Comunità Pastorale 4 Evangelisti - Monza
Venerdì 19 dicembre 2025
ADORAZIONE EUCARISTICA IV di Avvento/A
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,18-24)
18Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 25la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.
Papa Francesco - Angelus del 18 dicembre 2022
Oggi, quarta e ultima domenica di Avvento, la liturgia ci presenta la figura di San Giuseppe. È un uomo giusto, che sta per sposarsi. Possiamo immaginare che cosa sogni per il futuro: una bella famiglia, con una sposa affettuosa e tanti bravi figli, e un lavoro dignitoso: sogni semplici e buoni, sogni della gente semplice e buona. Improvvisamente, però, questi sogni si infrangono contro una scoperta sconcertante: Maria, la sua promessa sposa, aspetta un bambino e questo bambino non è suo! Che cosa avrà provato Giuseppe? Sconcerto, dolore, smarrimento, forse anche irritazione e delusione… Ha sperimentato che il mondo gli crolla addosso! E che cosa può fare?
La Legge gli dà due possibilità. La prima è denunciare Maria e farle pagare il prezzo di una presunta infedeltà. La seconda è annullare il loro fidanzamento in segreto, senza esporre Maria allo scandalo e a conseguenze pesanti, prendendo però su di sé il peso della vergogna. Giuseppe sceglie questa seconda via, la via della misericordia. Ed ecco che, nel cuore della crisi, proprio mentre pensa e valuta tutto questo, Dio accende nel suo cuore una luce nuova: in sogno gli annuncia che la maternità di Maria non viene da un tradimento, ma è opera dello Spirito Santo, e il bambino che nascerà è il Salvatore; Maria sarà la madre del Messia e lui ne sarà il custode. Al risveglio, Giuseppe capisce che il sogno più grande di ogni pio Israelita – essere il padre del Messia – si sta realizzando per lui in modo assolutamente inaspettato.
Per realizzarlo, infatti, non gli basterà appartenere alla discendenza di Davide ed essere un fedele osservante della legge, ma dovrà fidarsi di Dio al di là di tutto, accogliere Maria e suo figlio in modo completamente diverso da come si aspettava, diverso da come si era sempre fatto. In altre parole, Giuseppe dovrà rinunciare alle sue certezze rassicuranti, ai suoi piani perfetti, alle sue legittime aspettative e aprirsi a un futuro tutto da scoprire. E di fronte a Dio, che scombina i piani e chiede di fidarsi, Giuseppe risponde sì. Il coraggio di Giuseppe è eroico e si realizza nel silenzio: il suo coraggio è fidarsi, si fida, accoglie, è disponibile, non domanda ulteriori garanzie.
Fratelli, sorelle, che cosa dice Giuseppe oggi a noi? Noi pure abbiamo i nostri sogni, e forse a Natale ci pensiamo di più, ne parliamo insieme. Magari rimpiangiamo alcuni sogni infranti e vediamo che le migliori attese devono spesso confrontarsi con situazioni inattese, sconcertanti. E quando questo accade, Giuseppe ci indica la via: non bisogna cedere a sentimenti negativi, come la rabbia e la chiusura, questa è la via sbagliata! Occorre invece accogliere le sorprese, le sorprese della vita, anche le crisi, con un’attenzione: che quando si è in crisi non bisogna scegliere di fretta secondo l’istinto, ma lasciarsi passare al setaccio, come ha fatto Giuseppe, “considerare tutte le cose” e fondarsi sul criterio di fondo: la
misericordia di Dio. Quando si abita la crisi senza cedere alla chiusura, alla rabbia e alla paura, ma tenendo aperta la porta a Dio, Lui può intervenire. Lui è esperto nel trasformare le crisi in sogni: sì, Dio apre le crisi a prospettive nuove, che noi prima non immaginavamo, magari non come noi ci aspettiamo, ma come Lui sa. E questi sono, fratelli e sorelle, gli orizzonti di Dio: sorprendenti, ma infinitamente più ampi e belli dei nostri! La Vergine Maria ci aiuti a vivere aperti alle sorprese di Dio.
