11 luglio 2024

La Lectio divina si divide in '5 momenti'

1. Lectio

2. Meditatio

3. Oratio

4. Contemplatio

5. Actio

Inizio della Preghiera


Una preghiera alla Trinità per disporsi alla preghiera

L'anima mia vi adora, il mio cuore vi benedice e la mia bocca vi loda, o santa ed indivisibile Trinità: Padre Eterno, Figliuolo unico ed amato dal Padre, Spirito consolatore che procedete dal loro vicendevole amore.

O Dio onnipotente, benché io non sia che l'ultimo dei vostri servi ed il membro più imperfetto della vostra Chiesa, io vi lodo e vi glorifico.

Io vi invoco, o Santa Trinità, affinché veniate in me a donarmi la vita, e a fare del mio povero cuore un tempio degno della vostra gloria e della vostra santità. O Padre Eterno, io vi prego per il vostro amato Figlio; o Gesù, io vi supplico per il Padre vostro; o Spirito Santo, io vi scongiuro in nome dell'Amore del Padre e del Figlio: accrescete in me la fede, la speranza e la carità.

Fate che la mia fede sia efficace, la mia speranza sicura e la mia carità feconda. Fate che mi renda degno della vita eterna con l'innocenza della mia vita e con la santità dei miei costumi, affinché un giorno possa unire la mia voce a quella degli spiriti beati, per cantare con essi, per tutta l'eternità: Gloria al Padre Eterno, che ci ha creati; Gloria al Figlio, che ci ha rigenerati con il sacrificio cruento della Croce; Gloria allo Spirito Santo, che ci santifica con l'effusione delle sue grazie. Onore e gloria e benedizione alla santa ed adorabile Trinità per tutti i secoli.
Così sia (sant'Agostino).

1. LECTIO (5 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo

Parola fatta carne che illumini

ogni uomo, insegnami ad ascoltare,

ciò che Tu mi dici nella Sacra Scrittura,

e a scoprirvi il Tuo vero volto

e quello del Padre tuo.

Guida
In questa prima tappa prendo la mia Bibbia non come un libro qualsiasi ma come lo scrigno,
che contiene la Parola con la quale Dio vuol parlare di me.
Ascolto una persona vivente che mi rivolge un messaggio personale.
Lo ricevo come se lo ascoltassi per la prima volta.
Mi sforzo di coglierne il senso nel modo più pieno possibile.
Mi incontro con la luce di Dio: Essa prende dimora nella mia intelligenza e la illumina. 

Vangelo

Mt 19,27-29 

Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Parola del Signore
Lode a te o Cristo


Resta in Silenzio e lascia che la Parola letta entri nel tuo cuore...

2. Meditatio (15 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio Vivente,

insegnami a masticare e assimilare

la Parola viva del Tuo Vangelo,

affinchè essa mi trasformi e renda

il mio spirito pienamente conforme

a ciò che Tu sei e a ciò che Tu vuoi.

Guida
Invoco lo Spirito Santo perchè venga in soccorso della cecità della mia mente.
Nell'umile implorazione della luce e nell'adesione della fede, scruto la Parola con attenzione nuova.
Scopro come le idee di Dio siano diverse da quelle degli uomini e mi accorgo di quanto sia necessario lasciare che la Parola trasformi le mie convinzioni, per conformarle sempre di più alle idee di Dio. In questa seconda tappa acconsento a cambiare la mia mentalità e la mia volontà, per aderire alla mentalità e alla volontà di Dio.

2. Oppure, clicca qui per leggere il Commento esegetico di Silvano Fausti

Vangelo Mt 19,27-29 


Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.

27 Allora, rispondendo, Pietro gli disse:
Ecco, noi lasciammo ogni cosa
e ti seguimmo;
che sarà dunque di noi?

28 Ora Gesù disse loro:
Amen, vi dico,
voi che mi avete seguito,
nella nuova creazione,
quando il Figlio dell’uomo sederà
sul trono della sua gloria,
sederete anche voi su dodici troni
per giudicare le dodici tribù d’Israele. 

29 E chiunque avrà lasciato
case, fratelli e sorelle
e padre e madre e figli e campi
a causa del mio nome,
riceverà il centuplo
ed erediterà la vita eterna.


