L'ATTENTATO A RUDI DUTSCHKE


SESSANTOTTOFILIPPO FRIGERIO

- 11 aprile 1968 -

«Possiamo cambiare. Non siamo idioti disperati della storia, incapaci di prendere il loro destino nelle loro mani [...] Possiamo costruire un mondo come l'umanità non ha mai visto prima; un mondo che si distinguerà per l'assenza di guerra e fame. E questo su tutto il globo. Questa è la nostra possibilità storica e dovremmo lasciarla andare? Non sono un politico professionista, ma siamo uomini che non vogliono che il mondo segua questa strada, e per questo motivo combatteremo, abbiamo già iniziato a combattere».

(Rudi Dutschke)

Trascorsa solo una settimana dall’omicidio di Martin Luther King, il ’68 partorì un nuovo esempio di odio e intolleranza. L’11 aprile, a Berlino, Rudi Dutschke, leader del movimento studentesco in Germania, venne ferito gravemente da tre colpi di arma da fuoco che lo colpirono alla testa e alle spalle. Dutschke riuscì miracolosamente a salvarsi, ma non riacquistò mai più le proprie capacità intellettive complete.

La Germania visse il sessantotto rivoluzionario in un clima particolarmente teso, esacerbato dalla propaganda dell'impero mediatico di Axel Springer, editore tedesco che annoverava tra le proprie testate alcuni dei maggiori quotidiani quali Bild, Die Welt e il Berliner Zeitung e che controllava un terzo del mercato nazionale della carta stampata.

Pochi mesi prima un altro omicidio di piazza, quello dello studente Benno Ohnesorg, avvenuto per mano di un poliziotto durante una manifestazione contro la visita dello scià di Persia Reza Pahlavi nel giugno del 1967, aveva sconvolto la nazione. I giornali Springer, in quei giorni, descrissero gli studenti come istigatori, teppisti e rivoltosi utilizzando una retorica violenta e invitando la popolazione a “non lasciare tutto il lavoro sporco alla polizia”.

Dutschke, diventato il volto principale del movimento, attrasse verso di sé la gogna mediatica dell'informazione di destra, contraria al movimento in generale ed in particolare a Dutschke in persona, simbolo delle proteste.

Egli perseguiva un progetto libertario e di democrazia radicale, progettando una lunga marcia attraverso le istituzioni, che avrebbe potuto cambiare le prospettive e le sorti non solo del movimento studentesco, ma dell’intero panorama politico tedesco ed europeo, facendo maturare le condizioni per una reale consapevolezza rivoluzionaria.

Il processo di cambiamento, secondo Dutschke, sarebbe dovuto avvenire grazie all'indottrinamento sistematico e progressivo della società, compiuto da un gruppo determinato e consapevole di cittadini che, attraverso azioni dimostrative e non violente, avrebbero aperto gli occhi della società riguardo le contraddizioni del sistema capitalista, con una progressione costante basata su un'idea di persuasione quasi religiosa.

Qualcuno, a tale proposito, sottolineò le analogie con il pensiero e l’azione di Martin Luther King, che proprio in quel periodo negli Usa stava portando avanti la battaglia per i diritti civili della popolazione di colore. Liberare l’uomo dalle condizioni strutturali che ne limitano la libertà. I capisaldi comuni erano svincolare l’umanità dalle organizzazioni economiche, sociali, militari e politiche che impedivano l’emancipazione degli individui e il loro pieno sviluppo. Una via di mezzo tra il cristianesimo materialista e il marxismo utopico.

La novità che si trovava al centro del pensiero politico di Rudi Dutschke, l’elemento che lo distingueva chiaramente dal marxismo ortodosso, era l’attenzione per la cosiddetta sovrastruttura, cioè l’insieme degli elementi del mondo creato come estensione della struttura economica, quali il mondo dell’arte, della cultura e della scienza, che avrebbero dovuto necessariamente cambiare una volta sovvertito il sistema economico. Questo un tipo di lotta si rivelò moderno e dirompente: non era più sufficiente la sola lotta di classe, ma si richiedeva lo sviluppo di una coscienza di lotta contro l’autoritarismo, a favore della pace, della libertà, di una cultura accessibile a tutti e della libertà di espressione ed informazione.

Con l’attentato a Rudi Dutschke l’intelligenza più brillante, estesa e rigorosa della militanza venne, se non annichilita, in larga misura sopita, lasciando il movimento studentesco spaesato e privo del leader più importante, contribuendo a radicalizzare le proteste e a preparare il contesto nel quale durante gli anni Settanta, si svilupperà il terrorismo delle Rote Armee Fraktion.

LETTURE E APPROFONDIMENTI:

- R. Dutschke; "Dutschke a Praga"; De Donato; 1968.

- U. Bergmann, R. Dutschke, W. Lefevre, B. Rabehl; "La ribellione degli studenti ovvero la nuova opposizione"; Feltrinelli; 1968.