Elezioni europee

Ridiamo cuore all'Europa!

Noi alle elezioni del 26 maggio ci saremo!

Anche il Popolo della Famiglia ha deciso di partecipare alle prossime elezioni europee schierandosi con il Partito Popolare Europeo. Il nostro movimento si presenta con simbolo e liste che integrano il partito "Alternativa Popolare"

Per la circoscrizione dell'Italia Nord-Orientale, comprendente Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e le province autonome di Trento e Bolzano, sono presentati i seguenti candidati del Popolo della Famiglia:

Lista dei candidati per l'Italia Nord-Orientale

  1. Mirko De Carli nato a Ravenna il 02/06/1984
  2. Carla Gallosi nata a Livorno il 13/07/1945
  3. Vladimiro Campello nato a Dolo (VE) il 03/02/1966
  4. Laura Neri nata a Bombay (India) il 14/10/1968
  5. Roberto Azzalin nato a Livorno il 31/08/1953
  6. Carla Condurso nata a Vicenza il 15/02/1971
  7. Roberto Gualandi nato a Bologna il 23/10/1986
  8. Emanuela Biagi nata a Ferrara il 27/10/1956
  9. Paola Ganz nata ad Agordo (BL) il 18/07/1964

IL PROGRAMMA

1. BATTERE LA PESTE BIANCA DELLA DENATALITA' EUROPEA.

Gli storici calcolano che la nota epidemia di peste che terrorizzò l'intera Europa dal 1347 al 1352, rimasta negli annali anche di medicina come "pandemia della peste nera", causò decine di milioni di morti. Dagli Anni Settanta c'è chi, come lo storico francese Pierre Chaunu, afferma che l'Europa è oggi sotto la cappa di una nuova peste, la "peste bianca" della denatalità. Nessuno dei 28 paesi chiamati al voto il 26 maggio 2019 riesce ad arrivare al "tasso di sostituzione" (calcolato in 2,1 figli per donna) e l'Italia è fanalino di coda con un tasso di fertilità di 1,3 figli per donna. L'Europa è un continente che conta sempre meno ed è sempre meno forte perché fa pochi figli. Quei paesi che vanno controtendenza sono anche i più ricchi, anche perché hanno adottato politiche a sostegno della maternità. Il PdF ha consegnato al Parlamento italiano la proposta di legge di iniziativa popolare del reddito di maternità, mille euro al mese per le mamme che intendono dedicarsi alla famiglia e alla crescita dei figli per i primi otto anni di vita del figlio (rinnovabili dopo ogni nascita, vitalizi dopo il quarto figlio o alla nascita di un figlio disabile). In un'Europa matrigna che flirta più volentieri con la cultura della morte che con l'idea di maternità, intendiamo portare la nostra cultura popolare fondata sui diritti della donna madre, utilizzando i fondi europei per una grande campagna continentale di sostegno finanziario alla maternità. Servono milioni di bambini nel prossimo quinquennio per salvare quelle colonne del welfare che hanno sempre contraddistinto le conquiste sociali degli europei: sanità e istruzione gratuite, previdenza e assistenza per tutti. Sono conquiste che si salvaguardano solo finanziando la maternità, perché sono le mamme con i loro bimbi le levatrici del futuro dell'Europa.

