Luglio 2017
Da un pò di anni avevo una certa questione che mi stava di traverso in gola.
Sia Apex che l'Inglesina erano arrivate a casa non sulle proprie ruote. Mi mancava l'esperienza della traversata europea, con i pregi ed i rischi che questo comportava. Quelle cose in perenne lista "da farsi", non ancora spuntate.
Nel mentre, dopo aver provato anni fa una Suzuki Cappuccino, ne ero rimasto affascinato.
Quel contagiri con fondoscala dodicimila (!), la possibilità di essere Coupè e Cabriolet (che da noi non guasta), la cura nell'allestimento...
Appetiti che rimangono e prima o poi vengono a galla...
Cosi in una calda giornata di luglio, passo su Pistonheads, e vedo lei.
Un'inserzione ben fatta, di una bella Cappuccino come non vedevo da tempo. Al giusto prezzo.
A 10 anni esatti dall'Inglesina, sembrava destino... Ed al destino, non dico mai di no. Sopratutto se trovi il socio giusto...
Ci penso un attimo. Ma giusto mezzo secondo. E' deciso, si va.
La fermezza in una decisione delirante presa con convinzione al volo. E' sicura garanzia di successo: ci siamo già passati, no?
Sbrighiamo le ultime cose il giorno prima, qualche imprevisto con la nostra assicurazione lenta e tediosa a completare tutto, ma finalmente è tutto pronto appena in tempo. Biglietto aereo recuperato, partenza alle 7 da Malpensa per Gatwick.
La moglie, gentilmente viene a recuperarmi in aeroporto, e dopo un'oretta abbondante siamo a Haslemere, verde e ridente cittadina della contea del Surrey: 10 mila abitanti dice Wikipedia, a vederla avrei detto 10 volte di meno. Verde, verdissima, sparpagliata probabilmente molto nella campagna, con un paio di piccoli aggregati urbani.
Molto Inglesi, molto ordinati, molto carini. Da perfetto thè delle 5 p.m.
Arrivo, e recuperiamo subito la piccola Tomato.
Piccola, piccolissima, col suo sedere bello alto (ops, scusate signore), e lo sguardo simpaticissimo. Le giro intorno un attimo per analizzarla bene...
Bella, come la ricordavo.
Piccola, come non immaginavo.
Dentro, un guanto per come calza, fatta la fatica non indifferente di riuscire ad entrare.
Perchè si, è dannatamente piccola: da buona kei car, il mio 1.85m, se pur magro, ci mette un attimo ad incastrarsi. Però poi una volta dentro, non scenderesti più.
Bella, bella, bella.
Stretto, con il gomito destro che non trova il suo posto nel mondo, mentre il sinistro si adagia placido sulla console centrale rubata al fratello. Il PVC dei sedili è comodo, pulito, confortevole e non scalda eccessivamente, nemmeno sotto il sole. Non fa rimpiangere l'interno in pelle per eleganza e comodità, ed il tessuto per la traspirazione.
Il cruscotto ben leggibile, con quel contagiri a fondoscal 12mila "spingi di più, se ci riesci", la leva del cambio corta ed il bel fascione dal lato passeggero. Tutto senza tagli o altro. Fantastico.
La radio con le cassette, assieme ad un paio di Rayban ed alla Pepsi, danno vita al perfetto "Cappuccino's Starter Pack anni 90". Gli indimenticabili anni 90.
Giro la chiave.
E' ferma da un pò la piccolina, fatica un attimo, ma subito si arrabbia. Frulla, e come frulla.
Su un viottolo di paese, più stretto di quanto ancora non appaia su una kei car, incomincio la mia prima lezione di guida a destra: in Italia avevo guidato una RHD, ma in terra natia, mai.
Avere vent'anni.
E' un pò come tornare a sentirsi neopatentati: quei piccoli automatismi delle mani, dei comandi, diventano nuovi e sconosciuti quasi.
Cosi ti ritrovi a cercare le frecce e trovare i tergicristalli, la II marcia invece della retro: ci va un momentino via, poi tutto torna lucidamente normale e naturale.
Ed anche stare dalla parte opposta della strada, con la guida corretta, non è cosi scomodo, anzi: battezzato nello strettissimo di queste stradine, come l'asfalto si allarga, tutto diventa più semplice.
Intanto Tomato's mi da parecchie soddisfazioni: allunga benissimo, il fischio della turbina si sente e diventa melodia, ed il peso basso toglie da qualunque impiccio 64 cv che potrebbero sembrare un'inezia. Cuor leggero e contento.
Creatura santa, poteva andare peggio.
Una volta su strada, il tempo di fare una rotonda, e sembra di aver sempre guidato li. Anche quello che sembrava l'ultimo ostacolo, il peggiore, è passato.
E cosi mi dirigo verso la prima tappa, l'Eurotunnel: in realtà il tragitto procede bene. Dall'aereo scrutavo le rotonde, ma una volta dentro il problema diventa ricordo: mi sentivo molto uno della triade di Top Gear dei tempi d'oro... Nel mentre il tempo inglese mi accompagna nella sua forma migliore: un alternarsi di sole, pioggia, nuvole, aria gelida, il tutto nel giro di un 3 orette scarse.
Sto un pò sul chi-và-là per capire come reagisce la Cappo a questi cambiamenti repentini dell'asfalto, molto sulle uova. Ma nessun avvertimento da parte sua, molto ferma anche se non sotto sforzo. E continuo a snocciolare ed allungare le cambiate, con il tre cilindri che canta meravigliosamente.
Salto il corredo, un piccolo accenno solo all'Eurotunnel.
E' come prendere una metro con la macchina: arrivi, sali, stai in piedi, non guardi fuori perchè è tutto buio (siamo sottoterra anche qui) e sobbalzi un pò.
Mezz'oretta meno poetica di una traversata in traghetto, ma indubbiamente più rapida.
In più, se non c'è traffico, anche sbagliando orario sono più disponibili di Trenitalia e puoi salire comunque (per una volta, ero in anticipo). Una volta gli Italiani eravamo noi.
(continua)
29/03/2018
Tomato's sta per tornare a casa.
Frizione nuova, boccola del differenziale sistemata. Più in forma che mai!