Emilio Consiglio
Emilio Consiglio
testo di Roberto Nistri
EMILIO CONSIGLIO nacque a Taranto il 20 settembre 1841 e vi mori il 9 novembre 1905.
Era figlio di Francesco Consiglio, popolare figura di interprete e mediatore dei bastimenti che affollavano il porto di Taranto nell'Ottocento. In giovinezza, segui il padre nella sua attività, imparando subito l'inglese e il francese. Autodidatta, cominciò giovanissimo a scrivere poesie e tragedie in italiano, secondo i dettami dell'epoca. Lo spostamento su rotaia dei commerci delle derrate alimentari, e il ridimensionamento dei traffici del porto, fu un colpo durissimo per il Consiglio, che si trovò praticamente disoccupato e senza un titolo di studio ufficiale. Visse allora di lavori saltuari e mal pagati.
Nel turbinìo delle contese elettorali di fine secolo, scoprì la parte migliore della sua produzione letteraria, la poesia dialettale.
Insieme con altri, nacquero versi per irridere gli avversari, o per sostenere il suo circolo, la Democratica, ospitati in gran parte dal giornale che lo sosteneva, la Voce del Popolo.
Solo nel 1900, dopo anni di amarezze, riuscì a trovare un impiego stabile, come direttore della Civica Biblioteca Acclavio, carica che tenne sino alla morte.