Allora, diciamocelo, chi non apprezza Mark Ruffalo come attore?
Sarà, ma a me piace tanto come recita, non solo per Hulk nella serie degli Avengers o per le commedie americane con Reese Witherspoon, ma anche per delle interpretazioni magistrali in alcuni signori film come Shutter Island, Tentazioni (ir)resistibili e, soprattutto, Teneramente folle.
Il film di cui voglio parlarvi oggi è proprio Teneramente folle, un film del 2014 diretto da Maya Forbes.
Il titolo originale, a mio parere ancora più appropriato della traduzione italiana, è Infinitely Polar Bear (approssimativamente “Orso infinitamente polare”).
E’ la storia dolceamara (anzi, dato l’ordine degli eventi raccontati, direi amaro-dolce) di Cam Stuart, interpretato da Mark Ruffalo, un uomo che soffre di disturbo bipolare, che deve occuparsi delle sue due bambine (Amelia e Faith) e della casa.
Cam ha una vita scombinata, una casa disordinata, piena di oggetti e due figlie spettinate, coi vestiti malandati, abituate a fare da sé e a non poter contare sull’affidabilità del padre. La madre delle due ragazze è lontana per lavoro. E’ la storia di un uomo che ama le proprie figlie e la moglie, ma ha delle condotte di vita pericolose per sé e per le due ragazzine. Alterna momenti di “eccessiva presenza” a episodi di “grave assenza”, o di “folle stranezza”. Esce a bere di notte lasciando le figlie sole, corre seminudo per strada per salutare la moglie, si passa una nottata intera sveglio per cucire il vestito da flamenco per la piccola Faith usando impropriamente anche tende e tovaglie.
Perché quello che vive Cam si chiama “disturbo bipolare”? Perché la “polarità” del suo umore e dei suoi comportamenti oscilla in maniera vertiginosa.
Vediamo bene cos’è il disturbo bipolare e come si declina.
Si tratta di un disturbo dell’umore che nel DSM-5 (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) viene descritto come una condizione per cui la persona, per qualche giorno consecutivo, ha un umore estremamente elevato e/o irritabile e ha un aumento anomalo e persistente dell’attività finalizzata o dell’energia, spesso c’è un’autostima estremamente elevata o un senso di grandiosità, un diminuito bisogno di dormire, fa attività che possono avere conseguenze dannose.
Questo disturbo si può manifestare in vari modi e con differenti intensità e, spesso, la persona a cui viene data questa diagnosi arriva ad avere anche episodi depressivi.
In gergo, “i giorni con l’umore estremamente elevato o irritabile” vengono detti:
“episodio maniacale” se questo livello dell’umore dura circa una settimana e compromettono quella che Freud e company chiamavano “capacità di amare e lavorare” oppure se ci sono manifestazioni psicotiche (es: deliri come quello di onnipotenza);
“episodio ipomaniacale” se l’umore elevato o irritabile non compromette la “capacità di amare e lavorare”. In questo caso NON ci sono manifestazioni psicotiche.
Il vero e proprio disturbo bipolare è caratterizzato da:
Almeno un episodio manicale (disturbo bipolare di tipo I) o ipomaniacale (disturbo bipolare di tipo II)
Possibili episodi depressivi.
Da notare è che spesso, le persone che stanno vivendo un episodio maniacale non percepiscono la necessità di aver bisogno di trattamento (“Non serve che io prenda i farmaci perché sto benissimo! Anzi, non sono mai stato meglio prima! Sento di poter fare tutto!”).
E ora prendiamo spunto dal film.
Se ci trovassimo nella condizione della moglie e delle figlie di Cam, cosa potremmo fare?
1- Se fossimo le bambine…NON DOVREMMO FARE UN BEL NIENTE! “Prendersi cura” non è compito dei bambini. Se c’è una persona bipolare in famiglia, non caricate di richieste i vostri figli!
2- Se fossimo la moglie… Beh, nella sua posizione è molto difficile scegliere cosa fare. Nel film lei ha fatto la scelta che si è rivelata giusta, sia per stimolare suo marito a curarsi, sia per il futuro delle sue figlie. Io ai partener di persone bipolari consiglio di “lavorare in equipe” con gli specialisti che seguono il paziente, seguire le loro indicazioni terapeutiche (psicologiche e farmacologiche) e seguire un percorso per se stessi (o una terapia personale, o partecipare ai gruppi di auto-mutuo aiuto per familiari di pazienti con disturbo bipolare).
Il sostegno al paziente bipolare è fondamentale, e insistere sull’estrema regolarità nell’assunzione degli psicofarmaci può risultare cruciale per scongiurare episodi maniacali gravi e soprattutto comportamenti che possano mettere a rischio la sicurezza del paziente stesso o di chi lo circonda.
Ora ci sarebbero ancora moltissime cose da dire su questo film e questo disturbo, molte ricerche interessanti, molte considerazioni da fare ma per oggi può bastare così.
Se pensate che un vostro caro possa essere bipolare ma non è seguito dagli specialisti e non sapete come fare chiedete pure (trovate i miei contatti sempre in questo blog), saprò come indirizzarvi.
Per il momento invece.. buona visione!