2. UN'EUROPA DEI POPOLI, CON PIU' DEMOCRAZIA.

L'Europa dei burocrati e dei banchieri è destinata al naufragio, serve un'Europa dei popoli, che guardi al sogno federale degli Stati Uniti d'Europa tenendo sempre centrale il principio di sussidiarietà: il potere arrivi sempre più vicino possibile ai bisogni del cittadino, non si sieda in un iperuranio da cui non si riesce a leggere la realtà. Serve più democrazia: un presidente della Commissione eletto direttamente dal popolo con tutta la Commissione, più poteri al Parlamento europeo, una governance europea che vada dalla politica estera comune all'esercito continentale, senza sfuggire alla questione centrale dell'immigrazione che potrà essere affrontata solo stracciando il trattato di Dublino. Come dice Papa Francesco, una immigrazione sostenibile è la sola che l'Europa può permettersi e l'Italia non può essere abbandonata a se stessa come paese di prima accoglienza. Occorre riprendere un modello di flussi concordati che permetta agli immigrati di arrivare in ogni paese europeo secondo quote prestabilite non dando migliaia di euro a trafficanti di esseri umani rischiando la vita nel deserto o in mare, ma con un biglietto aereo e un contratto di lavoro. L'Italia ha già pagato un prezzo enorme ai flussi migratori incontrollati, ora non deve essere gettata di nuovo in pasto alle emergenze che di volta in volta si verificano.

3. A PRESIDIO DI VITA, AMBIENTE, FAMIGLIA, LAVORO.

L'Europa sembra un contesto nemico della cultura della vita, aggredito dalle spinte mortifere a favore di aborto e eutanasia. Di conseguenza è un continente distruttivo nei confronti delle risorse ambientali (uno degli allarmi più efficacemente lanciati da Papa Francesco) così come pesantemente ostile allo svilupparsi della famiglia naturale: elementi di artificialità vengono introdotti ogni giorno nella vita quotidiana degli europei, basti pensare alla recente sentenza della Cedu a favore dell'utero in affitto. Noi intendiamo ribadire la centralità della famiglia naturale, batterci a livello continentale per il diritto universale a nascere, mettere al bando qualsiasi formula di maternità surrogata, insistere sempre sulla libertà educativa e di cura dei genitori nei confronti dei figli, fare le barricate per evitare che si espanda la terrificante cultura dell'eutanasia e del suicidio assistito che non è che un mezzo di controllo delle spese sanitarie compiuto ai danni dei più deboli e dei più indifesi, scrivere politiche europee nuove di sostegno alla disabilità e agli anziani non autosufficienti, ritornare a costruire politiche del lavoro innovative che sappiano valorizzare l'impresa familiare e le formule di autoimpiego come di telelavoro in particolare per le giovani coppie, sapendo che l'Italia ha percentuali bassissime di impiego dei fondi europei che invece se pienamente sfruttati possono garantire ritorni occupazionali notevoli.

4. UNA GUERRA EUROPEA CONTRO LE DIPENDENZE.

Droga, alcool, prostituzione, psicofarmaci, gioco d'azzardo, pornografia: il cittadino europeo è ormai preda di ogni forma di dipendenza, che si allarga a macchia d'olio tra i più giovani. Serve una presa di coscienza a livello continentale che generi politiche molto aggressive contro queste colonie del male che rischiano di offuscare il futuro dei nostri figli. Serve una guerra europea contro le dipendenze a partire da alcool e droga, senza dimenticare il milione di donne schiave che sono costrette a prostituirsi per soddisfare i bisogni spesso perversi di quasi cento milioni di europei: altro che prostituzione legalizzata, proprio l'Europa insegna che quel modello è fallito ovunque, occorre perseguire con durezza il cliente per stroncare il fenomeno, come è stato fatto ad esempio in Svezia. Così sulla pornografia si può prendere a modello la legge sul "porn block" che obbligherà dalla fine del 2019 i britannici a qualificarsi come maggiorenni con un documento prima di poter accedere a siti porno. Sul consumo di droga e di alcool da parte dei giovanissimi (ormai l'età di accesso alle forme di "cannabis light" è attorno ai dodici anni) serve un'offensiva continentale che deve essere prima culturale e poi fatta anche di comunicazione e politiche concrete di contrasto alla diffusione delle sostanze, evidentemente contro ogni illusoria scorciatoia antiproibizionista. Un'Europa che abbia bisogno di essere anche pedagogica verso i suoi figli, senza abbandonarli a loro stessi, è la nostra idea di Europa.