Colpevole.
Mi dichiaro colpevole di aver partecipato alla manifestazione in difesa del popolo palestinese questo sabato.
Ero lì proprio perché condanno ogni forma di terrorismo e perché quello NON era un corteo pro-Hamas.
Ero lì insieme a Franca Caffa, l’attivista 94enne che con tutta la sua fermezza ha smascherato un agente dei Carabinieri e le sue affermazioni eversive.
Ero lì insieme a migliaia di persone, giovani, anziani, genitori con bambini, militanti e cittadini.
Ero lì perché sostengo il diritto del popolo palestinese a sopravvivere, ad avere un Stato riconosciuto. Perché mi oppongo a un governo e un esercito che sta compiendo stragi indiscriminate di civili sotto gli occhi del mondo intero.
Ero lì perché mi è stato insegnato, in primis dal mio partito, il Partito Democratico, che quando ci sono vittime di crimini di guerra bisogna agire, indignarsi, PROTESTARE.
Alcuni giornali, che non nominerò neanche, hanno definito il presidio “Anti-Ebrei”, accostando il mio nome e quelli di altri compagni a questa definizione VERGOGNOSA e diffamatoria. Accusare chi legittimamente manifesta a favore del popolo palestinese di antisemitismo o di favoreggiamento al terrorismo è gravissimo. Affermazioni cariche di odio, cieche e totalmente scostate dalla realtà.
Il fatto che queste accuse arrivino anche da quella destra che storicamente non ha mai chiuso i propri conti con i fascisti di oggi e di ieri, complici - loro sì - delle leggi razziali e dell’antisemitismo di Stato rende il tutto surreale e INACCETTABILE.
Ma la parte più dolorosa di tutto questo non sono gli attacchi ipocriti, ma il fatto che la mia parte politica non abbia sottolineato questi aspetti.
Di fronte alle accuse di esponenti della destra milanese che hanno riportato articoli diffamatori si è scelto, nel consiglio comunale di Milano, di tacciare come “errore politico” la mia partecipazione a quella manifestazione.
Va bene, io prendo atto, ma mi sarei aspettato almeno una difesa delle intenzioni politiche di quella manifestazione. Mi sarei aspettato non la difesa mia - che sono e sarò sempre responsabile delle mie scelte - ma la difesa di Franca, che a 94 anni dimostra molto più coraggio di tanti politici e a quella manifestazione ci è andata.
Parliamo proprio del coraggio allora. Io faccio politica perché ci metto coraggio, perché lotto per le cose in cui credo. Mi rivolgo allora ai tantissimi militanti, consiglieri, eletti, dirigenti del PD: tiriamo fuori questo coraggio. Perché io so che la stragrande maggioranza di voi sarebbe stata insieme a me, sarebbe stata al fianco di Franca, avrebbe gridato “Stop alle bombe su Gaza” insieme a noi. Tiriamo fuori anche solo un centesimo del coraggio di chi lotta per la propria sopravvivenza a pochi chilometri da qui.
Chiedetevi, chiediamoci tutti, se siamo disposti a farci dettare la linea di cosa si può o non si può fare dai giornali della destra. Chiediamoci se siamo disposti ad accettare che chi non ha speso UNA SOLA PAROLA per condannare la violenza dell’esercito israeliano sui civili, anche nel nostro partito, ci dica cosa possiamo dire e non dire.
Continuerò a lottare per quel PD che mi ha insegnato a difendere i più deboli, che vivano in Italia, in Palestina o in Israele.
E quando la causa è giusta, non c’è censura, non c’è diffamazione che possa fermarci.
Se siete arrivati fin qui, se vi va di supportarmi, darmi una mano, be' è arrivato il momento. Grazie!
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MANGANELLATE al corteo:
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