27 Novembre 2023
Asad AbuKhalil - professore libanese americano di scienze politiche presso la California State University.
Hamas è stato un fattore importante nella politica araba sin dalla sua fondazione nel 1987. Ha suscitato polemiche fin dall'inizio: molti hanno obiettato ai suoi riferimenti ai ripugnanti Protocolli dei Savi di Sion (la famigerata falsificazione antisemita) nel documento di fondazione. Inizialmente aveva mostrato sentimenti anti-ebraici – e persino sentimenti anti-cristiani.
Ma la società palestinese è nota – a differenza del Libano – per la sua avversione al settarismo, nonostante la propagazione dell'ideologia settaria salafita dei paesi arabi del Golfo.
Hamas è stato costretto a cambiare la sua retorica e il suo ultimo documento politico (proprio come Hezbollah) ha chiarito che si oppone al sionismo e non all'ebraismo.
Hamas ha sentito la pressione della società palestinese e ha fatto di tutto per dimostrare che i cristiani palestinesi sarebbero stati percepiti come parte della più ampia società palestinese.
L'ascesa di Hamas non è stata costante; Il movimento subì vari spostamenti e trasformazioni; anche le sue relazioni estere sono cambiate, a volte avvicinandosi più all'Iran che al Qatar, altre volte il contrario.
Nella seconda Intifada, era dietro molti dei bombardamenti che non erano diretti contro obiettivi militari. Dire che questo ha inasprito l'opinione pubblica occidentale sarebbe irrilevante perché i governi occidentali, i media e alcuni membri della società sono stati ostili (persino razzisticamente ostili) nei confronti dei palestinesi e degli arabi in generale, indipendentemente dalle azioni che i palestinesi hanno intrapreso contro la selvaggia occupazione israeliana.
Ne è seguito anche un dibattito, in arabo, lontano dagli occhi curiosi dell'Occidente. Le persone (palestinesi e arabe) hanno considerato l'utilità e la moralità della violenza senza scopo, escludente obiettivi militari rigorosi (analisi innescata dal bombardamento di una pizzeria da parte di Hamas nel 2001).
Non c'era consenso tra gli arabi sul fatto che gli adulti israeliani dovessero essere trattati come legittimi obiettivi militari a causa del servizio nella riserva militare. La gente ha discusso apertamente di tali questioni sulla stampa. Altri non sono stati d'accordo e hanno chiesto un cambiamento nelle forme di lotta armata da parte dei palestinesi per non violare le tradizionali norme arabo-islamiche della guerra.
Il regime dell'Arabia Saudita era già impegnato in una propaganda volta a compiacere l'AIPAC. Sulla stampa saudita furono pubblicati articoli per descrivere e caratterizzare la violenza di Hamas, e la violenza di altri gruppi palestinesi, come terrorismo vero e proprio. Questo, naturalmente, offese molti arabi che vedono Israele come il pioniere e lo specialista nella pratica del terrorismo nella regione, per tutto il 20esimo secolo e per tutto il 21esimo secolo.
Hamas era considerato da Fatah come una minaccia al suo dominio politico. Fatah è diventata, dopo Oslo, il braccio dell'occupazione, anche se Arafat ha cercato nel suo ultimo periodo di giocare su entrambe i fronti, rivitalizzando il braccio armato di Fatah malgrado fosse sempre più disilluso dal "processo di pace".
Divenne subito chiaro che Hamas stava diventando la seconda organizzazione politica più influente dopo Fatah. Fatah era certo che avrebbe vinto le elezioni del 2006 e gli israeliani erano d'accordo, ma Fatah si era indebolita dopo che Arafat stava lentamente tornando sulla strada della lotta armata – e fu ucciso da Israele con il sostegno degli Stati Uniti per questo.
Nelle elezioni svolte nel 2006 Hamas vinse. La vittoria di Hamas fu semplicemente il voto contro la corruzione di Fatah. Il popolo palestinese percepiva Fatah, giustamente, come un venduto, e come uno spietato strumento dell'occupazione.
Il mondo politico palestinese era diviso tra Fatah e Hamas (la sinistra palestinese dopo il crollo dell'unione sovietica e in un mondo arabo governato da tiranni di destra non ha potuto indicare ed organizzare una terza via laica progressista). Fatah rappresentava il coordinamento di sicurezza con l'occupazione israeliana, l'abbandono della lotta armata, la fiducia negli Stati Uniti e la speranza che Israele avrebbe misericordiosamente permesso ai palestinesi di avere uno Stato.
Hamas, d'altra parte, si batteva per un'opposizione alla pace con Israele, con la ferma convinzione nell'efficacia della lotta armata e per la determinazione che solo un'ideologia islamista avrebbe potuto mobilitare efficacemente il popolo.
L'esperienza dell'OLP (soprattutto dopo la sconfitta di Beirut nel 1982) rappresentò un fallimento e una sconfitta. Hamas era ciò che L’OLP fu dopo la guerra del 1967 e l'occupazione israeliana di Gaza e Cisgiordania, quando si presentava come l'alternativa rivoluzionaria ai regimi arabi falliti.
