Il Progetto

I Piedi sul Banco è un progetto sulla corruzione vista come esempio di "equilibri multipli".

E' un'idea ben illustrata nella scena conclusiva del film L'attimo fuggente (qui, in Youtube).

All'inizio tutti gli studenti sono seduti e a capo chino. Alla fine, la maggioranza è in piedi sui banchi. Da un "equilibrio" - seduti e sottomessi - passano a un altro – molti di loro, in piedi e spavaldi. Ogni atto di ribellione individuale richiede coraggio. Molto coraggio, per il primo studente che mette i piedi sul banco, nonostante le minacce di espulsione: cosa gli potrebbe succedere se nessuno lo seguisse? Con l'aumentare del numero dei ribelli, il coraggio necessario per salire coi piedi sul banco diminuisce, sino a quando si crea un nuovo equilibrio in cui in tanti mettono i piedi sul banco. Quello descritto nella scena finale del film è un equilibrio in cui la ribellione non è generalizzata: circa la metà degli studenti resta col capo chino. Ma sono infine loro a scontare un costo crescente per la vergogna della loro resa, mano a mano che gli altri si ribellano. E naturalmente altri equilibri finali sarebbero stati ugualmente possibili, tra cui quello di una rivolta generalizzata.

In Italia, la corruzione non è solo un problema che riguarda le tangenti e i grandi appalti. Ma riflette anche una miriade di piccoli comportamenti inaccettabili che la maggioraza considera invece normali o almeno tollerabili. Così chi si ribella rischia l'isolamento e di diventare un bersaglio di rappresaglia.

Questo sito nasce per dare visibilità ai piedi sul banco. Inannzitutto, dove lavoriamo noi, l’università. Ed eventualmente altrove, se altri casi ci verranno segnalati. Senza alcun moralismo, e anzi con rispetto verso chi, per legittime preoccupazioni o per convenienza personale, non ha il coraggio di ribellarsi. Anche se, così facendo, avvalla e favorisce la corruzione.

Ci muove però una certezza: dare visibilità ad atti motivati di ribellione è importante, per aiutare il formarsi di un nuovo "equilibrio", nel quale chi resta seduto almeno non dimentichi che la sua scelta danneggia il bene comune.

Lucio Picci

Alberto Vannucci