Testi

In questa sezione è possibile trovare una selezione di testi tratti dalle opere di Stig Dagerman, riprodotti per gentile concessione di Iperborea. Le traduzioni sono di Fulvio Ferrari. 

Da Il compito della letteratura è mostrare il significato della libertà (1947)


“Sono rimasto spesso colpito da quanto proprio i giornalisti culturali della stampa operaia siano consapevoli della situazione psicologica della classe lavoratrice. Fanno una gran fatica a capire che belle parole come democrazia, umanità libertà e sicurezza non possono che essere vuote di contenuto per chi lavora alla catena di montaggio. esattamente come le cinquantadue domeniche all’anno(...) L’emancipazione della classe operaia è ben lontana dell’essere compiuta, sotto molti importanti aspetti non è nemmeno incominciata. La libertà dal bisogno non è la stessa cosa della libertà dalla paura. (...) Il grande compito della nuova letteratura proletaria sarà dunque quello di mostrare agli esseri umani che si trovano a metà strada sulla via della liberazione il significato della libertà, le responsabilità che comporta e il suo scopo.”


La politica dell'impossibile, Iperborea, 2016

Si schiude ora un fiore… 


Si schiude ora un fiore nella fredda sera.

Si leva ora in volo l’uccello di fuoco. 

Breve è il volo di un simile uccello. 

Presto appassiscono i giardini di luce. 


Breve è la vita di tutto quel che arde. 

Presto si spengono le ali su magioni oscure. 

Presto si spengono le rose nel giardino della notte. 


Mai però si spegne il desiderio di luce.

(1952)


Breve è la vita di tutto quel che arde, Iperborea, 2022 


Da Quasi alla metà del secolo (1949)


“In che cosa spero? In una letteratura che, senza alcun riguardo, combatta per i tre diritti inalienabili dell’essere umano imprigionato nelle organizzazioni politiche e di massa: la libertà, la fuga e il tradimento. E intendo la libertà di non scegliere tra annientamento e sterminio, la fuga dal futuro campo di battaglia in cui si sta preparando il disastro, il tradimento di ogni sistema che criminalizzi la coscienza, la paura e l’amore per il prossimo.”


La politica dell'impossibile, Iperborea, 2016

Due volte morto 


Francis è il nero condannato a morte che recentemente è scampato alla sedia elettrica grazie all’ubriachezza dei suoi boia, dovrà di nuovo sedersi su quella sedia. 


I bianchi per bene i negri li linciano.

Cosa possono farci gli sbronzi, bianchi boia.

Che importa poi come i negri campano.

Che importa poi come un negro muoia.


Che bellezza sentire i negri urlare.

Che la sedia faccia bizze non importa. 

Sam, Joe e Paul se ne possono fregare.

C’è solo da provare un’altra volta. 


Tutti quanti abbiamo da imparare, 

ci si allena ore e ore per fare il boia. 

Che importa come un negro può campare. 

Quel che conta è che un negro muoia. 


Breve è la vita di tutto quel che arde, Iperborea, 2022


Il mondo non puoi cambiarlo


Il mondo non puoi cambiarlo.

Placa la tua anima focosa!

Fare del bene a qualcuno: 

questa è l’unica cosa.


Ma già significa tanto 

che le stelle ti sorridono giù.

Un uomo in meno che ha fame 

vuol dire un fratello in più.

