Contesto storico

Stig Dagerman è vissuto a cavallo tra il 1923 e il 1954. È nato nel primo dopoguerra e ha vissuto a pieno il secondo conflitto mondiale durante il quale la Svezia, suo paese d'origine, è rimasta neutrale. La sua produzione è stata particolarmente attiva negli anni Quaranta. In questi anni, il clima in Svezia era impregnato da una sensazione di allerta (beredskap usando un termine militare) e il sentimento prevalente era l'angoscia per il futuro e il timore di un'imminente catastrofe - forti emozioni causate dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale e dalla paura della Guerra Fredda. Questo clima di attesa e allerta emerge in modo preminente nella letteratura svedese dell'epoca in due tendenze diverse tra loro, la beredskapslitteratur, più conservatrice, e quella più sperimentale dei cosiddetti quarantisti o 40-talister, dei quali Dagerman è considerato da molti il principale rappresentante.


Il termine "quarantisti" nasce dalla rivista 40-tal , "Anni Quaranta", attiva dal 1944 al 1947, ma fa anche riferimento al decennio del debutto degli autori. Questi scrittori, che oltre a Stig Dagerman includono Karl Vennberg, Erik Lindegren e Werner Aspenström, sono legati da un generale pessimismo e dall'avversione alla guerra e alla propaganda, che li porta a scrivere utilizzando un linguaggio criptico. I loro modelli di riferimento sulla scena internazionale sono Sartre, Kafka e T.S. Eliot. Questo fenomeno letterario rientra nella cornice generale del Modernismo, ritenendo che una realtà disarmonica esiga una forma disarmonica. 

Le sue caratteristiche principali sono:

Molto importante per Dagerman è stato anche l'impegno politico. Grazie al padre e poi alla prima moglie, l'autore ha frequentato da vicino l'ambiente dei lavoratori impegnandosi politicamente con orientamento anarco-sindacalista. Fondamentale è stata l'esperienza di redattore al quotidiano sindacalista svedese Arbetaren fondato nel 1922, su cui ha pubblicato migliaia di poesie.








Fonte: "Storia delle letterature scandinave. Dalle origini a oggi" a cura di Massimo Ciaravolo, 2019, Iperborea.