Riflessione dal sito dell’ordine dei carmelitani
Matteo 1,18: Una irregolarità legale in Maria. Maria appare incinta prima di convivere con Giuseppe, il suo promesso sposo. Chi osserva le cose dal di fuori constata una irregolarità e dirà: “Maria, che orrore!” Secondo la legge di Mosè questo errore meritava la pena di morte (Dt 22,20). Per evitare questa interpretazione sbagliata dei fatti, Matteo aiuta il lettore a vedere l’altro aspetto della gravidanza di Maria: “Concepì ad opera dello Spirito Santo”. Agli occhi umani può sembrare una trasgressione della Legge, ma agli occhi di Dio era esattamente il contrario!
Matteo 1,19: La giustizia di Giuseppe. La gravidanza di Maria avviene prima che lei conviva con Giuseppe, non per una deviazione umana, bensì per volontà divina. Dio stesso si è burlato delle leggi della purezza legale in modo da far nascere il Messia in mezzo a noi! Se Giuseppe avesse agito secondo le esigenze della legge dell’epoca, avrebbe dovuto denunciare Maria e possibilmente le avrebbero lanciato pietre. La gravidanza prima del matrimonio è irregolare e secondo la legge della purezza legale, doveva essere castigata con la pena di morte (Dt 22,20). Ma Giuseppe, poiché è giusto, non obbedisce alle esigenze delle leggi della purezza. La sua giustizia è maggiore. Invece di denunciare, preferisce rispettare il mistero che non capisce e si decide ad abbandonare Maria in segreto. La giustizia maggiore di Giuseppe salva la vita sia di Maria che di Gesù. Così, Matteo manda un avviso importante alle comunità della Palestina e della Siria. E’ come se dicesse: “Ecco cosa succederebbe se si seguisse l’osservanza rigorosa che certi farisei esigono da voi! Darebbero morte al Messia!” Più tardi Gesù dirà: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,20).
Matteo 1,20-21: Il chiarimento dell’angelo e i due nomi del figlio di Maria: Gesù e Emmanuele. “L’Angelo del Signore” aiuta a scoprire la dimensione più profonda della vita e degli eventi. Aiuta a fare la radiografia degli avvenimenti ed a percepire l’appello di Dio che, ad occhi nudi, non si percepisce. L’Angelo fa capire a Giuseppe che la gravidanza di Maria è frutto dell’azione dello Spirito Santo. Dio stesso, il giorno della creazione, aleggiava sulle acque e riempiva di forza la parola creatrice di Dio (Gen 1,2). In Maria avviene la nuova creazione. E’ l’inizio del nuovo cielo e della nuova terra, annunciati da Isaia (Is 65,17). Il figlio di Maria riceve due nomi: Gesù ed Emmanuele. Gesù significa “Dio salva”. La salvezza non viene da ciò che noi facciamo per Dio, bensì da ciò che Dio fa per noi. Emmanuele significa “Dio con noi”. Nell’uscita dall’Egitto, nell’Esodo, Dio scende accanto al popolo oppresso (Ex 3,8) e dice a Mosé: “Io sarò con te” (Es 3,12) e da quel momento in poi non abbandona più il suo popolo. I due nomi, Gesù ed Emanuele, rendono concreta e perfino superano la speranza del popolo.
Matteo 1,22-23: La melodia del Vangelo di Matteo. “Tutto questo avvenne affinché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta”. Questa frase o altre simili sono come una melodia, parole che si ripetono molte volte nel vangelo di Matteo (Mt 1,23; 2,5.15.17.23; 4,14; 8,17; 12,17; 13,14.35; etc.). Rivela lo scopo che l’autore aveva in mente: confermare per i suoi lettori di origine giudea il fatto che Gesù è veramente il Messia promesso. In lui si realizzano le promesse dei profeti. Qui Matteo invoca il testo di Isaia: “La vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Is 7,14). Il titolo Emmanuele, più che un nome, rivela il significato di Gesù per noi. Gesù è la prova che Dio continua a stare con noi. Il nome stesso del bambino è Gesù (Mt 1,25).
Matteo 1,24-25: L’obbedienza di Giuseppe. Svegliato dal sogno, Giuseppe fece ciò che gli disse l’angelo e portò Maria a casa sua. E continua a dire che non ha avuto rapporti con Maria, per confermare che Gesù nacque dallo Spirito Santo.
• Come capire l’atteggiamento di Giuseppe? Cosa ci insegna questo atteggiamento? In cosa consiste
esattamente la “giustizia” di Giuseppe? Qual è la
nostra “giustizia”?
• Ecco, viene il Signore, re della gloria.