Estratto direttamente dal manoscritto
L'uomo col cappello entrò nella stanza. Era buia e vuota, ma accogliente. Si guardò intorno per un po’, senza tuttavia riuscire a vedere granchè. Dall’unica finestra penetrava un sottile filo di luce, quel tanto che bastava per riuscire a fare qualche passo verso il centro della stanza, ove era posta una semplice ma ammaliante poltrona. Dopo essersi seduto, chiuse gli occhi, prese un respiro profondo ed entrò in totale simbiosi con l’ambiente circostante. Ciò che più lo sorprese e al contempo lo affascinò era la totale assenza di rumori: nessuno urlava, nessuno correva, nessuno osava spezzare quella quiete. Rimase lì per ore, immobile e meditabondo. C’erano solo lui e il suo riflesso dipinto in uno specchio. Più tardi si accorse....
La musica, la tensione, il luogo in cui si trovavano, i cori di incitamento... tutto quanto registrava la solennità di quel momento, e Riccardo era al posto giusto nel momento giusto. Ci vollero pochi secondi per celebrare un momento che aspettavano da sempre. Tutti erano lì, a pendere dalle mani del loro Mosè, dalle mani di Riccardo, che prima di oggi era solo un uomo, ma adesso è l'eroe di un intero popolo. Lui non lo dava a vedere, ma una lacrimuccia stava attraversando il suo rugoso viso da lavoratore. La storia era lì, pronta per essere scritta...