumini

ogni uomo, insegnami ad ascoltare,

ciò che Tu mi dici nella Sacra Scrittura,

e a scoprirvi il Tuo vero volto

e quello del Padre tuo.

Guida
In questa prima tappa prendo la mia Bibbia non come un libro qualsiasi ma come lo scrigno,
che contiene la Parola con la quale Dio vuol parlare di me.
Ascolto una persona vivente che mi rivolge un messaggio personale.
Lo ricevo come se lo ascoltassi per la prima volta.
Mi sforzo di coglierne il senso nel modo più pieno possibile.
Mi incontro con la luce di Dio: Essa prende dimora nella mia intelligenza e la illumina. 

Vangelo

Mt 10,24-33

Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:

«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!

Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.

E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore
Lode a te o Cristo


Resta in Silenzio e lascia che la Parola letta entri nel tuo cuore...

2. Meditatio (15 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio Vivente,

insegnami a masticare e assimilare

la Parola viva del Tuo Vangelo,

affinchè essa mi trasformi e renda

il mio spirito pienamente conforme

a ciò che Tu sei e a ciò che Tu vuoi.

Guida
Invoco lo Spirito Santo perchè venga in soccorso della cecità della mia mente.
Nell'umile implorazione della luce e nell'adesione della fede, scruto la Parola con attenzione nuova.
Scopro come le idee di Dio siano diverse da quelle degli uomini e mi accorgo di quanto sia necessario lasciare che la Parola trasformi le mie convinzioni, per conformarle sempre di più alle idee di Dio. In questa seconda tappa acconsento a cambiare la mia mentalità e la mia volontà, per aderire alla mentalità e alla volontà di Dio.

2. Oppure, clicca qui per leggere il Commento esegetico di Silvano Fausti

Vangelo Mt 10,24-33


NON TEMETE

10,24 Non c’è discepolo sopra il maestro,
né schiavo sopra il suo Signore.

25 È sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro
e per lo schiavo come il suo Signore.
Se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa,
quanto più i suoi domestici.

26 Non li temete, dunque,
poiché non vi è nulla di velato
che non sarà svelato,
e di nascosto
che non sarà conosciuto.

27 Ciò che vi dico nelle tenebre,
ditelo nella luce,
e ciò che udite all’orecchio,
proclamatelo sui tetti.

28 E non temete
quelli che uccidono il corpo,
ma non possono uccidere la vita;
temete piuttosto
colui che può e vita e corpo
distruggere nella Geenna.

29 Due passeri non si vendono per un soldo?
Eppure neanche uno di essi
cadrà a terra
senza che il Padre vostro
lo voglia.

30 Di voi poi, anche i capelli del capo
sono tutti contati.

31 Smettetela dunque di temere:
voi valete più di molti passeri!

32 Chi dunque mi riconoscerà
davanti agli uomini,anch’io lo riconoscerò
davanti al Padre mio che è nei cieli;

33 chi invece mi rinnegherà
davanti agli uomini,
anch’io lo rinnegherò
davanti al Padre mio che è nei cieli.


1. Messaggio nel contesto

“Non temete”, dice Gesù agli apostoli, dopo averli mandati come pecore in mezzo a lupi. La paura è il motore primo dell’agire umano; dovrebbe invece essere solo il freno!

Evitare i pericoli vita è giusto; non diventi però la preoccupazione che distoglie da ogni occupazione. L’istinto di autoconservazione in sé è sano: serve per evitare il male. Ma è principio insufficiente per vivere, se contemporaneamente non c’è la fiducia nel bene. Senza fiducia l’uomo è bloccato e disperato; senza paura è sventato e temerario - solo gli incoscienti, oltre i dittatori e i pazzi, non hanno paura; ma c’è d’aver paura per loro e di loro!

Fiducia e paura sono due principi antagonisti, ambedue necessari. Il secondo sovrabbonda, il primo invece scarseggia. Il Signore è venuto a donarci una fiducia in lui che ci libera dalla paura della morte, con la quale il nemico ci tiene in schiavitù per tutta la vita (Eb 2,15).

La morte è un evento naturale: non è un male, anche se, a causa del peccato, la viviamo male! È giusto non cercarla; ma è demoniaco rifiutarla. Siamo mortali; ma il nostro limite non è la fine di noi stessi, come teme il nostro egoismo, bensì l’inizio dell’Altro e della nostra comunione con lui.

Principio e fine della nostra vita non è il nulla che temiamo, ma il Padre che ci ama e che amiamo. Il perfetto amore scaccia ogni timore (1Gv 4,18). Finché viviamo, il nostro amore non è ancora perfetto. Per questo abbiamo anche paura; ma non ne siamo dominati.

