Capitolo 4 - Titoli di Stato

PANORAMICA GENERALE

Mentre si discute ancora sul piano dei Recovery Funds, il mercato dei Titoli di Stato si porta, per così dire, "avanti con i lavori".

Il decennale, dopo aver toccato dei massimi (su base settimanale) dell'1,86% è tornato ai valori con cui veniva scambiato ad inizio anno, in epoca pre-Covid.

Il Btp a due anni, invece, quotava ieri qualche centesimo in meno rispetto all'omologo titolo statunitense.

Incredibilmente, non si sente quasi più parlare di Spread Bund/Btp.

Poco male, visto che di fatto, su queste pagine (per scelte precise) non è mai stato preso in considerazione.

PRELIEVO FORZOSO: SI O NO? IN CHE MISURA? SU QUALI VOCI PATRIMONIALI?

Uno degli argomenti più "caldi" e che tiene desta l'attenzione degli italiani è quello della cosiddetta "patrimoniale".

Si trovano in rete, e su diverse testate, parecchi articoli che "intravedono" (spesso e volentieri con abilità invidiabili a sibille e ad oracoli) dei piani in questo senso, interpretando alcune espressioni pronunciate da questo o da quel personaggio.

Va detto, per contro, che alcuni politici si sono esposti, dichiarandosi favorevoli ad una misura legata ad un prelievo forzoso.

Tuttavia, andando in profondità, nella maggioranza di questi articoli, non si capisce (ma d'altra parte non potrebbe essere diversamente):

  1. quali beni potrebbero essere colpiti;

  2. in che misura;

  3. quale logica (soprattutto) dovrebbe esserci dietro a questa manovra straordinaria.

Se per il terzo punto ogni ragionamento viene a trovarsi al di fuori di uno schema puramente razionale (in una fase in cui il patto di stabilità è ibernato e l'Europa sta lavorando per immettere risorse importanti nel sistema), anche ammettendo che l'esecutivo attuale scegliesse di portare ad un suicidio politico la maggioranza al governo (senza possibilità di ritorno per "i secoli dei secoli" dopo una mossa del genere) , resterebbero da chiarire i primi due punti.

Supponendo che l'analisi appena fatta sia sbagliata, o per un eccesso di prudenza, cosa si potrebbe comunque fare in anticipo per difendersi?

Alcuni suggeriscono di investire in Titoli di Stato, soprattutto sulle nuove emissioni.

Ma qual è la logica secondo cui uno Stato emette debito (chiedendo implicitamente fiducia) e contemporaneamente infila le mani nelle tasche dei cittadini per far fronte a quell'impegno?

Sarebbe, insomma, un po' tipo la scena delle "Quarantamila Lire" del film "Totò, Peppino e la Malafemmina" (di cui riporto il link al video in calce).

Oltretutto: chi garantisce che i Titoli di Stato (dopodomani) saranno così solidi da evitare nuovamente le escursioni a cui abbiamo assistito, per esempio, nell'ottobre del 2018 (senza andare troppo in là nel tempo)?

Siamo sicuri che le possibili variazioni di valore sarebbero inferiori ad una eventuale (e quanto mai remota - per le ragioni esposte) tassa patrimoniale?

E chi ci dice, per esempio, che verrebbero colpite le somme sui conti correnti (come accadde nel 1992 con Amato) e non gli immobili?

E se fossero gli immobili, quale tipologia di immobili? Su quale valore? E in che misura?

Tutto questo per dire che, spesso nella ricerca esasperata (e talvolta irrazionale) di mettersi al riparo da un potenziale problema, si potrebbe finire per fare scelte "scomposte" che potrebbero portare a danni reali maggiori.

Resta, tuttavia, la sensazione di ingovernabilità del paese, con schermaglie e gag (trasversalmente rispetto a tutte le forze politiche) che sembrano più appartenere all'avanspettacolo che ad un momento storico che richiederebbe maggiore serietà e concretezza.

Un cambio di esecutivo (cosa che non può essere esclusa) e altre vicende che potrebbero finire sullo scacchiere dei prossimi mesi, potrebbero portare a cambiare la prospettiva in questo ambito.

Ma oggi come oggi, è forse più opportuno avere un approccio pragmatico basato sulle cose certe.

Oltretutto, le scelte fatte su base razionale sono quelle che si rivelano più azzeccate anche in funzione di sviluppi successivi non prevedibili ex ante.

Basti pensare, a questo proposito, come l'utilizzo delle assicurazioni Ramo I (magari inserite per ragioni di protezione patrimoniale) sia stato utilissimo nella difesa dalle tempeste degli ultimi anni.

Rimando al Capitolo 5 - Considerazioni Generali per alcuni passaggi conclusivi