Ascesa e declino della tv
al-Jazeera

Il lancio della rete televisiva qatariota al-Jazeera nel novembre del 1996 è stato un evento monumentale nella storia contemporanea dei media arabi. Era un momento d'instabilità politica regionale nella penisola arabica. L'allora emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al-Thani, salì al potere nel 1995, dopo aver rovesciato suo padre. Quel colpo di stato familiare disturbò così tanto la famiglia reale saudita che cercarono di rovesciare al-Thani un anno dopo. L'Arabia Saudita riteneva che qualsiasi deviazione dalla linea di successione familiare stabilita equivaleva a un tradimento delle tradizioni secolari che erano la chiave per una successione politica stabile in tutte le tirannie reali petrolifere del Golfo.


Hamad bin Khalifa al-Thani incolpò l'Arabia Saudita per il tentativo di contro-golpe del 1996 e iniziò a tracciare nuove politiche estere e di difesa atte a contrastare la minaccia saudita, arrivando a giustificare così la presenza di truppe statunitensi per proteggersi dal potente vicino saudita.


Al-Jazeera, di proprietà del governo del Qatar, fu lanciata con parametri di ampia libertà d'espressione mai visti prima nei media arabi, e fu un enorme successo, senza concorrenti all'epoca. C'era l'impero mediatico di proprietà saudita, MBC, avviato a Londra nel 1991 da un cognato di re Fahd, primo canale satellitare arabo, che al tempo si occupava di spettacoli sportivi e di intrattenimento, superficiali e quasi privi di politica. Ogni notizia doveva rispettare strettamente i parametri della politica estera saudita.


Al-Jazeera ha dato al pubblico arabo ciò che attendeva da decenni, una chat araba e un canale politico di notizie, una sede di dibattito, e opinioni politiche opposte (Al-Ittijah Al-Mu'akis) a confronto: è stato un successo immediato.


La maggior parte delle case arabe erano sintonizzate su al-Jazeera, specialmente quando c'erano eventi in corso. Alternative ad al-Jazeera erano le stazioni televisive di proprietà dei regimi che erano dogmaticamente propagandistiche. Non che Aljazeera non stesse servendo l'interesse propagandistico del regime del Qatar... ma forniva anche un ampio margine di informazioni mai attinte prima dal pubblico arabo.


Ci fu molta enfasi in quei primi anni sull'Arabia Saudita e il Canale evidenziava le violazioni saudite dei diritti umani. Non tutti i paesi sono stati trattati allo stesso modo, poiché gli alleati del Qatar hanno ricevuto una migliore copertura, ma i primi manager e redattori della rete erano nazionalisti arabi laici e questo piacque a molti arabi in tutto il mondo.


La rete ospitava uno spettacolo religioso settimanale con Yusuf Qardawi, un ex predicatore dei Fratelli Musulmani con opinioni molto conservatrici. La sua versione dell'Islam era attraente per i regimi arabi conservatori che si opponevano a Nasser che aveva emarginato i Fratelli Musulmani in tutto il mondo arabo.

La rete è stata la prima ad ospitare ospiti israeliani; funzionari del governo israeliano e dell'esercito erano abituali negli spettacoli politici (ricevevano un trattamento duro, ma il precedente era spaventoso per molti arabi la cui sensibilità era offesa all'estremo;

la rete stava diventando sempre più attigua nei confronti del governo degli Stati Uniti e forniva ampie piattaforme ai funzionari statunitensi per vomitare la loro propaganda. Tuttavia la difesa della causa palestinese da parte della rete e la copertura critica dell'invasione statunitense dell'Iraq nel 2003 soddisfarono il pubblico arabo.


Il governo degli Stati Uniti e i regimi arabi si sono via via allarmati per il ruolo sempre più importante di al-Jazeera. Non era permesso aver un ufficio di al-Jazeera negli USA, ma era difficile censurare le trasmissioni del canale. L'Arabia Saudita era la più preoccupata perché i dissidenti sauditi (come Sa'd Al-Faqih) apparivano sul canale invitando a manifestazioni e proteste in determinati giorni (e sorprendentemente, c'erano persone che rispondevano a tali chiamate malgrado il regime repressivo).


Gli Stati Uniti (al Congresso e nei media) sono poi diventati più espliciti nei loro attacchi ad al-Jazeera, chiedendone l' oscuramento. Il governo degli Stati Uniti vieta regolarmente i canali "indesiderabili" dagli Stati Uniti senza molte obiezioni da parte dei media statunitensi.


Nel 2011 è iniziato il declino di al-Jazeera. Precedentemente, nel 2008, i governi del Qatar e dell'Arabia Saudita si erano riconciliati e ciò aveva portato a una copertura molto più addomesticata nei confronti dell'Arabia Saudita da parte della rete.

Però, il più grande cambiamento della rete si è verificato nel 2011, quando il canale è caduto sotto il controllo dei Fratelli Musulmani e dei loro affiliati. Tutti i nazionalisti arabi laici furono cacciati e sostituiti da nuovi membri d'orientamento religioso. Quell'anno, con l'inizio delle rivolte arabe, la rete abbandonò ogni pretesa professionale e adottò una linea apertamente propagandistica chiedendo il rovesciamento dei governi in cui il cambiamento sarebbe stato favorevole ai Fratelli Musulmani.


In quel periodo gli arabi iniziarono ad abbandonare il canale a frotte. Non ci sono dati affidabili per documentare il declino di al-Jazeera mentre il canale afferma di avere ancora una posizione di leadership tra i media arabi.

Molti fattori hanno portato al declino di al-Jazeera:


Il controllo da parte dei Fratelli Musulmani della rete ha minato drasticamente la sua professionalità.


La pressione degli Stati Uniti sul Qatar ha ammorbidito le sue posizioni. Oggi il Qatar è riconosciuto dagli USA come alleato speciale non Nato ed al-Jazeera è diventata durante la crisi ucraina il canale arabo della Nato.


L'uso di al-Jazeera prima per attaccare, poi placare l'Arabia Saudita, ha allontanato la rete dal giornalismo e l'ha avvicinata alla propaganda.


Il ricorso all'agitazione settaria da parte di alcune personalità di al-Jazeera, certe simpatie filo-talebane e pro-qaeda di alcuni corrispondenti di Aljazeera, hanno danneggiato l'immagine della rete agli occhi del più ampio pubblico arabo.


Aljazeera è stato uno dei casi più interessanti dei nuovi media arabi del 21° secolo; prometteva una rottura rispetto alle tradizionali trasmissioni di notizie arabe, rigide e stantie, ma alla fine ha fallito la missione. I primi anni della rete hanno mostrato maggior professionalità di quanto non vi sia sulle reti televisive occidentali. Ma il controllo del canale da parte del governo del Qatar ha causato inevitabilmente un conflitto tra la sua missione professionale e il ruolo di propaganda. La propaganda ha vinto e il pubblico arabo è il peggiore nemico della propaganda (1).


Fares Ghassan

[giornalista arabo residente in Italia]


(1) Ndr: L'autore si meraviglia di come gli italiani credano a quello che dicono le tv italiane, e di quanto siano vittime della propaganda delle tv e dei giornali italiani. Gli arabi, consapevoli di vivere sotto regime, sono molto attenti a quanto affermano i media dei regimi arabi. Gli italiani invece, credendo di vivere in un paese democratico, sono molto molto meno attenti....