Gli Stati Uniti e Israele non potevano accettare la vittoria di Hamas e lavorarono per un colpo di stato con lo scopo di spodestare Hamas a Gaza.
Hamas – a differenza di Fatah, che ha sofferto sin dall'inizio di infiltrazioni e violazioni della sicurezza – ha formato un efficace apparato di intelligence e ha impedito il colpo di stato dei suoi nemici, tra cui Fatah.
Hamas aveva anche un conto in sospeso con Fatah, avendo subito torture nelle segrete dell'Autorità Palestinese dopo Oslo. I governi occidentali non si sono fatti scrupolo delle torture di Israele e Autorità Palestinese fintanto che le vittime erano islamiste e credevano nella lotta armata.
Poco prima del 7 ottobre, Hamas ha avuto una crisi d'identità. E' diventato – come l'Autorità Palestinese in un certo senso – associato a un governo repressivo a Gaza anche se le cose non andavano così male come sotto i teppisti dell'Autorità Palestinese a Ramallah.
Le difficoltà economiche a Gaza erano dovute a circa vent’anni di blocco israeliano e non al governo di Hamas, ma la gente di Gaza aveva un solo indirizzo dove andare a protestare. Non c'era una corruzione dilagante come quella di Fatah, ma il popolo palestinese di Gaza si stava stufando di come Hamas gestiva il blocco e l'assedio. La gente di Gaza era stufa dell'impatto che aveva sulle loro vite. Gaza non è una prigione virtuale. E’ una reale prigione a cielo aperto, dove l'aria, il mare e i punti di ingresso sono tutti controllati dall'occupazione israeliana. Israele e i media asserviti continuano a sostenere che Israele si è "ritirato" da Gaza nel 2005. In realtà, l'occupazione di Gaza non è mai finita.
Ciò che Israele ha fatto è stato semplicemente ridistribuire le truppe di occupazione al di fuori di Gaza, imponendo uno stretto assedio alla Striscia. Il governo egiziano di al-Sisi è un partner a pieno titolo nell'assedio (ai tempi di Husni Mubarak, il governo egiziano ha permesso il contrabbando per alleviare le condizioni economiche a Gaza).
Gli Stati Uniti, si sa, permettevano a Israele di fare ciò che voleva con Gaza, e ogni volta che lo stato sionista decideva di lanciare una campagna militare selvaggia contro i gazawi, gli Stati Uniti (di destra, di sinistra e di centro) imperterriti fornivano a Israele pieno sostegno.
Nel 2018, la popolazione di Gaza ha cercato di lanciare una protesta pacifica contro l'assedio (le marce del ritorno). La risposta di Israele non si è fatta attendere: ha sparato contro i manifestanti senza riguardo per le vite dei civili. L'indulgenza degli Stati Uniti ha permesso a Israele di trattare i poveri abitanti di Gaza con insensibile vendetta.
Non si sa molto sulla pianificazione dell'Operazione del 7 ottobre. Sia Hezbollah che l’Iran hanno detto che erano all'oscuro dell'operazione. C'è chi crede che Hamas non abbia agito da solo; che quando le frontiere si sono aperte, la Jihad islamica e gruppi ancora più piccoli sono usciti dalla prigione di Gaza e hanno catturato gli ostaggi israeliani.
Hamas ha subito poi ammesso che non tutti gli ostaggi erano sotto la sua custodia.
Gli Stati Uniti e Israele hanno risposto rapidamente equiparando Hamas all'ISIS, e il presidente Joe Biden ha insistito sul fatto che Hamas non rappresenta il popolo palestinese. WINIP (il braccio di ricerca sottilmente camuffato della lobby israeliana) ha presentato un sondaggio per dimostrare che Hamas non era popolare e i media occidentali hanno quasi dichiarato la fine di Hamas.
Ma Hamas non può essere eliminato con la forza. Ci sono rapporti secondo cui la sua popolarità sta aumentando in Cisgiordania, dove era stato bandito dall'Autorità Palestinese. Canti a favore di Hamas sono stati uditi per tutta la settimana in Cisgiordania e nei paesi arabi.
Le cose non vanno sempre secondo i piani quando le potenze coloniali elaborano strategie con una grande potenza di fuoco.
L'immagine di Abu 'Ubyadah (il portavoce militare di Hamas) ha tappezzato tutti i social media arabi e persino le strade del Libano, unico paese arabo con libertà (quasi) illimitata.
La liberazione dei prigionieri palestinesi è stata accompagnata dall'espressione di sostegno ad Hamas. E nemmeno con l'enorme livello di distruzione e morte inferto a Gaza, non ci sono state lamentele contro Hamas da parte del popolo palestinese. Per porre fine ad Hamas, Israele deve uccidere o espellere tutti i palestinesi dalla Cisgiordania, da Gaza e da tutti i campi profughi in Giordania, Libano e Siria.
A quanto pare l'amministrazione Biden non si opporrebbe a tale piano omicida.
https://consortiumnews.com/2023/11/27/asad-abukhalil-hamas-before-and-after-oct-7/