Percorso realizzato nell'ambito del
Progetto Rete Pitagora
Reti nazionali di scuole per la diffusione delle metodologie didattiche innovative
con l'utilizzo delle tecnologie nell'ambito del PNSD
La mission del progetto
Una sfida nella sfida: affrontare nella scuola, con un approccio metodologico innovativo che favorisce l'apprendimento basato sulla competizione, problemi emergenti connessi alle grandi sfide dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dando la parola ai piccoli cittadini di 10-11 anni.
Hanno partecipato alla sperimentazione 18 scuole diverse con la finalità di dimostrare che un mondo più sostenibile e che un nuovo modo di fare scuola, più efficace ed inclusivo, sono possibili.
Il CBL Training Camp di “PRIMARY HACK #NextGen”
E' il primo percorso nazionale di formazione sul modello didattico-innovativo dell’hackathon, specificatamente dedicato ai docenti delle scuole primarie e connesso alle grandi sfide dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
“PRIMARY HACK #NextGen” nasce nell’ambito del Progetto RETE PITAGORA (Reti nazionali sulle metodologie didattiche innovative, Avviso n. 26034 – 23.07.2020), sotto il coordinamento dell’Istituto Comprensivo "Montalto Uffugo Taverna” (Cosenza).
L’obiettivo del CBL Training Camp è stato quello di far vivere ai docenti partecipanti un’esperienza aperta di co-progettazione, in grado di favorire l’acquisizione di tutti gli strumenti utili per l’ideazione, la progettazione e la messa in pratica di un’attività Challenge Based Learning (CBL), secondo il format dell’hackathon, per gli studenti delle scuole primarie di tutto il territorio nazionale.
Nella seconda fase, di Team-working tra i docenti partecipanti (i team sono stati costituiti secondo un criterio di appartenenza ad omogenee aree disciplinari ma differenti collocazioni geografiche) è stata lanciata ai docenti una sfida tematica finalizzata alla concreta sperimentazione di un’attività CBL.
Ogni Team di docenti ha lavorato in autonomia coadiuvato dall’esperto e dai tutor e ha restituito il proprio progetto con una presentazione completa dell’attività CBL sperimentata. Ne è seguita un’attività laboratoriale di future thinking sulle applicazioni del modello CBL “PRIMARY HACK #NextGen”, a distanza e/o in presenza, nel mondo della scuola primaria.
Nella terza fase di sperimentazione, è stato chiesto ai docenti di organizzare e condurre una attività CBL “PRIMARY HACK #NextGen” all’interno della propria scuola con gli studenti delle classi Quinte Primarie. Sperimentazione che ha coinvolto un numero elevato di studenti appartenenti anche a plessi diversi. Le sfide proposte sono state orientate all’individuazione di soluzioni originali, sostenibili ed inclusive a problemi o criticità connesse alla propria realtà scolastica e territoriale.
I ragazzi hanno risposto con entusiasmo ideando, e in alcuni casi realizzando concretamente, progetti orientati alla salvaguardia dell’ambiente, all’abbellimento dei locali e dei cortili scolastici, alla progettazione di aule all’aperto, all’implementazione di app dedicate, alla preservazione del mare. Tante e differenti idee innovative per contribuire al miglioramento della qualità della vita di tutti.
I criteri di valutazione
I criteri di valutazione e le modalità di premiazione di un hackathon dipendono dall'obiettivo dell'evento e dalla sfida che i partecipanti sono chiamati a cogliere e risolvere. In generale, tuttavia, sono individuabili alcuni criteri di valutazione:
La sostenibilità dell’idea progettuale nel tempo e nello spazio, con riferimento alle economie e agli aspetti organizzativi.
La coerenza logica (aderenza) dell’idea progettuale con il contenuto della sfida assegnata al team. È quindi opportuno verificare se il progetto risponde ad esigenze espresse e prioritarie.
Il livello di innovazione (e ambizione) dell’idea progettuale con riferimento all’ideazione di nuovi o ripensati contenuti/strumenti/ modalità in grado di risolvere problemi o cogliere opportunità.
La capacità dell’idea presentata di generare esternalità positive sulla società, valorizzando il bene comune. È quindi opportuno chiedersi in che modo la proposta restituisce utilità sociale e/o culturale al bene comune permettendo alla comunità di beneficiarne.
La qualità e la completezza della presentazione finale con riferimento alla presenza scenica (gestione delle emozioni ed efficacia dei propri mezzi espressivi), alla creatività (strutturare e comunicare in modo nuovo e originale il progetto e l’esperienza), chiarezza (capacità di sintesi, di argomentare in modo efficace l’idea e ordine del discorso), carisma (coinvolgimento del pubblico).
Il lavoro e la coesione di squadra con riferimento alla capacità del gruppo di trasformare le intelligenze individuali in intelligenza collettiva, facendo emergere e valorizzando le competenze eterogenee di tutti i componenti, oltre alla passione e dedizione al progetto.