L’apostolo, pur sentendo timori e incertezze (1Cor 2,3), non si lascia guidare da questi, ma dallo Spirito di colui che ha dato la vita per tutti (cf 2Cor 5,14).

La paura della morte non diventi una filosofia di vita. Nostra “filosofia” sia “l’amore della sapienza” del Padre. L’uomo è sempre conteso tra due amori: quello della sapienza della carne, che chiude nella paura della morte, e quello della sapienza dello Spirito, che apre alla fiducia e alla vita. Ogni volta deve decidere quale sposare.

Il brano è scandito da tre imperativi: “Non temete”, seguiti da motivazioni.

Il ritornello “non temete” (cf “non preoccupatevi”: 6,25.27.28.31.34bis!) significa innanzitutto che noi siamo effettivamente in preda alla paura. Questo è il punto di partenza da riconoscere. Ma non deve essere il punto di arrivo. Diversamente si rinuncia fin dall’inizio a ogni cammino. La paura fa fare ciò che si teme; solo la fiducia fa fare ciò che si desidera.

Gesù è il Figlio: la fiducia nel Padre è la sua vita. È venuto a comunicarla anche a noi, per liberarci dalla paura della morte.

La Chiesa ha come principio di vita il battesimo, che ci immerge nel Figlio, nel suo amore per noi, che è lo stesso del Padre.


2. Lettura del testo

v. 24s non c’è discepolo sopra il maestro, ecc. La persecuzione rende il discepolo uguale al suo maestro e Signore! Non si può desiderare di più.

se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, ecc. Gesù fu chiamato collaboratore di Beelzebul (9,34), l’avversario. Il bene è avversario del male, suo nemico mortale, combattuto e denigrato come male.

v.26 Non temete. La situazione di chi annuncia è quella di pecora tra lupi. Il bene non è solo insignificante; risulta perdente e sconfitto. L’angoscia peggiore è sapere di essere sulla strada giusta e vedere gli altri che vanno contromano. Il bene non resta mai impunito, o, nella migliore delle ipotesi, resta nascosto e sepolto? Davanti al male è inutile resistere, bisogna piegare testa e ginocchia? Per una causa vincente si è disposti anche a dare la vita - tanto la si perde comunque - ma per una causa perdente, vale la pena? Questi sono alcuni degli interrogativi che ci turbano profondamente.

nulla di velato che non sarà svelato. Il fallimento del bene è il grande mistero nascosto alla sapienza del mondo (1Cor 2,6-16). Ciò che impedisce di vederlo è il velo della croce, propria del Dio amore, che in essa si rivela. La sua debolezza e stupidità è sapienza e forza che salva (1Cor 1,17-25). Chi è guarito dalla cecità, vede ciò che occhio umano mai non vide: il dono che Dio ha fatto di sé (1Cor 2,8s).

I verbi sono al passivo - è il passivo divino - e sono uno al passato e l’altro al futuro: ciò che è (stato) velato e lo è ancora, proprio questo sarà svelato. Il futuro è il capovolgimento di ciò che appare ora. La rivelazione è “togliere il velo”, il disvelamento della realtà, l’offrirsi del “Volto” - compimento di ogni desiderio, luce del nostro volto.

e di nascosto, che non sarà conosciuto. “La sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta e che Dio ha preordinato nei secoli per la nostra gloria, nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla”. Ma a noi è stata rivelata per mezzo dello Spirito di Dio (1Cor 2,8.10). Tutta la storia è storia di salvezza, rivelazione progressiva di questa sapienza, fino al suo compimento.

v. 27 ciò che vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce. Gesù è la luce venuta nelle tenebre (Gv 1,5). I discepoli l’hanno accolta e la diffondono (5,14). Mediante il loro annuncio, il mondo verrà alla luce della verità.

ciò che udite all’orecchio, proclamatelo sui tetti. La Parola, accolta nell’orecchio come il seme nella terra, germinerà nell’albero del regno. L’apostolo proclama il mistero che per primo lui stesso ha messo nell’orecchio: annuncia l’esperienza segreta di ciò che orecchio d’uomo mai udì.

Il velamento, il nascondimento, la notte e il sottovoce non devono spaventare. Il bene da sempre si diffonde così. La manifestazione di Dio si presenta sotto il segno del suo contrario, perché contraddice ogni nostra contraddizione a ciò che è bello e buono.

I discepoli, nella loro condizione di pecore in mezzo ai lupi, sono associati al mistero della croce, rivelazione della gloria di Dio nella storia di contraddizione dell’uomo.