1. Messaggio nel contesto

Gesù ci offre di vivere come “da principio” non solo il rapporto con l’altro e con noi stessi, ma anche con i beni del mondo. Questi non sono il fine a cui sacrificare la vita propria e altrui, ma il mezzo da usare “tanto-quanto” serve per vivere da figli e da fratelli, con piena libertà, senza lasciarci condizionare. Ciò che teniamo in proprio, ci divide dagli altri; ciò che doniamo, ci unisce. I beni materiali sono quindi benedizione e vita se liberamente condivisi, maledizione e morte se compulsivamente accumulati.

Gesù ci dona di essere uomini liberi, che sanno servirsi di tutte le cose invece di servirle ed esserne asserviti come schiavi. Siamo figli, signori e non servi del creato, proprio in quanto con esso serviamo i fratelli.

“Da principio” tutto è dono. Possedere e accumulare è distruggere la radice stessa della creazione: la violenza per appropriarsi delle cose distrugge, non solo la fraternità, ma anche i beni stessi di cui viviamo. La cacciata dall’Eden, come l’esilio dalla terra promessa, è conseguenza amara del voler “rapire” ciò che è donato. Il senso dell’anno santo in Israele è ristabilire la condivisione dei beni (Lv 25, 8-17), che inevitabilmente tendono ad accumularsi nelle mani di pochi a svantaggio di tutti. Questa è la condizione “per abitare la terra” (Lv 25,18s). Diversamente la terra è inabitabile: diventa un deserto dove regna l’ingiustizia e la violenza dei potenti.

Nudi siamo usciti dal ventre materno; nudi torneremo alla terra (cf. Gb 1,20s). Ogni uomo, almeno alla fine, compirà il precetto del Signore di lasciare tutto e tornare bambino. Ciascuno porterà con sé il suo tesoro vero: non saranno le ricchezze possedute e accumulate, ma quelle vendute e condivise. Di queste nulla andrà perduto; tutto il resto sarà bruciato come paglia al fuoco (cf. 1Cor 3, 12-15).

Quanto Gesù dice al giovane ricco (v. 21) non è “un consiglio evangelico” per qualcuno che vuol essere più bravo: è la perfezione che il vangelo di libertà offre a tutti. Uomo perfetto, maturo e completo, è colui che concretamente vive tutto come dono ricevuto e donato. Così diventa figlio, e realizza il comando di amare gli altri con lo stesso amore con il quale Gesù lo ha amato (cf. Gv 13,34).

L’interpretazione di queste parole di Gesù ha una lunga e varia storia. L’evangelista Luca le prende alla lettera: Gesù realizza “oggi” l’anno santo (vedi il suo discorso programmatico in Lc 4,18-21). La Chiesa, dopo di lui, porta avanti la sua salvezza di Figlio, vivendo concretamente la fraternità (At 2,42-48; 4,32-35; cf. Lc 3,11; 5,11.28; 6,30; 7,5; 11,41; 12,33s; 14,13.33; 16,9; 18,22; 19,8). Ma è un gesto di libertà, al quale nessuno è costretto (cf. At 5,4!).

Origene dice ai ricchi di far parte dei beni materiali coi poveri per aver parte ai loro beni spirituali. S. Giovanni Crisostomo avvisa che la povertà interiore è necessaria, ma non sufficiente: occorre aiutare i poveri con le proprie ricchezze. S. Basilio richiama anche i padri di famiglia a disfarsi della ricchezza - intesa come il superfluo - per non andare contro il comando dell’amore, che esige una certa uguaglianza tra gli uomini. La sollecitudine per i figli non deve essere un pretesto per trascurare l’ordine del Signore!

I credenti hanno cercato di comprendere, interpretare e vivere secondo le diverse circostanze queste parole di Gesù con maggiore o minore difficoltà - sempre comunque rigettando, almeno a parole, l’amore per la ricchezza e il possesso che danneggia i fratelli.

