Cibo e cinema

INTRODUZIONE

Giorno 1.pptx

FILM

"Ratatouille": il critico

La figura del topo rappresenta l'apparente impossibilità di raggiungere i nostri sogni più grandi, ma se davvero lo vogliamo e se alimentiamo continuamente la nostra passione ed il nostro talento, nulla è irrealizzabile. D'altronde che vita è una vita senza sogni ? sognare ci aiuta a crescere, a capire chi siamo veramente, cosa vogliamo fare nella vita, sognare è la semplice via per vivere una vita felice e senza rimpianti, fatta di esperienze positive e anche negative.

"Non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque" questa è la frase più importante del film, e quella che ne racchiude il pieno significato.

“Chocolat”: Preparazione

Vianne decide di aprire un negozio di cioccolato in un villaggio francese, suscitando scandalo tra gli abitanti. Le sue creazioni sembrano risvegliare desideri nascosti e repressi in chiunque le assaggi. In breve la donna si costruisce una solida reputazione ma... anche un nemico: il conte di Reynaud, convinto che la cioccolata alla lunga causerà la rovina della città e del codice morale che la governa. Alla lunga il dualismo sfocia in confronto aperto fra due fazioni: favorevoli e contrari al negozio. Fra la schiera di sostenitori di Vianne anche il giovane e misterioso Roux, che vive su una barca lungo il fiume. Roux è in grado a sua volta di risvegliare il desiderio più sopito della giovane: quello di essere amata da qualcuno.

" Non possiamo andare in giro a misurare la nostra bontà in base a ciò che non facciamo, in base a ciò che neghiamo a noi stessi, a ciò a cui rinunciamo e a chi respingiamo. Credo, forse, che dobbiamo misurare la bontà in base a chi abbracciamo, a ciò che creiamo e a chi accogliamo".

“Chocolat”: Il cioccolato al peperoncino di Lasse Hallström

Lo stile di Juliette Binoche e il fascino di Johnny Depp sono solo due degli ingredienti del successo di questo film di Lasse Hallström. Il terzo protagonista è il cioccolato che pervade ogni immagine del film, risvegliando nei personaggi desideri e sogni fin troppo arditi per un paesino della Normandia poco incline ai cambiamenti. In una scena memorabile la protagonista Vianne riesce a sciogliere il cuore della scorbutica vedova Armand con tre gesti: versa della cioccolata calda in una tazza, aggiunge un pizzico di peperoncino che la vedova a prima vista scambia per “cannella rancida” e guarnisce con un cucchiaino di panna. Dopo pochi sorsi Armand inizia a sorridere di gioia.

Il pranzo di Babette_ Dio non pone condizioni

"Il pranzo di Babette", racconto scritto da Karen Blixen e pubblicato nel 1950, è ambientato in un piccolo villaggio norvegese e narra le vicende di due sorelle, Filippa e Martina, che, per seguire le regole imposte dal loro padre, pastore luterano, hanno rinunciato ai loro sogni e ad ogni piacere terreno così come hanno fatto tutti gli abitanti di Berlevaag. Siamo nel 1871: le due sorelle sono ormai anziane dopo aver trascorso una vita intera nella frugalità, dedicandosi agli altri e offrendo aiuto a chi ne aveva bisogno, quando arriva presso di loro Babette, una raffinata cuoca francese fuggita da Parigi perché accusata di essere una rivoluzionaria. Filippa e Martina la accolgono in casa, in cambio del suo aiuto come governante e nell'attività di carità che le due sorelle svolgono da sempre. Quando Babette riceve una lettera dalla Francia e scopre di aver vinto 10.000 franchi alla lotteria, tutti sono convinti che quel denaro sarà per lei l'occasione per tornare finalmente in patria, ma Babette decide invece di spenderlo organizzando un pranzo in memoria del padre delle due donne e per dimostrar loro la propria riconoscenza.

Il Pranzo di Babette è un messaggio sempre valido, alla riscoperta dei valori della famiglia, dello stare insieme, del celebrare una data importante. Come spiega Babette nel film, quando le chiedono come mai ha scelto di non tornarsene in Francia dopo aver vinto la lotteria spendendo tutto per il pranzo: “ogni artista non è mai povero”. Sta tutta qui l’arte, non quella che ti fa inseguire fama e frivolezza, ma quella che sfama appetito e spirito.


Il pranzo di Babette_ Arrivano gli ingredienti


Preparazione del Blinis Demidoff

MISERIA E NOBILTA'_ Totò e gli spaghetti

Miseria e Nobiltà, regia Mario Mattoli, 1954. Totò e compari vivono una vita in cui la fame è una costante. Anche se il film non è espressamente dedicato alla gastronomia, il cibo e il desiderio di mangiare aleggiano su tutto. Memorabili le scene di Totò che detta la lista della spesa da fare con il ricavato del cappotto portato al banco dei pegni (“mozzarella, la premi con le dita, se esce la goccia la compri, sennò desisti”), e quella della zuppiera di spaghetti portata in dono dallo spasimante della giovane figlia dell’amico di Totò. Poi, la scena breve ma perfetta nel delineare la psicologia dei personaggi: arruolati da un giovane nobile che li paga per fingersi sui parenti, sono ospitati nella casa di un ricchissimo borghese, si fiondano sui gelati (alimento per l’epoca piuttosto raro e costoso) celando malamente la loro fame.

La fabbrica di cioccolato

Charlie Bucket, proviene da una famiglia povera, e spende la maggior parte del suo tempo a sognare la cioccolata che adora, ma che di rado può permettersela. La sua vita cambia quando Willy Wonka, proprietario di una famosissima fabbrica di cioccolato, mette in palio cinque biglietti, nascosti in cinque barrette di cioccolato. I bambini che troveranno uno di questi biglietti potranno fare un tour nella fantastica fabbrica di cioccolato. Charlie trova miracolosamente un biglietto vincente...