La nostra paura di fallire nel bene nasconde la paura che abbiamo di fallire noi stessi. Temiamo la morte del seme, anche se sappiamo che solo così porta frutto; non ci piace la sorte dell’agnello tra i lupi, anche se sappiamo che è la sua vittoria.

v. 28 non temete quelli che uccidono il corpo, ecc. I lupi possono uccidere il corpo. Ma il corpo non è la vita: viene dalla terra e torna ad essa. La vita che non può essere uccisa è lo Spirito, amore che sa dare anche la vita.

temete piuttosto colui che può e vita e corpo distruggere nella Geenna. Il timor di Dio, Signore di tutto, è principio di sapienza (Sal 111,10): scaccia ogni paura. Chi ha paura di perdere la vita animale, non solo la perde, ma ha già buttato via anche quella spirituale. Il problema non è salvare il corpo, ma vivere in esso l’amore filiale e fraterno, che è vita eterna. Chi non vive così, è già morto!

v. 29 due passeri non si vendono per un soldo? Un passero vale ben poco. È ciò che l’uomo pensa di se stesso. La sua vita passa come un soffio (Sal 90,9), sempre minacciata dal nulla, conscia dell’“infinita vanità del tutto”.

eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Anche la vita e la morte di un passero non sono trascurabili per Dio. Eppure non è padre loro, ma “vostro”, dice Gesù. Noi, suoi figli, ci consideriamo meno di un uccello, se riteniamo che Dio non si occupi di noi!

Siamo nelle sue mani, ben riposti. È inutile che ci preoccupiamo per la morte e siamo in ansia per la vita: la morte comunque viene, la vita comunque va. Cerchiamo di non perdere quella vita che è l’amore del Padre.

La morte è un fatto biologico. Che non sia la seconda morte, frutto ultimo della nostra paura, ma un nascere a vita nuova. Nostro pastore non sia la morte (Sal 49,15), ma il Signore della vita (Sal 23).

v. 30 anche i capelli del capo, sono tutti contati. Il capello è parte del corpo abbondante (per lo più), caduca e cedua, insensibile al dolore. La persona stessa non sa quanti ne ha, né avverte di perderli. Eppure, colui che chiama le stelle per nome (Sal 147,4), ha contato anche i capelli del tuo capo! Se si prende cura dei dettagli minimi dei suoi figli, come non si prenderà cura di loro stessi? Il suo vedere è ordinato al provvedere: la sua sapienza è provvidenza.

v. 31 smettetela dunque di temere. Gesù ribadisce alla fine: “smettete di continuare a temere”. Se non altro, perché pesate più di due passeri: il vostro “peso” è la “gloria” stessa di figli del Padre. Non siete passeri, ma ben più che aquile! Normalmente si dimentica la propria dignità, e si cerca autostima in motivi fasulli, che tengono meno di un capello: se ti attacchi, si rompono subito.

v.32 Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini. Il giudizio di Dio lo compio io stesso qui in terra: se, nella quotidianità delle azioni e nella straordinarietà delle persecuzioni, riconosco il Figlio come fratello, sono riconosciuto dal Padre.

Lo riconosco per riconoscenza d’amore. Lui per primo mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 5,20); e io, nel fratello più piccolo, riconosco lui (18,5; 25,40.45) che, per riconoscere tutti, si è fatto ultimo e servo di tutti (Mc 9,35).

Il mio futuro eterno davanti al Padre dipende dal mio riconoscere ora davanti agli uomini il Figlio, che, nella carne dell’ultimo, sarà presente fino alla fine del mondo per salvarci (28,20). Il “tremendo” giudizio di Dio, l’unica cosa che conta e resta della storia, è posto nelle mie mani, affidato alla mia responsabilità: io sono il giudice suo, e quindi di me stesso!

Riconoscere non è solo un fatto di labbra: è appartenere a lui con il cuore e con la vita.

v. 33 chi invece mi rinnegherà. Rinnegare è dire di non conoscere, come Pietro (26,70.72.74). Chi rinnega il Figlio, non è suo fratello e rinnega di essere figlio: perde se stesso! “Certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà” (2Tm 2,11s). Grazie a Dio, chi ci rinnega è colui che ha dato la vita per noi peccatori (Rm 5,6-11), dal cui amore nulla può separarci (cf Rm 8,38s). Infatti “ se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso” (2Tm 2,13). Lui è il Figlio: se non riconoscesse noi come fratelli, rinnegherebbe se stesso! Il che non è possibile, perché lui è solo “sì” (2Cor 1,19s), come il Padre. La sua fedeltà senza fine è il motivo per cui sale a Dio il nostro Amen (2Cor 1,20). Anche se lo rinneghiamo, come Pietro possiamo sempre contare sulla sua fedeltà a noi, che mai vien meno. Questa è la nostra fede certa e sicura.


3. Pregare il testo


da notare:


4. Passi utili:

Gen 20,10-13; Sal 69; 23; 33; 49; 131; 139; Is 57,20; 30,15; Es 14,13; Mt 6,25-34; Eb 2,14s.