Il “consiglio evangelico” - che diventa poi il voto di povertà dei religiosi - è valido solo nella misura in cui è inteso come segno profetico di ciò che tutti sono chiamati a vivere. I voti di povertà, castità e obbedienza sono una testimonianza radicale e visibile di quella libertà evangelica nei confronti delle cose, delle persone e di noi stessi, che tutti dobbiamo avere per amare Dio e servire i fratelli. La testimonianza radicale è però riservata a qualcuno come dono particolare. Ma non tutti capiscono questa parola: chi può capire, capisca (vv. 11s). Dio fa un dono diverso a ciascuno: “Ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro” (1Cor 7,7). Ma ogni dono è per il bene comune (1Cor 12,7), manifestazione dell’amore, che è per tutti e mai tramonterà. Non tutti faremo come Madre Teresa di Calcutta; ma nessuno di noi può trascurare di vivere, come può, quell’amore per gli ultimi che essa ha così mirabilmente testimoniato.

Per tutti la via della vita passa attraverso la povertà, l’umiltà e il servizio. Possesso e ricchezza, orgoglio e dominio sono le armi con le quali il nemico ci tiene in schiavitù. Il povero a sua volta stia attento a non avere il cuore del ricco. Oggi i mass-media propongono anche a lui un modello che gli aliena la sua vera ricchezza: quella povertà che apre al regno!

Ciò che vale dei beni materiali, vale di ogni altro bene, intellettuale, morale e spirituale: è un dono da ricevere come figli e da donare ai fratelli, per il servizio comune.

Il brano si articola in tre parti: la necessità di essere liberi dai beni per realizzarsi (vv. 16-22); la ricchezza, reale o desiderata, non è aiuto, ma impedimento ad entrare nel regno (vv. 23-26); al discepolo è donato al presente questa libertà che gli dischiude il futuro (vv. 27-29). Per questo molti dei primi saranno ultimi e viceversa (v. 30).

Gesù è il povero, ultimo e servo di tutti, perché è il Figlio (Fil 2,6-11).

La Chiesa segue lui, diventando sale della terra e luce del mondo (5,13ss): conosce la grazia di colui che da ricco si fece povero per arricchirla con la sua povertà (2Cor 8,9).


2. Lettura del testo

v. 27: allora, rispondendo, Pietro disse. Pietro scopre con sorpresa che ciò che è impossibile agli uomini, già è stato donato da Gesù ai suoi discepoli.

noi lasciammo ogni cosa e ti seguimmo (4,18-22). Come Paolo, i discepoli hanno visto in Gesù il loro Signore (Fil 3,8) il sommo bene, il tesoro nascosto della loro vita, la perla preziosa di cui andavano in ricerca (13,44ss).

che sarà a noi? Pietro è meravigliato per il dono ottenuto, e si chiede cosa mai sarà la felicità che ne consegue.

v. 28: voi che mi avete seguito, ecc. Nella nuova creazione (“palingenesi”), nel giorno senza tramonto che già ora è cominciato, i discepoli parteciperanno alla regalità, alla gloria, alla ricchezza del Figlio. I poveri regneranno per sempre con lui.

v. 29: chiunque avrà lasciato, ecc. Chi, per amore di Gesù (“nel mio nome”) ha lasciato tutto, non perde nulla: ottiene tutto, ed eredita la felicità senza fine. La pienezza del dono si manifesterà dopo; ma già ora il regno è suo (5,3). Per questo il suo futuro sarà diverso (cf. 5,4-12). Il presente rimane il luogo per decidere il passaggio dall’egoismo all’amore: è lo spazio della liberazione della nostra libertà.


3. Pregare il testo


da notare:



4. Passi utili:

Sal 49; Lv 25,8-17; Lc 12,13-21; 16,1-13; 19,1-10; At 2,42-48; 4,32-37; Fil 3,1ss; Gc 5,1-11.


5. Per i giorni precedenti

1. Per sapere il Vangelo dei giorni precedenti ti consigliamo di utilizzare l'utilissimo sito www.lachiesa.it, per sapere il Vangelo del giorno che ti interessa.


2. Vi proponiamo quattro canali su Telegram sui Vangeli commentati da Silvano Fausti:

 a. Vangelo di Matteo
b. Vangelo di Marco
c. Vangelo di Luca
d. Vangelo di Giovanni


*Di seguito ti diamo anche i quattro file sui Vangeli commentati da Silvano Fausti. Basta cercare il brano che ti interessa per leggere i commenti. (il file è abbastanza corposo, pertanto bisogna avere un po' di pazienza nell'aprirlo).

