Razionale

Il cancro alla prostata è il tumore più comune in Europa in termini di incidenza, rappresentando il 22% dei casi di cancro in Europa. In Italia, il tumore della prostata nella popolazione maschile è il tumore più diagnosticato (19%) ed è al terzo posto come causa di morte (8%). La maggior parte dei tumori della prostata si presenta come localizzato o localmente avanzato. Le principali opzioni di trattamento per il tumore della prostata non metastatico includono la sorveglianza attiva (SA), la chirurgia e la radioterapia con o senza terapia adiuvante con deprivazione androgenica.

La stratificazione del rischio alla diagnosi è essenziale per guidare la decisione sul percorso terapeutico da intraprendere. Migliorare la valutazione della prognosi può significare maggiore possibilità di sopravvivenza e più qualità di vita per i pazienti, offrendo, da una parte, un trattamento curativo nei casi di tumore aggressivo potenzialmente letale e, dall’altra, evitando trattamenti che possono avere effetti collaterali (ad es. incontinenza e disfunzione erettile) nei casi di un tumore indolente eleggibili per protocolli di SA.

Ad oggi sono disponibili o sono stati suggeriti diversi marcatori prognostici pre-trattamento:

  • il punteggio Gleason, che permette di identificare tumori ad alto rischio (punteggio Gleason 4 e 5), e caratteristiche specifiche quali il pattern cribriforme o la proporzione di zone del tumore con punteggio Gleason 4;

  • caratteristiche molecolari del tessuto tumorale o del tessuto non neoplastico adiacente al tumore (ad es. marcatori basati sulla metilazione del DNA, o profili di espressione genica per i quali esistono kit commerciali);

  • uso della mpMRI (multi-parametric magnetic resonance imaging).

Tecnologie innovative quali la microscopia virtuale e gli approcci di “deep learning” aprono ulteriori opzioni per l'identificazione di nuovi marcatori prognostici.

Nella pratica clinica attuale, tuttavia, solo gli strumenti standard di stratificazione del rischio pre-trattamento, come il sistema di classificazione D’Amico o le sue modifiche sono ampiamente utilizzati. Uno studio recente ha dimostrato che il nomogramma pre-trattamento ideato dal Memorial Sloan Kettering Cancer Center (MSKCC) ha una performance migliore tra diversi modelli per discriminare la mortalità specifica per il tumore della prostata.

Una recente revisione sistematica sui modelli che predicono la sopravvivenza, orientando il processo decisionale relativo al trattamento del cancro alla prostata, ha comunque concluso che esistono ancora pochi modelli validati, a conferma della necessità di individuare nuovi modelli di prognosi che includano diverse caratteristiche istopatologiche e che tengano conto dei rischi competitivi.