Arte e letteratura siciliana

La letteratura siciliana contemporanea ha conosciuto un importante sviluppo, grazie all’opera di famosi scrittori. Il ‘900 della letteratura siciliana ha vissuto un nuovo periodo di splendore, grazie alla diffusione del Verismo, nato all’incirca nel 1870. Il verismo realizzò e diede vita ad una narrativa focalizzata sulle questioni umane e sociali, allo scopo di offrire al lettore una fotografia della vita e del mondo attenta e fedele alla realtà. I più celebri rappresentanti del Verismo furono Luigi Capuana, Giovanni Verga e Federico de Roberto. Luigi Capuana, nato a Mineo nel 1839 e morto a Catania nel 1915, fu l’esponente di spicco del verismo. La sua opera più illustre è stata Il “Marchese di Roccaverdina”, che racconta la storia di una lotta tra un uomo criminale e violento che trasgrediva la legge morale e l’impossibilità di sfuggire dalla legge stessa. Giovanni Verga è, invece, l’esponente più conosciuto di questo movimento. Nato a Catania nel 1840 da una famiglia semplice, morì sempre a Catania nel 1922. Dopo le prime opere a tema romantico (tra le più famose “Storia di una capinera” e “Una peccatrice”), Verga diede una svolta alla sua attività letteraria e nacquero, così, i suoi più capolavori più famosi e celebri. La tradizione di Verga imboccò presto l’itinerario delle novelle; così produsse opere quali le “Novelle rusticane”, “Vita dei Campi”, oltre che i noti romanzi dell’opera” I Vinti”, rimasta incompiuta e costituita da “I Malavoglia” e “Mastro don Gesualdo”.

Altro esponente del Verismo e allievo di Verga fu Federico De Roberto, che si può inserire tra gli scrittori siciliani più famosi del ‘900, autore di “I Viceré”. In questo libro, De Roberto ha narrato la storia del declino di un’aristocrazia famiglia catanese, gli Uzeda, da cui è stato anche tratto il famoso film. Con l’esaurirsi della corrente letteraria del Verismo, fu il teatro a rendere famosa la letteratura siciliana dei primi anni del ‘900. Il teatro aveva come obiettivo rappresentare la vita quotidiana, soprattutto i temi amorosi e romantici. Il mutamento nelle tematiche affrontate dalla letteratura siciliana del ‘900 fu conseguenza delle tragedie scatenate dallo scoppio della guerra mondiale. Nacque il teatro del grottesco, che mescolava il comico ed il tragico, analizzando la vita con un gusto agrodolce. Parlando di teatro e degli scrittori siciliani famosi del ‘900 è impossibile non pensare a Luigi Pirandello. Quest’ultimo, nato ad Agrigento nel 1867 e morto a Roma nel 1936 fu il più grande tra gli scrittori siciliani di teatro. La caratteristica distintiva di questo autore è stata quella di aver inventato un teatro nuovo, con personaggi drammatici e inquieti, sopraffatti da dubbi ossessivi, immersi in problemi di impossibile soluzione, prigionieri di apparenze che si confondono alla realtà, nascondendola. Luigi Pirandello vanta un repertorio vastissimo, ma tra le opere più famose vi è il romanzo “Il fu Mattia Pascal”, “Liolà”, “Così è (se vi pare)”, “Uno, nessuno e centomila” e l’opera più originale, che rappresenta tutte le caratteristiche del teatro dell’assurdo, “Sei personaggi in cerca d’autore”.