5. Per i giorni precedenti

1. Per sapere il Vangelo dei giorni precedenti ti consigliamo di utilizzare l'utilissimo sito www.lachiesa.it, per sapere il Vangelo del giorno che ti interessa.


2. Vi proponiamo quattro canali su Telegram sui Vangeli commentati da Silvano Fausti:

 a. Vangelo di Matteo
b. Vangelo di Marco
c. Vangelo di Luca
d. Vangelo di Giovanni


*Di seguito ti diamo anche i quattro file sui Vangeli commentati da Silvano Fausti. Basta cercare il brano che ti interessa per leggere i commenti. (il file è abbastanza corposo, pertanto bisogna avere un po' di pazienza nell'aprirlo).

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3. Oratio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

insegnami a parlare al Padre

con il quale Tu dialoghi continuamente

nel vincolo dello Spirito Santo.

Accendi il mio cuore con l'Amore

che ti unisce al Padre e sii Tu stesso

in me una continua preghiera.

Guida
In questa terza tappa mi sforzo di parlare a Dio con tutto il cuore, chiamandolo in aiuto della mia impotenza.
E' il momento di domandare alla Vergine Maria di comunicarmi la sua preghiera, fatta di fiducia e di amore.
Mi dispongo con un cuore puro e con fede, in un silenzio adorante, con l'animo coraggioso che vuole ricevere l'Amore della Trinità, ed oso invocare Gesù in mio soccorso.
Mi faccio insegnare da Lui a pregare il Padre nel loro Spirito d'Amore.
Infatti, il mio cuore impara a parlare a Dio se si lascia inondare dell'Amore di Cristo.

Resta in Silenzio e parla con Dio....

4. Contemplatio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivente,

scava nel mio cuore una sete d'amore

così grande che il Tuo Spirito mi faccia

partecipare alla comunione D'Amore

con le Tre Persone Divine,
in quel silenzio che trascende
ogni parola e ogni sensazione.

Guida
- Se ho lasciato che la Parola, letta e meditata, illumini a lungo gli occhi del mio cuore e della mia mente,
- se mi sono lasciato interpellare in profondità dal senso della Scrittura fino a maturare un desiderio di intimità costante con Dio,
- se ho pregato con fiducia infinita per i miei fratelli e per tutta la Chiesa,
allora Dio risponde.
Egli infonde nel mio cuore una certa incapacità di continuare a riflettere in modo discorsivo sulla Sua Parola e mi concede una sorta di partecipazione al fuoco di comunione d'amore "al di là di ogni cosa", che brucia senza inizio e senza fine all'interno della Santa Trinità.

Resta in Silenzio e lascia che Dio ti parli....

5. Actio (3 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

vieni Tu stesso in me e porta

a pieno compimento la luce divina

che ho ricevuto dalle Sacre Scritture.

Insegnami ad essere pura trasparenza

di Te in ogni qualsiasi azione

della mia vita.

Guida
Per darmi il dono di un'intima conversazione continua con Lui, il Signore si aspetta da parte mia che moltiplichi in ogni circostanza slanci di desiderio e di comunione con il Suo Amore.
E' questo un esercizio non difficile e distraente: di ora in ora, nel corso delle mie giornate, nel mezzo delle mie molteplici attività, al centro stesso delle mie fatiche, preoccupazioni, dolori, mentre si svolge il corso pesante e dispersivo del mio lavoro, posso-se voglio riprendere per qualche istante il ricordo dell'ultima lectio divina o risvegliare il desiderio della prossima.
Si dedicano pochi minuti per esprimere nel silenzio del proprio cuore, il proposito di tornare, durante la settimana, sulla Parola letta e meditata, per mettere in pratica almeno una decisione presa durante il dialogo con Dio.

Questo esercizio consente di rimanere sempre in conversazione con Lui

Benedizione Finale

Benedizione sacramentale

Il Sacerdote, inginocchiato davanti al Santissimo dice

Ci hai dato Signore, un pane disceso dal cielo

I fedeli rispondono:

che porta con se ogni dolcezza

Il sacerdote conclude con questa preghiera

Preghiamo.
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile Sacramento dell'Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa' che adoriamo con viva fede
il Santo Mistero del Tuo Corpo e del Tuo Sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre
nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen

Segue la Benedizione con l'Ostensorio e la recita del Sia Benedetto

Dio sia benedetto
Benedetto il Suo Santo Nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo
Benedetto il nome di Gesù
Benedetto il Suo Sacratissimo Cuore
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la Sua Santa e Immacolata Concezione
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre
Benedetto San Giuseppe Suo castissimo sposo
Benedetto Dio nei Suoi angeli e nei Suoi santi.

Il sacerdote ripone l'Ostia consacrata nel tabernacolo


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