(1954)


Breve è la vita di tutto quel che arde, Iperborea, 2022 




Contributo al dibattito Est/Ovest (1950)


Mentre la nave se ne va verso l’inferno, con un siluro a un miglia marino dallo scafo, lo steward corre affannato qua e là sul ponte con in mano la lista: A babordo o a tribordo, sir? Su quale lato preferisce morire? Alcuni prendono una rapida decisione e, glorificando a gran voce la proprio saggezza, si affrettano chi di qua, chi di là. Altri invece, in nome dell’obiettività, vogliono avere il tempo necessario per valutare che nessuno dei due lati è quello giusto, ma che è giusto morire valutando. Guardate un po’ là! A dritta si ammassano neri del ghetto e comunisti americani perseguitati, a sinistra si mescolano operai russi schiavizzati e dissidenti torturati. I revisori del mondo se ne stanno a poppa, sulle loro sedie a sdraio, e con crescente ottimismo calcolano le casse delle due parti mentre la nave se ne va verso l’inferno. è una banalizzazione del problema? Mi rifiuto di pensarlo. Mi rifiuto di pensare che la scelta che mi si chiede di fare sia altro che la scelta tra due plutoni di esecuzioni. Sono convinto che George Orwell avesse ragione quando, nel 1947, indicava il risultato cui porterebbe il cristallizzarsi dell’opposizione Est/Ovest: o a una guerra devastante, di dimensioni inimmaginabili, oppure a un terribile periodo di pace armata tra due blocchi di uguale potenza, un’epoca di rifugi antiatomici, una nuova età delle caverne, con il declino intellettuale e l’ottenebramento culturale che ne conseguono. Non riesco a pensare che una di queste possibilità sia abbastanza attraente da essere scelta, è più che sufficiente che ci venga imposta.

Del resto una scelta degna di questo nome comporta dei doveri sotto forma di dimostrazioni di simpatia, di menzogne tattiche, di una tattica unilateralità. Permettetemi di dubitare che chi ha tra le proprie mani una bomba all’idrogeno abbia bisogno del sostegno intellettuale del professor Herbert Tingsten. Sarebbe meglio se gli intellettuali europei, nella gioiosa certezza che entrambe le parti se la cavano benissimo da sole, si astenessero dalla guerra culturale e si dedicassero a qualche sport più sensato.(...) Più politici dei politici, più obiettivi della storia stessa, questi revisori mondiali dei conti ci spiegano che ogni violazione russa della libertà e dei diritti umani viene seguita (...) da una corrispondente violazione americana. (...)


La politica dell'impossibile, Iperborea, 2016 


La vittoria della personalità


Grazie alla bomba atomica, in futuro una sola persona potrà condurre con successo una guerra contro il resto dell’umanità: questo sostiene l’ultimo, incoraggiante rapporto degli esperti di armamenti nucleari. 


Triste era il tempo, grigio e dolente 

ed eran le leggi assai dure 

e c’era bisogno di tanta gente 

per procurar ferite e fratture. 


Scoppiava la bomba ed ecco che eri scalzo,

e nella mischia ti piegavi ad angolo. 

Basta ora un sol uomo, non serve rincalzo. 

Urrà, che prospettive per il singolo!


Bastano ora un atomo e un pivello 

che guidi un apparecchio con bravura 

e cade il mondo giù come un battello

sul fondo di questa avventura.


Per sempre sarà dell’uomo il ruolo: 

comandare il pianeta con abilità. 

La guerra può ora farla tutto solo. 

Eterna gloria alla personalità!


(2.10.1945)


Breve è la vita di tutto quel che arde, Iperborea, 2022 



Il delitto perfetto


Ieri mattina è stato impiccato il diciannovenne inglese condannato al posto di un amico minorenne per l'omicidio di un poliziotto. Rientra nel quadro il fatto che l'omicidio è stato commesso dopo che il giovane giustiziato era già stato tratto in arresto.


Miei signori, avete torto!

Il delitto perfetto

 non è privilegio

 del criminale.

Ma del boia.


Il delitto davvero perfetto

è quello finanziato dallo stato.

Il perfetto assassino

è un funzionario con l'auto di servizio.


La giustizia è un lupo

con la sola differenza 

che i lupi son meno feroci.


Certo, anche i lupi spezzano

bianchi colli,

ma non ululano mai sui cadaveri:

siamo servitori della legge.


(29.1.1953)


Breve è la vita di tutto quel che arde, Iperborea, 2022