꧁ f i n e ꧂

3. Oratio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

insegnami a parlare al Padre

con il quale Tu dialoghi continuamente

nel vincolo dello Spirito Santo.

Accendi il mio cuore con l'Amore

che ti unisce al Padre e sii Tu stesso

in me una continua preghiera.

Guida
In questa terza tappa mi sforzo di parlare a Dio con tutto il cuore, chiamandolo in aiuto della mia impotenza.
E' il momento di domandare alla Vergine Maria di comunicarmi la sua preghiera, fatta di fiducia e di amore.
Mi dispongo con un cuore puro e con fede, in un silenzio adorante, con l'animo coraggioso che vuole ricevere l'Amore della Trinità, ed oso invocare Gesù in mio soccorso.
Mi faccio insegnare da Lui a pregare il Padre nel loro Spirito d'Amore.
Infatti, il mio cuore impara a parlare a Dio se si lascia inondare dell'Amore di Cristo.

Resta in Silenzio e parla con Dio....

4. Contemplatio (10 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivente,

scava nel mio cuore una sete d'amore

così grande che il Tuo Spirito mi faccia

partecipare alla comunione D'Amore

con le Tre Persone Divine,
in quel silenzio che trascende
ogni parola e ogni sensazione.

Guida
- Se ho lasciato che la Parola, letta e meditata, illumini a lungo gli occhi del mio cuore e della mia mente,
- se mi sono lasciato interpellare in profondità dal senso della Scrittura fino a maturare un desiderio di intimità costante con Dio,
- se ho pregato con fiducia infinita per i miei fratelli e per tutta la Chiesa,
allora Dio risponde.
Egli infonde nel mio cuore una certa incapacità di continuare a riflettere in modo discorsivo sulla Sua Parola e mi concede una sorta di partecipazione al fuoco di comunione d'amore "al di là di ogni cosa", che brucia senza inizio e senza fine all'interno della Santa Trinità.

Resta in Silenzio e lascia che Dio ti parli....

5. Actio (3 minuti)

Preghiera

Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,

vieni Tu stesso in me e porta

a pieno compimento la luce divina

che ho ricevuto dalle Sacre Scritture.

Insegnami ad essere pura trasparenza

di Te in ogni qualsiasi azione

della mia vita.

Guida
Per darmi il dono di un'intima conversazione continua con Lui, il Signore si aspetta da parte mia che moltiplichi in ogni circostanza slanci di desiderio e di comunione con il Suo Amore.
E' questo un esercizio non difficile e distraente: di ora in ora, nel corso delle mie giornate, nel mezzo delle mie molteplici attività, al centro stesso delle mie fatiche, preoccupazioni, dolori, mentre si svolge il corso pesante e dispersivo del mio lavoro, posso-se voglio riprendere per qualche istante il ricordo dell'ultima lectio divina o risvegliare il desiderio della prossima.
Si dedicano pochi minuti per esprimere nel silenzio del proprio cuore, il proposito di tornare, durante la settimana, sulla Parola letta e meditata, per mettere in pratica almeno una decisione presa durante il dialogo con Dio.

Questo esercizio consente di rimanere sempre in conversazione con Lui

Benedizione Finale

Benedizione sacramentale

Il Sacerdote, inginocchiato davanti al Santissimo dice

Ci hai dato Signore, un pane disceso dal cielo

I fedeli rispondono:

che porta con se ogni dolcezza

Il sacerdote conclude con questa preghiera

Preghiamo.
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile Sacramento dell'Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa' che adoriamo con viva fede
il Santo Mistero del Tuo Corpo e del Tuo Sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre
nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen

Segue la Benedizione con l'Ostensorio e la recita del Sia Benedetto

Dio sia benedetto
Benedetto il Suo Santo Nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo
Benedetto il nome di Gesù
Benedetto il Suo Sacratissimo Cuore
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la Sua Santa e Immacolata Concezione
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre
Benedetto San Giuseppe Suo castissimo sposo
Benedetto Dio nei Suoi angeli e nei Suoi santi.

Il sacerdote ripone l'Ostia consacrata nel tabernacolo


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