La giornata
della Terra palestinese
di Saleh Zaghloul
Il 30 marzo del 1976, l’esercito di occupazione israeliana confiscò illegalmente terra che apparteneva a cittadini palestinesi che abitano nei territori palestinesi occupati nel 1948, che hanno passaporto israeliano, a differenza di quelli che abitano nei territori palestinesi occupati nel 1967. Per la prima volta dal 1948 questi hanno reagito, manifestato contro la confisca delle loro terre e l’esercito israeliano ha sparato ed ucciso 6 manifestanti palestinesi, con passaporto israeliano.
Allora governavano gli occupanti sionisti "socialisti" e "di sinistra": cambiano i governi israeliani ma la politiche dei governi israeliani sono sempre le stesse: apartheid, espropriazione della terra dei palestinesi, uccisioni, aggressioni, demolizioni delle case, rastrellamenti, arresti e repressione brutale.
In quel giorno i palestinesi del '48 riconquistano la loro identità palestinese dopo 28 anni di colonialismo israeliano e tentativi di cancellazione della loro appartenenza al popolo palestinese. Da quel giorno, quelli che sarebbero dovuti diventare gli "arabi israeliani", confermano la loro identità palestinese e diventano una spina in gola all'occupante invasore confermando di partecipare alla lotta per la liberazione nazionale insieme ai palestinesi dei territori occupati nel 1967 (Cisgiordania e Gaza), insieme a quelli dei campi profughi nei paesi arabi confinanti con la Palestina (Libano, Giordania, Siria) e ai palestinesi in tutta la diaspora.
Questo giorno è noto come la Giornata della Terra (Youm al-Ard), e viene celebrato ogni anno ovunque dai palestinesi come giornata di lotta in difesa della terra e di risveglio e d'unità del popolo palestinese.
Una poesia in occasione della Giornata della terra palestinese, scritta da Tawfiq Zayyad (1929 – 1994), poeta palestinese dei territori occupati nel 1948, parla in nome dei palestinesi del 1948, con passaporto israeliano, che furono i protagonisti della giornata della terra il 30 marzo 1976.
Tawfiq Zayyad è stato un grande sindaco di Nazareth e leader del Partito Comunista.
Rimarremo qui
Rimarremo qui come un muro sul vostro petto,
pezzi di vetro e fichi d'India nella vostra gola,
tempesta di fuoco nei vostri occhi.
Rimarremo qui come un muro sul vostro petto,
laveremo, anche, i piatti nelle vostre bettole,
riempiremo i bicchieri ai signori,
puliremo, anche, i pavimenti delle vostre sporche cucine
per strappare dai vostri odiosi denti
il pane per i nostri figli,
ma, rimarremo qui come un muro sul vostro petto.
Soffriremo, anche, di fame e di freddo,
ma vi sfideremo,
canteremo poesie,
riempiremo di manifestazioni le strade,
colmeremo di fierezza le prigioni,
e faremo figli,
generazioni ribelli una dopo l'altra.